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Ricordati di me, un ritratto di famiglia

Nel 2003 esce nelle sale cinematografiche Ricordati di me, diretto da Gabriele Muccino, con Laura Morante, Fabrizio Bentivoglio, Silvio Muccino, Monica Bellucci e Nicoletta Romanoff. Il film ha ricevuto numerose nomination ai David di Donatello e ha vinto ai Nastri d’argento nelle categorie “miglior attrice non protagonista”, all’interpretazione della Bellucci, “miglior sceneggiatura”, a Gabriele Muccino e Heidrun Schleef e “miglior produttore” a Fandango. 

Ricordati di me è un ritratto di famiglia ma soprattutto una riflessione sull’infelicità, sul sentirsi soli e non apprezzati. Dopo L’ultimo bacio, in cui Muccino aveva raccontato la difficoltà nel lasciarsi alle spalle la giovinezza, il regista con questa nuova pellicola ci conduce alla scoperta delle profonde frustrazioni di una coppia adulta. Dove sono finiti i sogni e le aspettative di un tempo? Nascosti dietro anni di routine e di lavori insoddisfacenti, ma nel giro di poco tempo tutto riaffiora alla mente e gli equilibri si sfasciano.

Domande senza risposta

Una voce fuori campo ci presenta la famiglia Ristuccia: Carlo (Fabrizio Bentivoglio) ha sempre voluto scrivere un libro ma è intrappolato in un lavoro che non apprezza e in una routine senza scampo; Giulia (Laura Morante) avrebbe sempre voluto fare l’attrice teatrale, ma è troppo insicura e ansiosa e sembra aver accantonato quel pensiero; i figli Paolo (Silvio Muccino) e Valentina (Nicoletta Romanoff) vivono la stessa crisi dei genitori e cercano disperatamente di farsi notare e di realizzare le proprie ambizioni. Paolo vuole conquistare una ragazza e Valentina vuole entrare nel mondo televisivo come ballerina. 

Improvvisamente tutti sembrano ricevere un’opportunità per cambiare la propria vita. Un incontro con una donna del passato (Monica Bellucci) spingerà Carlo a tradire la moglie e a riscoprire i propri sogni di scrittore, un’audizione per Giulia e un appuntamento per Valentina saranno l’occasione per mettersi in gioco. 

“Ma tu come mi vedi? Cosa pensi di me?” Lo chiede Paolo a Valentina, Valentina a Paolo, Carlo a Paolo. Queste domande non ricevono una risposta che valga davvero qualcosa. Carlo, Giulia, Paolo e Valentina sono alla ricerca di se stessi. Più che la loro identità stanno cercando di affermarsi e di raggiungere i propri sogni. Non comunicano mai eppure, uno alla volta, si pongono le stesse domande. Che cosa desiderano, in fondo, i personaggi? 

Il desiderio di essere ricordati

Si distinguono fin da subito le interpretazioni della Morante, che nei suoi momenti di nevrosi e ansia dimostra un talento irraggiungibile, e di Fabrizio Bentivoglio, il cui sguardo a tratti perso e rassegnato lascia l’amaro in bocca fino alla fine. Una menzione merita anche Monica Bellucci, Alessia, l’amante di Carlo, l’unico personaggio forse non stereotipato della pellicola. 

Nonostante la sceneggiatura non sia delle più brillanti e alcuni passaggi siano facilmente prevedibili, Gabriele Muccino riesce perfettamente a trasmettere il significato del film: il profondo bisogno di essere amati e apprezzati e di essere, in fondo, ricordati. Nessuno riesce a realizzarsi da solo, ha bisogno dello sguardo dell’altro per vedere con chiarezza la vera immagine di sé.

Valentina tenta in tutti i modi possibili di accedere al mondo televisivo, rappresentato con superficialità e pochezza da un conduttore senza scrupoli e solo quando riuscirà nel suo intento si sentirà forte e felice; Carlo legge il suo manoscritto ad Alessia, sperando in un po’ di comprensione e di amore, anche se ciò che ascoltiamo sono solo i passaggi di un racconto rassegnato e triste, che tuttavia non trova mai una reale compiutezza (l’eterna frase di Carlo “eh ma uno di questi giorni lo finirò” ne è la prova); Giulia vuole e non vuole tornare a recitare e i continui dubbi e tentennamenti la spingeranno tra le braccia del regista teatrale che, in realtà, è gay, nel disperato tentativo di essere ascoltata e accolta; Paolo è un adolescente che desidera essere amato dalla ragazza che ama e forse è l’unico che troverà la propria felicità, alla fine, innamorandosi di un’altra persona che lo farà sentire realmente accettato. 

Una svolta inaspettata nella trama del film e tutto sembra tornare alla normalità. Forse i personaggi si sentono finalmente amati e realizzati. Sono felici? Mentre ci domandiamo se stiamo per assistere a un cambiamento, Carlo inciampa nuovamente in Alessia e questa volta, ne siamo certi, non finirà.

Silvia Taracchini