Eppur si muove: Avatar 2 uscirà in tempo malgrado il COVID19

A questo titolo non crede molto neanche chi sta scrivendo. Eppure James Cameron ha voluto recentemente rassicurare tutti i fan di Avatar riguardo al fatto che il seguito del film campione di incassi del 2009, la cui uscita è prevista per il 17 dicembre 2021, non dovrebbe subire ritardi a causa della pandemia. Dell’ottimismo di Cameron rispetto al suo lavoro ormai ci fidiamo relativamente, ma la vicenda, per la sua unicità, merita di sicuro di essere approfondita.

Via libera ai set in Nuova Zelanda

La notizia più fresca è che la Nuova Zelanda, luogo in cui si stanno svolgendo le riprese del progetto, ha dato il via libera alla riapertura dei set cinematografici. Lo Stato oceanico pare infatti aver ben contenuto l’ondata di coronavirus, e pur con le dovute cautele si prepara a riavviare molte attività. Ne gioveranno la serie Amazon in produzione legata alla saga del Signore degli anelli e, appunto, Avatar, al quale probabilmente ulteriori rinvii non farebbero molto bene. Infatti, anche se Cameron continua a credere fortemente nel progetto, ormai sono passati ben dieci anni da quando ha cominciato a lavorarci. Il regista di Terminator e Titanic, complice la sua proverbiale meticolosità, ci ha messo decisamente del suo nel provocare questa dilatazione dei tempi. Non particolarmente famoso per pensare in piccolo, ha oltretutto messo in lavorazione ben quattro sequel.

Più film per abbattere i costi

Date le premesse, la scelta non è sbagliata: le tecniche necessarie per la lavorazione di questo tipo di film sono costosissime. In questo senso, produrre più film serve per poter ambire a maggiori incassi, e al fine di abbattere i costi Cameron li sta portando avanti tutti contemporaneamente. Similmente a come Peter Jackson ha fatto in passato proprio con Il signore degli anelli e Lo hobbit. Intendiamoci, si parla comunque di un esborso niente male, dato che le cifre trapelate parlano di un miliardo di dollari per finanziare l’intero progetto. Stando così le cose, la rivista Forbes ha provato a stimare la soglia di break even, ovvero l’incasso che queste pellicole dovrebbero superare per andare in pari.

Ebbene, tenendo in considerazione le spese di promozione e detraendo gli incassi degli esercenti tale cifra si aggirerebbe attorno ai 3,2 miliardi di dollari. Niente male davvero. Se i numeri fanno abbastanza spavento, va considerato però che la casa di produzione di Avatar, la 20th Century Fox, è ormai da qualche tempo di proprietà della Disney. Conoscendo la pianificazione maniacale dell’azienda dietro ogni sua uscita è presumibile immaginare che sarà poco propensa a rischiare buchi nell’acqua, tanto più in un momento di crisi così pesante. Cameron è quindi avvisato: niente scherzi, questo film deve andare in porto senza ulteriori problemi.

Dove eravamo rimasti?

A meno che non abbiate vissuto sugli alberi come i protagonisti di Cameron, è probabile che sappiate di cosa parla Avatar, ma è nostro dovere riassumerne comunque i caratteri essenziali.

La vicenda è ambientata in un remoto futuro su Pandora, un pianeta che gli umani stanno tentando di colonizzare. Il luogo è casa di una miriade di specie animali, tra le quali spiccano i Na’vi, esseri intelligenti con cui gli umani possono interagire grazie a speciali tecnologie. Da qui si sviluppa il racconto di una relazione che legherà indissolubilmente il terrestre Jake Sully e la Na’vi Neytiri, rispettivamente interpretati da Sam Worthington e Zoe Saldana. Se il racconto ambientato a Pandora non è mai stato considerato troppo originale – ricorda per larghi tratti Balla coi lupi o Pocahontas – va detto che la forza di Avatar sta dichiaratamente altrove. La sua parola d’ordine è “meravigliare”, e il mezzo attraverso il quale ci riesce è la tecnologia 3D, della quale è stato finora capolavoro incontrastato. 

Va detto però che sbronza collettiva per il 3D, che proprio questo film aveva contribuito a innescare, pare stia scemando ormai da anni. È troppo tardi perché Avatar possa tornare in pista? Cameron vincerà la sua scommessa? Abbiamo una data precisa che ci dirà la verità: 17 dicembre 2021. Fino ad allora, permetteteci il beneficio del dubbio.

Nicola Carmignani