Chiariamo subito le cose: se cercate un film dalla trama semplice, lineare, da vedere a tavola distratti, mentre si fa scorrere un annoiato dito su e giù per la galleria Instagram, che vi intrattenga senza farvi porre troppe domande alla fine di esso, beh… sappiate che Mr. Nobody non è il genere di film che intendete guardare. Mr. Nobody (QUI il trailer) è uno di quei film che terminata la visione vi farà rimanere lì, con lo sguardo inchiodato allo schermo, e probabilmente con ancora il telecomando tenuto stretto in mano.
Scelta o non scelta?
Mr. Nobody è un film del 2009 di genere drammatico- fantascientifico diretto da Jaco Van Dormael, che vede come protagonista un eccelso e poliedrico Jared Leto nei panni di Nemo Nobody.
Racconta la storia del centodiciottenne Nemo Nobody, l’ultimo umano ancora mortale che vive in un futuro distopico, attraverso i suoi ricordi ormai quasi sbiaditi. Il regista, che ha abilmente usato diverse linee temporali intrecciate, mette in scena i momenti salienti della vita del protagonista, quelli delle scelte o non scelte intraprese (a seconda di come lo si vuole leggere).
Scegliere non è mai facile
Il tema della scelta è chiaro fin da subito; il film infatti, si apre proprio con una frase chiave per lo spettatore: “Devi fare la scelta giusta. Ma fin quando non si sceglie, tutto rimane possibile”. Nemo all’età di 9 anni si trova sulla banchina del treno, costretto a dover scegliere se vivere con sua madre o con suo padre, e da questa tanto inaspettata quanto crudele decisione ne scaturirà una sorta di Big Bang immaginario, che darà inizio ad una serie multipla di possibilità, tutte connesse alle differenti scelte prese durante tre momenti importanti della sua vita: all’età di 9, di 15 e di 34 anni.
Il dilemma cardine del film è che spesso, per noi umani, non conoscere l’esito di una scelta, può portare a non prenderne mai una. Tuttavia Nemo, nonostante conosca il finale di ogni possibile decisione presa, non riesce comunque a scegliere, è paralizzato dall’indecisione. Questo, perché ogni scelta, una volta intrapresa, può essere quella giusta, o meglio, non esiste effettivamente una scelta sbagliata. Il film inoltre, richiama diverse teorie tra cui quella del caos (o effetto farfalla), e la teoria delle stringhe: l’uomo non è altro che un burattino impotente davanti l’imprevedibilità degli eventi e l’unica cosa di cui è ancora padrone è il suo libero arbitrio, la possibilità di scegliere.
Una pellicola che porta all’ empatia
Il film ha uno scopo chiaro, quello di portare lo spettatore attraverso una esperienza sensoriale ad interrogarsi costantemente sulla propria vita e di conseguenza, sulle proprie scelte… passate o future che siano. Un vortice di sentimenti che si alternano, quali paura, passione, amore e depressione prendono vita sullo schermo e allo spettatore, sembrerà quasi di provarle contemporaneamente insieme a Nemo. Il film ci insegna che non importa quanto sia difficile scegliere, l’importante è farlo perché sono proprio le nostre fragilità e le nostre paure che ci rendono meravigliosamente umani e imperfetti.
Diletta La Marca