Blockbuster, origini e significato
La supremazia dell’industria cinematografica statunitense ha influenzato il mercato internazionale ed ildescritta dall’enciclopedi lessico ad esso legato. Film, trailer, box-office, spoiler sono ormai termini di uso comune e non è una sorpresa che vengano riconosciuti da enciclopedie o vocabolari italiani. Ecco allora che anche la parola blockbuster è a Treccani:
blockbuster ‹blòkbḁstë› s. ingl. [propr. «abbattitore di ostacoli», comp. di block «blocco» e buster, der. di (to) bust «far scoppiare, mandare in rovina»] (pl. blockbusters ‹blòkbḁstë∫›), usato in ital. al masch. –Film, o anche libro, di grande successo commerciale.
In realtà, il termine è stato usato per la prima volta dalla stampa statunitense nei primi anni Quaranta, facendo riferimento a delle bombe aeree di dimensioni tali da poter distruggere un intero isolato (appunto block in inglese). Non è la prima volta che termini militari entrino a far parte del lessico del mondo delle arti. “Avanguardia” ad esempio, nel gergo militare, faceva riferimento al reparto che precede le truppe in movimento durante una battaglia; successivamente, rappresenterà quei movimenti artistici o letterari che, con un nuovo linguaggio, contrasteranno l’ideologia canonica.
Analogamente, alcuni storici parlano di blockbuster richiamando a un successo, nel mondo dello spettacolo, di una rappresentazione teatrale così forte da far saltare via (to bust, in inglese) i teatri vicini. In seguito, l’espressione si estende ad altre opere tra cui film, romanzi o video-games.
Il primo blockbuster della storia del cinema
Si attribuisce a Jaws (1975) di Steven Spielberg il titolo di primo blockbuster della storia del cinema. Sebbene diversi film precedenti abbiano riscontrato un successo notevole (si pensi a Tutti insieme appassionatamente del 1965), la pellicola andava ben oltre la sua proiezione in sala: il film fu un vero e proprio evento, un’esperienza a 360 gradi; Jaws diventa un fenomeno culturale e la sua gloria rimarrà alta nell’olimpo della cinematografia fino a oggi. Due anni dopo sarà la volta di Star Wars di George Lucas a cui sarà assegnato lo stesso destino.
La strategia economica dei blockbuster
Il successo di un blockbuster è sancito da una massiccia distribuzione nelle sale e un buon programma di marketing, con un pacchetto che include un ampio merchandising fatto di pupazzetti ispirati ai personaggi del film, giochi, libri, capi d’abbigliamento, dischi con le colonne sonore, parchi a tema e menù dei fast food. Questa strategia puntava in particolare a due fasce della popolazione: i giovani e le famiglie che frequentavano assiduamente le sale cinematografiche. Inoltre, i film cominciano ad essere sponsorizzati a livello internazionale: uno spezzone di circa trenta secondi che ogni sera veniva trasmesso nelle prime serate dei network televisivi prima della premiére nelle sale (quello che oggi viene riconosciuto come trailer televisivo). In questo modo, accresce hype fra il pubblico, il quale appassionato, o semplicemente incuriosito, si precipita a vedere il film e ad entrare a far parte di questa grande esperienza.
A seguito del successo di Spielberg, gli studios (grandi catene di produzione cinematografiche statunitensi) hanno iniziato a distribuire e pubblicizzare i film su scala nazionale, con il boom negli anni Ottanta grazie alla serie di Back To The Future e la trilogia di Indiana Jones (1981-1989) come consolidamento del successo dei generi d’azione e fantasy. Queste mega-hit venivano prodotte senza badare a spese e sfruttavano fino in fondo il richiamo esercitato dalle superstar e dalla tecnologia degli effetti speciali.
Un’altra peculiarità dei blockbuster, inoltre, stava nel fatto che il loro successo e guadagno continuava anche dopo l’uscita dei film nelle sale cinematografiche, con il noleggio del film e dei videogiochi ad essi dedicati. Infatti, Blockbuster è stato anche il nome di una società di distribuzione statunitense, fondata nel 1985 a Dallas (Texas) e fallita nel 2013 che si interessava dell’acquisto a noleggio di prodotti home video e videogiochi, e successivamente sulla distribuzione digitale di contenuti.
Miriam Russo