La NATO e l’Europa

Perché l’UE non è tutta nell’Alleanza Atlantica?

Nelle ultime settimane, l’Unione Europea e i suoi Stati membri hanno sempre di più visto crescere al loro interno il dibattito sull’appartenenza alla Nato, dopo le ripetute minacce di invasione perpetrate da Vladimir Putin in seguito all’invasione dell’Ucraina.

Se da un lato alcuni paesi membri vicini ai confini nordorientali del vecchio continente, ovvero la Finlandia e la Svezia, hanno avviato le procedure per entrare il più rapidamente possibile nella Nato, la questione viene vista e trattata in modo diverso negli altri Stati membri.

Diamo i numeri

Attualmente, 22 stati membri dell’Unione Europea sui 27 totali fanno parte della NATO, mentre Austria, Irlanda, Malta e Cipro potrebbero essere dei nuovi paesi candidati a farne parte.

Fondata il 4 Aprile 1949 a Washington con l’obiettivo della reciproca difesa ed assistenza militare nel Nord Atlantico, al giorno d’oggi ha a Bruxelles la sede del suo quartiere generale in Europa.

La decisione dei governi di questi paesi di non voler far parte di questa organizzazione deriva principalmente da ragioni storiche e politiche, ma l’evolversi della situazione in Ucraina potrebbe far cambiare idea ai loro governi nazionali.

Austria

Nel caso austriaco, la neutralità militare è sancita nella costituzione del 1955, redatta dopo la fine del decennio di occupazione geografica e militare da parte di Francia, Russia, Gran Bretagna e USA. In questo documento, si è dichiarato in maniera evidente che l’Austria “non avrebbe mai aderito a qualsiasi alleanza militare, né avrebbe mai autorizzato la costruzione di basi militari sul suo territorio”.

Nei decenni poi successivi, l’Austria, anche in seguito al suo ingresso nello spazio UE nel 1995, ha iniziato un processo di revisione della sua politica di sicurezza, prendendo parte ad azioni militari in Kosovo ed in Afghanistan.

Al giorno d’oggi, la questione della politica estera austriaca è di importanza strategica, ma la sua neutralità non viene ancora messa in discussione, come riferito dalla Ministra della Difesa Klaudia Tarner, che intende rimanere fedele ai principi sanciti dalla Costituzione.

Di diverso avviso, invece, sono i membri dell’opposizione, in particolare i liberali del Gruppo NEOS, che spingono per una revisione della costituzione alla luce dei fatti in Ucraina.

Irlanda

Diversa è, invece, la situazione in Irlanda, la cui neutralità nei confronti della NATO risale ormai al lontano 1949. Qui, le ragioni della sua non – adesione erano dettate principalmente dal fatto che la Gran Bretagna,suo storico nemico per la questione dell’Irlanda del Nord, vi avesse aderito.

Nella Costituzione Irlandese, la neutralità  militare non viene contemplata, ma comunque si tratta di un concetto che si è evoluto nel corso degli anni e dei decenni successivi, come dimostrato dagli interventi in Bosnia nel 1997.

Dal 1999, anno in cui l’Irlanda sigla e sottoscrive il Programma di Partenariato e di Pace della Nato, il governo irlandese ha iniziato a partecipare a numerose iniziative di promozione della pace, come ad esempio le missioni in Afghanistan ed in Kosovo.

Al giorno d’oggi, l’opinione pubblica irlandese è divisa: se da un lato si continua a privilegiare e a difendere il principio della neutralità militare, dall’altro lato è impossibile non notare come l’invasione russa dell’Ucraina voglia far cambiare direzione a molti irlandesi.

Malta e Cipro

Mancano all’appello Malta e Cipro. Si tratta di  due casi particolari da considerare, in primis perché rappresentano i confini meridionali o “mediterranei” dell’Unione Europea; poi perché hanno una posizione diversa in materia di intervento militare.

Nella costituzione del 1980, Malta si è dichiarata “uno Stato neutrale” che aderisce  “a una politica di non allineamento e rifiutando di partecipare a qualsiasi alleanza militare”. In questo modo è vietata nei fatti qualsiasi costruzione di basi militari straniere nel suo territorio.

Al giorno d’oggi, una considerevole percentuale della popolazione maltese, circa il 63%, continua a mantenersi favorevole alla neutralità militare, nonostante la minaccia di una guerra sia sempre di più alimentata da quanto sta accadendo in Ucraina.

Infine, Cipro ha una posizione ancora più difficile, data la sua lunga amicizia con la Turchia, che non vede di buon occhio l’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato.

Come se non bastasse, bisogna anche considerare che si tratta di  uno stato non – allineato militarmente. Proprio per queste ragioni, Cipro difficilmente potrà diventare membro della Nato e difficilmente potrà avere un ruolo decisivo nella risoluzione della crisi in Ucraina.

Possibili scenari

Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, lo scenario geopolitico è in continuo e imprevedibile cambiamento.

La NATO sembra voler allargare il proprio territorio di influenza ed i propri confini europei: riusciranno gli altri Stati membri europei ad abbattere le barriere “ideologiche” e politiche e a convincere Austria, Irlanda, Malta e Cipro ad entrare in questa organizzazione?

In un contesto come quello di oggi, l’allargamento della Nato potrebbe essere l’ipotesi più diretta ed auspicabile, ma si correrebbe il rischio di depotenziare pesantemente le competenze dell’Unione Europea in materia di politica estera e di sicurezza comune. Come andrà a finire?

Articolo di Lorenzo Onisto