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Mare fuori, una serie RAI di (meritato) successo

Nun te preoccupa’ guaglio’, ce sta o’ mar’ for’ / Ce sta o’ mar’ for’, ce sta o’ mar’ for’… Quante volte vi è capitato di ascoltare il ritornello della sigla di una serie o di intonarlo voi stessi, magari ignorandone l’origine? Succede quando una serie diventa così famosa da uscire dai propri confini e i suoi elementi più iconici iniziano a viaggiare autonomamente.

Ed è quello che è successo con Mare fuori, fortunata serie RAI arrivata alla sua terza stagione, con la quarta già annunciata, che ha disseminato varie tracce di sé – entrate nel cuore (e sui social) delle persone, fan e non solo – dalla colonna sonora originale alle storie appassionanti vissute da personaggi forti e indimenticabili.

E così la fiction di nicchia, mandata in onda per la prima volta su Rai2 nel settembre 2020, è diventata una piccola serie di culto, disponibile sia su RaiPlay sia su Netflix, piattaforme sulle quali ha registrato e registra un numero di visualizzazioni da capogiro, ben oltre le 80 milioni.

Una storia corale

Sicuramente il maggior punto di forza di Mare fuori è la storia corale di cui è intessuta la trama. La serie, infatti, è ambientata nell’Istituto di Pena Minorile di Napoli, ispirato al carcere minorile realmente esistente di Nisida, e segue le vicende dei giovani detenuti, le storie personali che inevitabilmente si intrecciano tra loro, le dinamiche che si creano dentro e fuori il carcere.

C’è chi ci è finito quasi per sbaglio come Filippo (Nicolas Maupas), promettente pianista milanese di buona famiglia a cui il coinvolgimento in un tragico incidente cambia la vita; chi in difesa di un proprio caro, come Carmine (Massimiliano Caiazzo) per la sua ragazza Nina (Greta Domenica Esposito) e Pino (Ar Tem) per il proprio cane; chi, come Ciro (Giacomo Giorgio), Rosa (Maria Esposito), Edoardo (Matteo Paolillo), perché il carcere è quasi una tappa obbligata all’interno del cursus honorum criminale.

Con loro, tanti altri ragazzi dalle vite difficili: costretti tra le quattro mura del carcere, vivranno amicizie, conflitti, amore e odio, vita e morte, rabbia, paura, dolore e perdono.

La speranza della scelta

Mare fuori è, quindi, una vasta gamma di storie legate dal filo conduttore della speranza data dalla scelta: si può sempre scegliere tra Bene e Male.

Anche se non è una scelta facile, soprattutto se si è cresciuti in un rione in cui non c’è niente e la criminalità si presenta come l’unico mezzo di ascesa sociale o, forse ancora peggio, se si proviene da una famiglia camorrista con un sistema valoriale corrotto in cui contano solo l’onore, il sangue, il potere e il rispetto.

Il destino sembra già scritto e la scelta già fatta, ma poi arrivano un adulto che propone un modello di valori radicalmente diverso, un amico che si sacrifica o un amore inaspettato che danno un’improvvisata sterzata alla direzione presa, che fanno capire che un’alternativa c’è, che una speranza c’è, che oltre quelle mura purgatoriali, non c’è solo l’inferno della realtà da cui si proviene ma c’è, appunto, anche il “mare fuori”, la possibilità di una vita nuova, diversa, felice.

Al cuore di tutti

Questa serie, dunque, ci rammenta che il carcere ha e deve avere una funzione in primis riabilitativa, un messaggio che passa ancor di più grazie al punto di vista adottato, quello dei ragazzi che, nonostante i delitti gravissimi e incancellabili commessi, con le loro paure e fragilità ci ricordano che dietro le sbarre ci sono persone in cerca di una seconda possibilità.

Questa era l’idea che ha guidato gli sceneggiatori della serie Cristiana Farina e Maurizio Careddu, autori di personaggi ben scritti e di un grande affresco umano che, dobbiamo ammetterlo, sebbene a volte presenti qualche buco di trama, nel suo complesso riesce a parlare al cuore di tutti: in primis, a quello degli attori, che hanno regalato prove recitative notevoli, dando tutto loro stessi (al punto che Matteo Paolillo, l’interprete di Edoardo, ha scritto varie canzoni per la serie, tra cui la sigla, di cui abbiamo citato due versi a inizio articolo) e in secundis quello del larghissimo pubblico, composto anche da molti giovani e giovanissimi.

Insomma, Mare fuori è una scommessa vinta: è un prodotto RAI che suggerisce delle storie coinvolgenti, un messaggio importante e un cast giovane molto talentuoso, nient’affatto scontato. Vi consigliamo di darle una possibilità, in attesa di una quarta stagione che speriamo sia all’altezza delle precedenti.

Emanuela Macci