CineWriters – Inception, la durata di un sogno

“Stai aspettando un treno, un treno che ti porterà molto lontano. Sai dove speri che questo treno ti porti, ma non puoi averne la certezza. E non ha importanza…perché saremo insieme.”

Che voi crediate o meno che la trottola, alla fine, smetta di girare su se stessa, non importa. Quello che ha unito tutto il pubblico è la certezza che con Inception siamo di fronte ad un film intricato e sorprendente. Il regista è Christopher Nolan che, prima di questo straordinario film del 2010, aveva già esplorato i confini tra realtà e illusioni con Memento (2000) e The Prestige (2006). In inception veniamo accompagnati in questo viaggio onirico da un cast importante: Leonardo DiCaprio è Dom Cobb, Joseph Gordon-Levitt è Arthur, Ellen Page è Arianna, Tom Hardy è Eames, Ken Watanabe è Mr. Saito, Cillian Murphy è Robert Michael Fischer e Marion Cotillard è Mal Cobb. Non a caso Inception si è aggiudicato nel 2011 ben quattro premi Oscar: miglior fotografia, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro e migliori effetti speciali.

Dom Cobb e la sua squadra “rubano” le idee alle persone entrando nei loro sogni con vari trucchi e stratagemmi, ottenendo le informazioni più segrete e nascoste su commissione. Mr Saito, un importante imprenditore giapponese, contatta Dom Cobb per proporgli un lavoro difficile: quello di innestare un’idea, anziché estrarla, nella mente di un uomo, Robert Fischer, il figlio di un industriale concorrente di Saito. L’idea da innestare è questa: una volta morto l’anziano padre, il ragazzo sceglierà di dividere la società e di non seguire le orme del genitore. In questo modo Mr Saito potrà espandere i propri affari incontrastato e, grazie si suoi contatti, Dom Cobb potrà ritornare negli Stati Uniti e rivedere i suoi figli, cosa difficile da fare autonomamente perché è accusato dell’omicidio dell’amata moglie . A Cobb si uniscono altri personaggi che lo aiuteranno nella missione: oltre a Saito, interverranno Eames, un falsario in grado di cambiare aspetto all’interno dei sogni; Arthur, l’aiutante di Cobb; Arianna, una giovane studentessa di architettura che progetterà gli spazi virtuali dei sogni e Yusuf, un chimico anestesista con il compito di rendere il sogno stabile e di contrastare eventuali attacchi dall’inconscio di Fischer. La squadra dovrà affrontare, tuttavia, non solo la mente di Fischer, ma anche l’inconscio di Cobb che, andando sempre più in profondità, rivelerà sofferenze nascoste.

La firma di Nolan in questo lavoro si intravede facilmente nell’organizzazione temporale del racconto e nell’incastro perfettamente riuscito dei molteplici “livelli” di sogno. Questa caratteristica e questa sua predilezione nello stravolgere l’intreccio delle storie che narra è una costante dei lavori più importanti del regista. Un esempio (altrettanto coraggioso) di manipolazione della trama nel susseguirsi degli eventi è quello del già citato film Memento; quest’ultimo presenta un montaggio differente da quello cronologico, seguendo l’ordine dei ricordi poco chiari del protagonista a causa di un disagio post traumatico. È possibile ricostruire la storia dei personaggi, in tutte le loro sfaccettature, esclusivamente alla fine della pellicola. Non solo, anche The Prestige presenta una struttura peculiare grazie ad un gioco di ruoli e una trama suddivisa in tre atti, proprio come i passaggi di un numero di magia – e noi ci sentiamo gli spettatori a teatro che la ammirano.

La voglia di ipotizzare il suo pubblico, per Nolan, è una costante: anche in lavori successivi persevera nel suo intento, gestendo il tempo e lo spazio come due modellabili sculture dipendenti dal suo volere. È il caso di Interstellar, del 2014,  in cui siamo catapultati a milioni di chilometri da casa, in compagnia di Matthew McConaughey che, tra le pieghe distorte dello spaziotempo, cerca di salvare la figlia e  l’intero pianeta Terra. Il tempo diviene infine un nemico da sconfiggere in Dunkirk nel 2017, poiché le tre storie che compongono il film presentano una dilatazione temporale differente, intrecciandosi tra di loro e rendendo in modo completamente nuovo la storia di un conflitto bellico.

Inception può dunque sembrare un film intricato e complesso a cui approcciarsi conoscendo profondamente il concetto del tempo e dello spazio di uno dei registi più importanti degli ultimi 20 anni, analizzandone i tratti e le sfumature.

La complessità è data senza dubbio dall’ardita e labirintica struttura narrativa del film. Tuttavia, la stratificazione dei sogni e  l’intreccio della storia risultano incredibilmente lineari e coerenti. Questo effetto è stato ottenuto tramite una sceneggiatura di ferro e un montaggio curato nei minimi particolari, aiutati da una componente fondamentale all’interno della trama che aiuta il distacco razionale dello spettatore e dei personaggi; il tutto è condito da dialoghi essenziali ed esplicativi di un cast eccellente, corale, equilibrato. Spiccano le interpretazioni di DiCaprio e della Cotillard ed emoziona la colonna sonora bilanciata di Hans Zimmer che attraversa i momenti cruciali della storia.

L’architettura è l’elemento chiave di questo film, sia perché esiste una figura tra i personaggi che ha il compito di progettare le ambientazioni dei sogni (e quindi di renderci visibile il contesto), sia perché i sogni, così come li intende il regista, sono perfettamente costruiti, ordinati e rigorosi. Molto lontano dalle rappresentazioni oniriche tradizionali, ma estremamente realistici e vicini al nostro quotidiano.

Il genio di Nolan sta nella rappresentazione di un mondo che sembra parallelo al nostro e non cede alla tentazione di utilizzare effetti speciali incredibili, che sarebbero risultati senza dubbio inverosimili. Non è un caso, d’altra parte, che nel sogno si possa vivere esattamente come nella realtà, tanto da rendere indistinguibili tra loro queste due dimensioni.

Se il rigore e l’architettura caratterizzano le strutture dei sogni di Inception e le ambientazioni in cui si svolgono le vicende, è però nell’intricato nascondiglio del subconscio che si rintraccia il messaggio e la tematica più importante del film. Definirlo un semplice thriller sarebbe infinitamente riduttivo, perché quello che si cela nei sogni di Nolan sono anche i ricordi di un amore perduto e il dolore di una perdita lacerante. Così, anche quell’ascensore della mente che sembra un banale espediente cinematografico, racchiude il significato della storia: giù, in fondo, dove strati di sogni proteggono la nostra mente, vivono i mostri di una sofferenza che non si è mai spenta e che è pronta a riaffiorare ad ogni minimo sobbalzo del cuore. Vivere nei sogni? Vivere nei ricordi? Allontanarsi dalla realtà non può che condurre alla morte e alla distruzione. Lasciare andare è forse la chiave per riappropriarsi della propria vita e per Cobb è l’unico modo per rivedere i propri figli, quando si è completamente svegli e lontani dai sogni. Ma poi, lo si è veramente del tutto?

Silvia Taracchini

-Link al trailer

https://www.youtube.com/watch?v=BV7z0I90MJk