Attrice di successo, ex modella, attivista LGBT, ferente sostenitrice del Movimento Mee too, Amber Heard è questo e molto altro.
Si è detta entusiasta di essere ad un festival come quello di Giffoni e di come sia importante per una questione di storytelling.
Dopo un ricordo di The Ward e della esperienza di lavoro con Carpenter, regista con cui ha ammesso di voler rilavorare immediatamente, la conferenza stampa si è spostata sul Movimento Mee Too. La Heard ha definito criminale la faccenda del Gender Gap, soffermandosi ancora una volta sulla faccenda dello storytelling: negli Stati Uniti c’è ancora una forma di schiavitù non solo verso le persone di colore ma anche verso le donne.
Un esempio è quello dei processi. Mentre in un processo in cui l’imputato è un bianco basta la presenza di un solo testimone, se l’imputato è nero o donna i testimoni devono aumentare. In alcuni stati fino a qualche anno fa la testimonianza per un imputato di colore doveva essere avallata due testimoni; nei processi derivati dall’esplosione del caso Weinstein, per rendere credibili le accuse, sono servite le testimonianze di 20/30 donne, “tutto ciò è vergognoso” dice la stessa Heard.
Ha poi definito Hollywood come un sistema ben lontano dalla realtà. Si immagina quel mondo come un qualcosa di progressista e mentalmente aperto, ma in realtà sono poche persone a detenere tutto il potere e fanno di tutto per mantenerlo. I Movimenti e le manifestazioni degli ultimi anni sono rivolti a scardinare lo status quo.
Grazie alle nuove piattaforme di intrattenimento è il pubblico a scegliere cosa, come e dove vedere e grazie a questa opportunità si può finalmente creare un motore alternativo. Si è detta entusiasta della lavorazione di un film sulla figura di Caterina La Grande, una donna che ha guidato uno dei più grandi Imperi della storia.
Chiosa finale la dichiarazione d’amore nei confronti di Stephen King e una confessione: quella di essere una nerd e una geek.
Luigi Argenio