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Federico Fellini: 100 anni dalla nascita di un mito

Il 20 gennaio 1920 nasce a Rimini uno degli artisti più grandi che l’Italia possa vantare. Quattro statuette d’oro per la categoria miglior film straniero vinte con La strada (1954), Le notti di Cabiria (1958), 8 ½ (1964) e Amarcord (1975), più un Oscar alla carriera nel 1993. Federico Fellini era, ed è ancora oggi, uno degli artisti contemporanei più acclamati della storia del cinema, un maestro nel suo campo, un genio riconosciuto, un fiero rappresentante della creatività italiana e un modello estetico per molti altri grandi del cinema. Il mago di Rimini è riuscito a dare al dopoguerra italiano un carattere onirico, adattando su schermo racconti popolari e ricordi di infanzia, con il suo inconfondibile tocco agrodolce.

A cento anni dalla sua nascita, ricordiamo la sua arte, che è la sua vita.

L’unico vero realista è il visionario

Vita e sogni erano la materia prima per i film di Fellini. Passò la sua giovinezza in un’Italia dominata da Mussolini e Papa Pio XII, appuntando su taccuino tutti i suoi sogni e le immagini che rappresentavano la sua terra. Personaggi come Saraghina, considerata il diavolo, o la Gambettola, la casa di campagna della sua nonna paterna, vengono mostrati diverse volte nei suoi film, diventando veri e propri simboli della sua cinematografia. Infatti, non è un caso se il termine “paparazzi”, che definisce un mestiere, venga dal personaggio de La dolce vita chiamato Paparazzo. Fellini trovò un nuovo modo di raccontare tutto quello che viveva, attraverso la semplice rappresentazione dei suoi sogni e il lato più grottesco dei suoi ricordi.

La vita è una combinazione di pasta e magia

Fellini nasconde alcuni piccoli piaceri tipicamente tricolori: l’arte, l’amore e la pasta. Per tutta la vita, fu fedele alla sua Bella Italia e alla sua musa, moglie, unico e vero amore della sua vita Giulietta Masina

“Giulietta mi è parsa subito una misteriosa persona che richiamava una mia nostalgia di innocenza. Vi è una parte di incantesimi, magie, visioni, trasparenze la cui chiave è Giulietta. Mi prende per mano e mi porta in zone dove da solo non sarei mai arrivato” 

sono le parole di Fellini. Ma ciò che riempie il cuore, non riempie lo stomaco. Federico è un uomo di buona forchetta e Giulietta per ben 50 anni di matrimonio, sapeva che, dopo una giornata lunga di lavoro, c’era una sola cosa che lo avrebbe conquistato: un bel piatto di pasta, quello che oggi riconosciamo come un bel piatto di spaghetti alla giulietta. Masina non svelò mai al marito il segreto della sua ricetta, lasciando intendere che l’ingrediente misterioso era l’amore che nutriva il loro matrimonio.

Non c’è fine. Non c’è inizio. C’è solo l’infinita passione per la vita

La sua passione per la vita è strettamente legata a quella per il cinema. Lo stesso regista afferma di non riuscire a pensare a una carriera al di fuori del mondo cinematografico. A Fellini piace il cinema perché con esso hai, in quanto regista, la possibilità di “esprimerti mentre vivi, di raccontare il viaggio mentre lo fai (…) sono stato portato per mano a scegliere un mestiere che è l’unico mestiere per me, l’unico che mi permetta di realizzarmi nella forma più gioiosa, più immediata” dichiara Fellini. In aggiunta, il suo obiettivo come cineasta era quello di mostrare, non di dimostrare; un buon film non aveva bisogno di grandi idee, di amori infiammati, di sdegni: l’unico obbligo quotidiano era quello di fare, di creare. E in questo, Federico ci è riuscito alla perfezione. 

L’arte felliniana vede il cinema come incanto e disincanto, sospensione dell’incredulità, il trovare lo straordinario nell’ordinario, in un connubio perfetto e armonioso, indispensabile per la mitizzazione dei suoi film, ormai capolavori eterni.

“E se gli artisti vivono nella loro arte, l’umanità vive nelle parole e nell’amore di quelli che ricordano” (U.Foscolo). 
Per questo motivo Federico, i suoi sogni e il suo cinema non moriranno mai. 

Miriam Russo