“Saudade (…) è un termine che deriva dalla cultura lusitana (…) che indica una forma di malinconia, un sentimento affine alla nostalgia. (…) In alcune accezioni la saudade è una specie di ricordo nostalgico, affettivo, di un bene speciale che è assente, accompagnato da un desiderio di riviverlo o di possederlo. In molti casi una dimensione quasi mistica, come accettazione del passato e fede nel futuro.” (dalla pagina Wikipedia della voce “Saudade”)
I giorni passano e il FRU19 diventa pian piano memoria, quelli che erano momenti freschi e saldissimi cominciano già a franare nei loro dettagli, lasciando spazio alle prime ricostruzioni, alle esagerazioni, alla mitizzazione. È un lavoro collettivo di cesello, fatto attraverso i social da decine di fruisti sparsi in giro per l’Italia e l’Europa, che sa un po’ di gruppo di auto-aiuto.
“Ciao a tutti, io sono Karma”
“Ciao Karma”
“Ehi, ve la ricordate quella dei calzini?”
Più o meno tutto così.
E non potrebbe fare a meno di essere così. Quanto spesso cresciamo attorniati da persone che non hanno i nostri interessi? Quanto spesso passiamo le nostre giornate in realtà che ci rispecchiano solo fino a un certo punto?
Per quel gruppo di auto-aiuto di cui sopra, il FRU è il momento in cui le distanze si azzerano, in cui si è finalmente a contatto con persone che hanno voglia di parlare esattamente di ciò che piace. Il fatto che poi, tra panel di speakeraggio, contest fatti ad hoc per divertirci e spettacoli bellissimi, si creino occasioni destinate a scolpirsi nella mente, quello è la conseguenza del tutto fisiologica del dover approfittare del poco tempo a disposizione per comprimervi quanta più vita, quanti più istanti possibili.
Non è un caso che al FRU si dorma poco (personalmente dieci ore in tre notti, avrei potuto e dovuto osare di più): dormire è francamente un peccato, il sonno lo si recupererà nelle settimane successive, finché si è in ballo si balla.
Si balla, appunto.
Ecco, non so perché – o meglio, me lo immagino – ma spesso i fruisti mi associano, nei loro ricordi, al ballare. A me, che normalmente sono un pezzo di legno. Però è così, al FRU salta ogni regola, e se è la serata giusta, cavolo se si balla. E chissà quanto ballo, nelle memorie degli altri, chissà se già quei ricordi stanno mutando, montando ed esagerandosi.
Reimpastare continuamente la memoria e renderla viva rischia di essere un esercizio sterile e controproducente se fatto da soli. Però metabolizzarlo così, tutti assieme, arricchendo di nuove sfumature e costruendo leggende da piccoli eventi: è una cosa umana, umanissima. L’effetto FRU è questo, reiterare momenti, se possibile godendone più di quando li si è vissuti, e nel farlo coltivare rapporti e sentimenti, costruire progetti e immaginare malinconicamente e nostalgicamente il futuro, il prossimo FRU, che sa di così già vissuto, di così misterioso e lontano, di così atteso e al contempo pronto per essere nuova memoria da costruire.
Nicola “Karma” Carmignani
Sono Nicola, Karma per gli amici, ho attraversato tutta la quasi decennale storia di uRadio, la webradio degli studenti di Siena, ricoprendo diversi ruoli direttivi, tra cui quello di Station Manager. Anche se il mio ciclo di responsabilità si è concluso, il rinnovo annuale della tessera associativa non me lo toglie nessuno.