Giant Little Ones

Piccoli giganti al Giffoni, la scoperta di se stessi e la forza dell’amore senza etichette.

Altro appuntamento con i film in concorso, categoria Generator +16, questa volta con un vero e proprio gioiellino: Giant Little Ones, primo film di Keith Behrman (per l’intervista QUI), è tra i migliori 10 film canadesi dell’anno. È la storia di Franky e Ballas, due amici per la pelle che incarnano lo stereotipo ideale dei teenager americani: popolari, membri della squadra di nuoto del liceo, circondati da belle ragazze. Il giorno del 17esimo compleanno di Franky, accade però qualcosa di strano e insolito, un qualcosa che influenzerà la loro vita e la loro amicizia. 

Personalmente stregata dalla bravura (e dal fascino) dei due protagonisti, interpretati da Josh Wiggins e Darren Mann (che ricorderete per il ruolo di Lucas nella serie tv Netflix Le terrificanti avventure di Sabrina) mostrano una grande intensità di espressione e l’abilità nel comunicare con un solo sguardo. Questa strategia comunicativa viene però enfatizzata da alcune scene in slow-motion che il regista cura con minuzia, bilanciando le luci, i suoni e i primi piani. 

Giant Little Ones affronta con leggerezza il tema dell’omosessualità e della consapevolezza di se stessi, in “un’età in cui gli ormoni in eruzione e una sessualità in fiore si abbinano ad un’ingenuità ancora infantile” dichiara il regista”. Il film “mette in scena la situazione unica che si trovano a vivere gli adolescenti di oggi. Agiscono sulla base di una nuova accettazione culturale di un’identità sessuale incerta, tuttavia si ritrovano a fronteggiare vecchi stereotipi e pregiudizi” continua. 

La vera forza del film è però nel titolo: Piccoli giganti è la sua traduzione italiana nonché una definizione che accomuna persone di tutte le età. In un mondo in cui non siamo mai sicuri di noi stessi, ci sentiamo davvero molto piccoli, come granelli di sabbia in un deserto; eppure, basta fermarsi un attimo per scoprire o riscoprire la nostra vera essenza. Allora, e solo allora, saremo dei giganti pronti ad affrontare qualsiasi situazione.

Anche il regista Keith Behrman è, in un certo senso, un piccolo gigante. Dopo aver lavorato per diversi anni in TV infatti, si è preso una pausa per dedicarsi alla sua passione per la meditazione e lo yoga, vivendo e studiando in ashram e monasteri asiatici e canadesi. Così è tornato a casa con l’ispirazione per Giant Little Ones, un’altra dimostrazione della regola di vita non scritta che sancisce l’amore incondizionato verso noi stessi per avere la possibilità di apprezzare ed amare gli altri.

Miriam Russo