CineWriters – Saturno Contro

“Ci sono momenti come questo in cui riesco a sentirmi felice. Voglio che rimanga tutto così per sempre. Anche se so che per sempre non esiste.”

Il regista turco Ferzan Ozpetek ambienta nell’amata Roma, già protagonista di molti suoi film, una pellicola sui sentimenti, le fragilità umane, il senso del dolore e dell’amicizia. Prodotto da Tilde Corsi e Gianni Romoli per la R&C Produzioni e distribuito da Medusa film, “Saturno contro” ha avuto un successo indiscutibile. Nelle sale cinematografiche è uscito il 23 febbraio 2007 e, in poco tempo, ha incassato 7.740.000 euro. Oltre l’aspetto economico, è importante ricordare i numerosi riconoscimenti del film:  4 Ciak d’oro, 5 Globi d’oro, 4 Nastri d’argento e un David di Donatello, come miglior attrice non protagonista, assegnato ad Ambra Angiolini.

La storia inizia con una cena tra amici a casa dello scrittore Davide e del suo compagno Lorenzo, che lavora in ambito pubblicitario. Uno alla volta, conosciamo Angelica, la psicologa, che è sposata con Antonio, occupato in una relazione extraconiugale con Laura, una fiorista. Neval, traduttrice di testi, è insieme al marito Roberto che fa il poliziotto. Incontriamo Sergio, il primo compagno di Davide, soprannominato per questo “Rebecca”, e la sensuale Roberta, appassionata di astrologia e dipendente dalla droga. Alla compagnia si aggiunge Paolo, un amico di Lorenzo. Durante una delle loro cene, Lorenzo ha un malore ed entra in coma. Da questo momento in poi, le vite di tutti subiranno un cambiamento profondo di fronte all’attesa della morte dell’amico. Avere “Saturno contro” significa, infatti, secondo l’astrologia, affrontare un periodo di difficoltà e cambiamento, perché Saturno è il pianeta punitore, portatore di cattive notizie. E sono proprio il cambiamento e la separazione i temi principali di questa storia, accanto ai quali troviamo i filoni più importanti dei lavori di Ozpetek: l’omosessualità, l’amore, la famiglia e la malattia.

Ozpetek riesce a narrare con estrema fluidità e serenità il dramma della separazione, sia mentale che fisica portando in scena un cast equilibrato e sinergico. I film corali, molto apprezzati dal regista, come “Le fate ignoranti” e “Mine vaganti”, sono difficili da gestire, ma in questo caso l’operazione viene condotta con grande maestria. Ci si sposta da un personaggio all’altro senza difficoltà, da una storia all’altra per addentrarsi nei drammi e nelle difficoltà di ciascuno. Il ritmo è pacato, dolce e morbido, grazie alla colonna sonora composta da Neffa, che ha saputo ricreare l’atmosfera dei sentimenti grazie ai suoni ampi degli archi e, talvolta, all’energia della samba.

 

“Tu non lo puoi immaginare il dolore che si prova, tu pensi di sapere tutto, ma tu non sai un cazzo. Tu non lo sai cosa significa sopravvivere a lui.”

 

Il senso del dolore è percepibile durante tutto lo svolgersi della narrazione, eppure non è mai un cupo sconforto senza rimedio, ma una sofferenza credibile e asciutta, uno smarrimento comprensibile e disincantato. I dialoghi tra i personaggi sono essenziali, veri e misurati. Siamo molto lontani dalle atmosfere vivaci e grottesche de “Le fate ignoranti” e da molti critici “Saturno contro” viene visto come la sua prosecuzione naturale. In realtà, questo film è ugualmente autentico e importante, perché mostra la maturità del regista e la sua capacità di far dialogare realtà diverse. Lorenzo, Davide, Angelica, Antonio, Laura, Neval, Roberto, Sergio, Roberta e Paolo sono quarantenni maturi, appartenenti alla classe medio-borghese, molto distanti dall’eccentricità dei personaggi de Le fate, che suscitavano sorrisi e simpatia. Molti ambienti ricordano quell’atmosfera dello “stare insieme”, che Ozpetek rivisita in molti suoi lavori. La tavola imbandita è simbolo di familiarità ed è il luogo da cui prendono avvio i sentimenti, le emozioni e le tensioni, sia ne Le Fate, che in “Mine vaganti” e anche in “Saturno contro”.

 

Le interpretazioni degli attori sono uno degli aspetti più apprezzabili di questo film, perché tutti sembrano rivestire ruoli adatti e calibrati. Ambra Angiolini, alle prese con la sua prima vera e propria prova di recitazione, è vera, toccante e sensuale allo stesso tempo ed è uno dei personaggi più interessanti del gruppo. Accanto a lei, la talentuosa Margherita Buy, protagonista ne Le fate Ignoranti, si riconferma autentica nel ruolo di una psicologa che organizza sedute di gruppo per fumatori senza speranza. Pierfrancesco Favino, che incarna in questo film il senso della sofferenza e del lutto, non è mai esagerato e i suoi sguardi intensi carichi di sentimento ricordano, alla lontana, quelli Alessandro Gassman in “Bagno turco”. D’altronde sicuramente Ozpetek potrebbe essere definito il cineasta degli sguardi, pari soltanto a quelli caratteristici del genere western, noti però per essere meno romantici e tipici di una ben differente narrazione.

 

La voce rassicurante di Lorenzo è quella che ci inserisce nella storia corale del gruppo di ragazzi ed è quella che, con la stessa estrema dolcezza, ci accompagna nel finale ad assistere alla significativa partita a ping pong dei suoi amici, momento in cui i personaggi si lasciano, per un attimo, la sofferenza alle spalle. Quando la vita sembra ricominciare e il dolore sembra essere stato esorcizzato, con un giro su se stessa la cinepresa ci riporta alla realtà ricordandoci che  quando Saturno passa, nulla resta più come prima.

Silvia Taracchini