Addio Gigi Proietti, la “bella cosa perduta” che più soffriremo oggi e negli anni a venire.

Si è spento oggi il Cavaliere Nero più amato di tutta Italia.

Nato il 2 Novembre e morto nello stesso giorno, all’età di ottant’anni, in un ultimo scenico addio ai suoi fan, che hanno dovuto inevitabilmente ricordare le sue continue battute sulla sua data di nascita e la ricorrenza che porta con sé. Una mente straordinaria e un cuore grande, troppo grande, che oggi ha ceduto dopo sessant’anni di onorata carriera nel mondo dello spettacolo.

Un uomo che ha saputo dare anche ad un numero, il 18, un valore unico nel suo genere.
Che ha saputo rileggere e reinterpretare le persone che lo hanno influenzato nella sua vita e, allo stesso modo, le opere più famose e note a noi tutti. Amici, autori, professori, e scrittori hanno ispirato questa persona eccezionale. Un artista poliedrico, in grado di ascoltare il mondo circostante per poterlo rielaborare e riproporlo a tutti i suoi spettatori in modo originale e meravigliosamente scenico.

Un uomo che è stato padre, fratello, zio, nonno, di tutti noi.
Nato per il palcoscenico, per il canto e per il sorriso. È entrato nelle nostre case riempiendo di risa anche i silenzi più scomodi e se ne va oggi, nell’anno più doloroso anche (e soprattutto) per il mondo dello spettacolo.

Come se le risate non potessero più bastare a colmare i vuoti.
Quello che lascia lui nel cuore di tutti noi è enorme.
Addio, Gigi.

Continueremo a guardare con sospetto chiunque non sappia ridere.
Anche di fronte alle avversità.

Giovanna Delvino