Come essere felici – nonostante tutto – nel Sudafrica di metà anni ’80
Sudafrica, anno 1984.
Siamo nel pieno del regime dell’apartheid.
Nel paese africano vige un clima di terrore: non solo verso i neri ma anche verso le altre minoranze, quelle sessuali incluse.
Le uniche cose che contano sono l’amore verso Dio e la Patria, difesi fermamente dall’esercito.
Ma è proprio all’interno dell’organizzazione militare che troviamo una sezione molto particolare, dedicata al canto: i Canarini.
E possiamo dire che proprio qui comincia la nostra storia.
Johan Niemand è un ragazzo che vive in una piccola cittadina della provincia sudafricana ed ha due grandi passioni: la musica inglese anni ’80 e tutto ciò che ruota attorno al mondo della musica come suonare, comporre a anche cantare. Un giorno dopo essersi esibito vestito da sposa per le vie della sua cittadini, cantando Small Town Boy del gruppo inglese Bronsky Beat, riceve quella che per molti ragazzi della sua generazione è una notizia devastante in qualsiasi parte del mondo: la chiamata per il Servizio Militare.
Per gli ultra religiosi governanti sudafricani “quelli come” il protagonista sono però da considerare come un nemico: Johan è omosessuale.
Riesce ad entrare nei Canarini, il coro dell’Esercito Sudafricano, e durante il viaggio verso Pretoria conosce il giovane Ludolf, con cui condivide non solo l’essere stato chiamato a servire il Paese ma anche l’adesione ai Canarini.
Arrivati a Pretoria inizia la parte più dura per i due, ovvero quella dell’addestramento fatto di soprusi e insulti. Col passare del tempo però, scandito anche dai concerti per le truppe, Johan conosce la persona che sconvolgerà drasticamente la sua vita, il commilitone Wolfang.
Ed è proprio rivolto a quest’ultimo che pronuncerà una delle frasi più iconiche di tutto il film:
“Da piccolo i ragazzi del quartiere suonavano i campanelli delle bici per segnalare che in quella casa viveva il diverso. […] ho impacchettato ghiande per tutto l’autunno per comprare delle cuffie perché con le cuffie i campanelli non suonano, ma la musica si.”
Canaryn è uno spaccato di un mondo parallelo, un mondo di cui si sapeva poco o nulla e che in questo film viene approfondito: del Sudafrica degli anni ’80 all’estero, infatti, si conosceva solo la vicenda legata a Mandela e della segregazione della popolazione nera. Ben poco però della forte influenza delle autorità religiose e delle conseguenze che questa ha avuto su molte vite.