Non sono un uomo facile: la commedia francese che ci piace

Dicono sia più facile far piangere che far ridere. Io ci credo fermamente, perché ogni volta che cerco una buona commedia devo investire tempo studiando log-lines e trailer per assicurarmi che sia realmente divertente.
Fanno eccezione le commedie francesi: le trame non saranno all’avanguardia ma sono comunque originali, gli attori sono bravi e il film è generalmente curato, ma soprattutto fanno ridere.

Non sono un uomo facile è uno di questi, con l’aggiunta di una denuncia sociale non indifferente: lo sciovinista Damien conosce bene i vantaggi di essere maschio ma viene ripagato con la stessa moneta quando si risveglia in un mondo capovolto in cui sono le donne ad occupare il posto che gli uomini ricoprono nel nostro mondo.

Un film brillante

Brillante l’idea, gli attori e le sottigliezze all’interno del film per rendere al meglio le dinamiche invertite tra uomini e donne. 
Gli attori si calano perfettamente nelle parti a loro assegnate: spiccano le donne, molto credibili nei loro ruoli mascolini.La coppia di protagonisti, formata da Vincent Elbaz (nel ruolo dello sventurato protagonista Damien) e Marie-Sophie Ferdane (nel ruolo del nuovo capo di Damien, Alexandra), è coinvolgente ed è impossibile non tifare per loro, al contrario delle coppie di molte altre commedie romantiche che si somigliano tutte tra loro e lasciano abbastanza indifferenti.

Cosa funziona e cosa funziona meno

L’idea è buona e sviluppata nel dettaglio e la regista, Eleonore Pourriat, riesce a provocare e a farci indignare per le sventure del protagonista nella nuova dimensione in cui è piombato. Farci indignare e ricordarci subito dopo che queste cose succedono ogni giorno anche nel nostro mondo. 
La sua struttura è quella classica di ogni commedia romantica: e se da una parte è un vantaggio perché garantisce il successo del film, dall’altra rischia di farlo perdere tra le mille altre commedie che vengono prodotte ogni anno.

Chi lo guarda? Chi lo scarta?

Premettendo che per me Non sono un uomo facile dovrebbe essere visione obbligatoria nelle scuole, direi che, escludendo uomini sensibili a scene in cui i maschi si depilano l’inguine, è un film che si può consigliare a tutti. La trama sarà pure un po’ scontata ma il film non è stato concepito per avere colpi di scena (ma regalerà comunque una o due piccole sorprese), ma come pellicola da guardare per rilassarsi, ridere e riflettere.

Colonna sonora, scenografia, personaggi

Un altro motivo per guardare questo film? La colonna sonora, curata dal compositore francese Fred Avril! Piacevole, ben studiata e con scelte musicali per nulla scontate. Le riprese sono nitide e i colori puliti. Le scenografie coincidono con gli ambienti della nostra quotidianità, solo più sfarzosi, come in ogni commedia che si rispetti. I personaggi sono caratterizzati quel tanto che basta per trasmettere il messaggio del film, rendere delle dinamiche tra amici credibili e creare una storia d’amore centrale che, a discapito del prevedibile esito, si segue con interesse.

Voto e annotazione del docente (ma docente di che?)

9. Manca quel je ne se quoi per rendere il film memorabile. Forse l’elemento assente è la (almeno apparente) mancanza di ambizione. Non sono un uomo facile infatti sembra essere un film pensato più per essere visto durante una serata che per diventare un cult e forse è proprio per questo che merita un bel 10.

Amida Agalliu