Quando parliamo di “Comfort movies”, ci riferiamo a quei film che creano in noi una sensazione di benessere e familiarità. Sono quelle pellicole che non ci stancheremmo mai di guardare ripetutamente, per la trama coinvolgente, i personaggi affascinanti, l’estetica cinematografica o per altre ragioni.
Ognuno di noi ha i propri comfort movies preferiti, influenzati dai generi cinematografici che amiamo di più o dalle sensazioni che desideriamo risvegliare. One Day è uno dei miei. Ogni volta mi prometto di non vederlo più perché, diciamocelo, il finale fa versare tutte le lacrime possibili, ma alla fine ritorno sempre a guardarlo.
One Day e quella sensazione di familiarità
One Day è un film del 2011 diretto dalla regista danese Lone Scherfig (Italiano per principianti; An Education; Posh) e basato sull’omonimo romanzo di David Nicholls. La trama segue la storia di Emma Morley (Anne Hathaway) e Dexter Mayhew (Jim Sturgess), due giovani che si incontrano all’Università di Edimburgo il 15 luglio 1988, durante una notte di festeggiamenti per la loro laurea.
La particolarità di One Day risiede nel suo meccanismo narrativo: per raccontare la storia tra i due protagonisti, il film si concentra esclusivamente su un solo giorno dell’anno, il 15 luglio. Questa struttura narrativa crea una sensazione di familiarità e ripetibilità. Sapere che ogni anno incontreremo i due protagonisti in una nuova fase della loro vita può essere rassicurante, e genera un senso di attesa per scoprire cosa riserverà il prossimo 15 luglio.
Dal 1988 al 2006 Emma e Dexter incrociano i loro destini in una relazione d’amicizia che nasconde nelle sue pieghe un amore profondo. Fin quando, proprio un 15 luglio, un evento imprevedibile sconvolgerà le loro vite.
Il peso di sentirsi in ritardo
Durante il film, ambientato tra Edimburgo, Londra e Parigi, impariamo a conoscere Emma e Dexter. Li osserviamo mentre affrontano le sfide della vita adulta e le scelte che ne conseguono. Li vediamo commettere errori nel lavoro e nell’amore, ma mai condannandoli per le loro scelte. Sono personaggi umani e vulnerabili, che navigano attraverso le difficoltà della vita.
Il sentimento di sentirsi fuori posto, di stare sprecando il proprio tempo, di essere in ritardo rispetto agli altri, fa da sfondo ai primi anni della loro storia. Emma, con il sogno di diventare scrittrice, si ritrova a fare lavori di ripiego, con la sensazione di sprecare i suoi anni migliori. Dexter, al contrario, intraprende subito una carriera da presentatore, ma si smarrisce nelle dinamiche e nelle pressioni del mondo dello spettacolo.
Questa sensazione di essere in ritardo nella propria vita è un’esperienza comune a molti giovani. A loro il film dà una pacca sulla spalla e rassicura che non esiste un unico percorso per la felicità e che ognuno ha il proprio tempo e la propria strada per trovare il senso della propria vita.
One Day diventa una serie tv e approda su Netflix
Proprio recentemente ho ceduto all’ennesimo rewatch del film, complice il fatto che Netflix, a partire dall’8 febbraio 2024, ha reso disponibile l’adattamento televisivo di One Day, tratto dal romanzo del 2009 e dal film del 2011.
Nel ruolo dei protagonisti troviamo Ambika Mod (che ha recitato in This Is Going to Hurt) e Leo Woodall (già noto per The White Lotus). I due attori, seguendo le orme della magistrale interpretazione di Anne Hathaway e Jim Sturgess, con la loro chimica regalano una nuova e brillante versione di Emma e Dexter.
La struttura seriale, composta da 14 episodi della durata di circa 20 minuti ciascuno, permette di approfondire le sfaccettature e le dinamiche relazionali tra i due personaggi. I primi 12 episodi esplorano ogni anno dal 1988 al 1999, mentre gli ultimi due episodi condensano gli anni successivi fino al 2007. Ciò riesce a restituire ampiezza alla storia, elemento che inevitabilmente si perde in un adattamento cinematografico.
Una nuova luce illumina i personaggi secondari, che nel film abbiamo conosciuto di sfuggita. In particolare Tilly, la migliore amica e coinquilina di Emma, e Sylvie, la moglie di Dexter. La serie approfondisce il legame che li unisce a Emma e Dexter, crescendo e cambiando insieme alle loro vite, ma mantenendo una presenza costante e vera.
La colonna sonora di One Day
Le emozioni suscitate dal film sono ulteriormente arricchite dalle musiche che lo accompagnano. Il tema musicale centrale, We Had Today, è composto da Rachel Portman, la prima donna ad aver vinto un Premio Oscar per la migliore colonna sonora nel 1997 per il film Emma.
Come il film stesso, la musica di One Day offre sensazioni dolci e al contempo dolorose. È proprio per questo motivo che definisco One Day un comfort movie dolceamaro, in grado di regalare momenti di gioia e spensieratezza, ma allo stesso tempo di essere spietato. L’autenticità del film risiede proprio in questa capacità di riflettere la vita reale, con tutte le sue sfumature di emozioni contrastanti.
Noemi Giacci