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Precious: il fiore prezioso di Lee Daniels

Precious è un fiore delicato, cresciuto inaspettatamente sul ciglio della strada, tra immondizia e maleducazione, sopravvissuto a piogge e menefreghismo. Un capolavoro nella sua durezza e verità, ma delicato e toccante nello stile. Lee Daniels dirige nel 2009 questa pellicola di rara bellezza, che si aggiudica due premi Oscar nel 2010 (miglior sceneggiatura non originale a Geoffrey Fletcher e miglior attrice non protagonista a Mo’Nique), numerosi premi al Sundance Film Festival e il riconoscimento nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes del 2009. Tratto dal romanzo La storia di Precious Jones di Sapphire Push, il film ha tra gli attori principali: Gabourey Sidibe (Precious), Mo’Nique (la madre di Precious) e Paula Patton (Miss Rain). Compaiono anche Mariah Carey e Lenny Kravitz rispettivamente nel ruolo di un’assistente sociale e di un infermiere.

La storia di Precious Jones

“Mi chiamo Clareece Precious Jones, mi chiamano Precious, vivo ad Harlem, mi piace il giallo e ho avuto problemi all’altra scuola.”

Precious ha sedici anni, problemi di obesità e una madre che non lavora e continua a maltrattarla. Sa a malapena leggere e scrivere, è incinta per la seconda volta del padre che l’ha violentata fin da quando era in fasce. Dopo essere stata espulsa dalla scuola pubblica per la sua gravidanza, viene inserita in una classe per persone problematiche dove incontra Miss Rain, un’insegnante che le darà quell’amore e quel sostegno che non ha mai avuto. Dopo l’ennesimo gesto violento da parte della madre, Precious scappa di casa con suo figlio appena nato e si rifugia da Miss Rain. Grazie a lei e all’assistente sociale riuscirà a denunciare le violenze subite e a ottenere la custodia della prima figlia. 

Attori non professionisti per un film straordinario

Il cinema ha il potere di farci vivere emozioni straordinarie o di farci incontrare persone che vorremmo al nostro fianco; altre volte ci catapulta in situazioni contorte e case infestate. In alcuni casi ci presenta storie che muovono i nostri sentimenti, ci spingono al limite della sopportazione finchè non ci auguriamo che tutto finisca per il meglio. La storia di Precious è uno di questi casi particolari, in cui sappiamo che non vivremo mai esperienze del genere, e questo ci consola da una parte, ma dall’altra sappiamo che altrove, nel mondo, qualcuno lo sta facendo. Così il cinema diventa esperienza e consapevolezza. E, in seguito, non siamo più gli stessi. 

Devastante e  straordinario sono due degli aggettivi che meglio descrivono il lavoro di Lee Daniels. Con interpretazioni che sfiorano la perfezione e si allontanano dall’idea che abbiamo della recitazione, proprio perché gli attori scelti per i ruoli principali non sono professionisti (Sidibe ha studiato recitazione ma questo è stato il suo primo lavoro, Mo’Nique è una nota comica americana e i famosi Carey e Kravitz non hanno bisogno di presentazioni). Sembra appunto che i personaggi siano cuciti loro addosso, anche se provengono da un romanzo.

La madre di Precious (Mo’Nique) merita una menzione per la prova attoriale di altissimo livello. Fin dalle prime battute e dai primi piani sul suo sguardo, riesce a trasmettere una cattiveria e perfidia inimmaginabili. Risulta fastidioso vederla continuamente umiliare Precious (il dialogo sulle scale è a dir poco sconvolgente) o costringerla a mangiare. Quando, poi, davanti all’assistente sociale spiega che ha permesso al marito di abusare della figlia, rivelando la sua immensa fragilità, è difficile non commuoversi. Persino Mariah Carey, quasi irriconoscibile senza trucco, a stento ha trattenuto le lacrime girando questa scena.

E il regista ha deciso di non tagliare nulla, tenendo buona la prima prova.
I momenti più drammatici o le scene di violenza sono talvolta interrotti dai sogni ad occhi aperti di Precious che regalano qualche attimo di serenità in mezzo a tanto orrore. Queste scelte registiche rivelano la bravura e l’originalità di Daniels che riesce a sensibilizzare lo spettatore e a farlo sentire vicino a Precious senza schiacciarlo nell’incubo della sua vita e senza inutili pietismi. Gabourey Sidibe si muove con decisione nella storia ed emergono una rara forza e bellezza nel suo sorriso così come nelle sue lacrime. Avrebbe forse meritato qualche riconoscimento in più. 

Uscire dal tunnel 

“Certi hanno una luce attorno che illumina anche le altre persone. Penso che forse alcuni di loro stavano in un tunnel e in quel tunnel forse l’unica luce che avevano stava dentro di loro. E poi, anche tanto tempo dopo che sono usciti dal tunnel, continuano a splendere per tutti gli altri.”

L’insegnante Blue Rain (Paula Patton) costituisce il punto di svolta nella vita di Precious. Coraggiosa e altruista, grazie ai suoi insegnamenti e al suo sostegno, Miss Rain riesce a dare fiducia alla ragazza, a fare breccia nel suo cuore e a tirarla fuori dalla sua difficile situazione. Basta ascoltare le presentazioni delle ragazze della classe di “Each one teach one” per avere uno scorcio del degrado sociale della Harlem della seconda metà degli anni Ottanta. Il film di Daniels rivela quindi un lato ottimista e spiega come l’aiuto degli altri sia fondamentale. La scuola e le istituzioni, in questo caso i servizi sociali, sono gli altri protagonisti del film. 

Il regista avrebbe potuto indugiare maggiormente sui temi scabrosi del romanzo: incesto, violenze domestiche, povertà, degrado sociale e culturale, aids. Eppure grazie a pochi personaggi, come Miss Rain, l’assistente sociale o l’infermiere dell’ospedale (Lenny Kravitz) riesce a illuminare di speranza l’intera storia. Ne rimaniamo affascinati e gioiamo quando Precious esce finalmente dal tunnel e intraprende un nuovo cammino.

Silvia Taracchini