Cerca
Close this search box.

Ritratto di una normalità straordinaria: After Life, la serie tv di Ricky Gervais

Ricky Gervais è un comico: irriverente, onesto, sarcastico e brutale, come solo un ottimo comico può essere. La sua scrittura riflette queste caratteristiche, incidendo nero su bianco la verità, crudele e bellissima in tutte le sue sfaccettature. 

La serie Tv di cui parleremo è una di quelle nate dalla sua penna e che ha già avuto un incredibile successo: After Life.
La serie è disponibile su Netflix, e la terza e ultima stagione è uscita il 14 gennaio 2022. Narra la storia di Tony, interpretato dall’autore stesso, che ha perso la moglie a causa del cancro, e che nel dolore per il lutto vuole togliersi la vita. Il dramma profondo, la tematica difficile, il grandissimo rischio di sbagliare il tono e il ritmo del racconto non hanno fermato Gervais. L’autore è riuscito splendidamente a creare un’atmosfera di straordinaria normalità nel dolore del suo protagonista e nei drammi dei personaggi che lo circondano. La serie è ricca di piccoli momenti di ilarità, gioia e speranza: sprazzi di luce che rompono il muro fatto di dolore e mancanze. After Life è un dramma che lascia gli spettatori con un sorriso, dolce e amaro insieme, e con una lacrima di liberazione e ricordo. 

La narrazione della normalità: il diverso, l’insolito e l’eccezionale

In ciascuna puntata si entra nella vita di uno degli abitanti di Tambury, cittadina inglese in cui la vita scorre con calma. Tambury è il teatro della storia di Tony, giornalista della testata gratuita della città. Il suo lavoro è quello di raccontare ciò che accade: è attraverso il suo sguardo cinico e ironico sul mondo che lo spettatore incontra gli altri personaggi, che nelle loro stranezze e peculiarità alleggeriscono la narrazione, mentre nei loro problemi diventano riconoscibili.

Tutti noi possiamo immedesimarci nella vergogna che prova una donna che è stata truffata o nel desiderio di un uomo che vuole lasciare il segno del suo passaggio in questo mondo; nella frustrazione di una generazione che desidera lasciare la casa natia ma ha difficoltà economiche. Possiamo empatizzare con il dolore di un figlio che ha il padre malato, e con il dolore di un lutto che lascia un vuoto incolmabile.

Così incontriamo Sandy, interpretata da Mandeep Dhillon, trentenne che ha il sogno del giornalismo ma ha difficoltà economiche. Ci imbattiamo in Brian, interpretato da David Earl, accumulatore di oggetti inutili, il cui desiderio è finire sulla prima pagina del Tambury Gazette. Poi ci sono Kath e Lenny, i colleghi di Tony, che portano il volto di Diane Morgan e Tony Way, strani e buffi, realisticamente caricaturali

Tutti questi personaggi sono, ognuno a loro modo, di supporto al protagonista, anche se spesso è Tony ad essere il loro punto di riferimento per risolvere un problema o una spalla amica a cui appoggiarsi. Ma, come tutti, anche Tony ha bisogno di una guida. Spesso l’aiuto che serve arriva in modo inaspettato: Anne, interpretata da un’incredibile Penelope Wilton, è un’anziana vedova, il cui compagno è seppellito accanto alla moglie di Tony.

Il rapporto tra Anne e Tony è quello di una straordinaria amicizia. Nasce dalla comprensione del dolore dell’altro, passa per il racconto di quel dolore e culmina nelle parole e negli atti d’amore che sono fondamentali per aggrapparsi nuovamente alla vita.

After Life: tre stagioni di successo

Nella prima stagione rimaniamo folgorati dal racconto messo in piedi da Gervais, che ha curato anche la regia. Merita una lode in ogni suo aspetto, dai dialoghi alle riprese fino alla colonna sonora e al montaggio. Tuttavia, la seconda stagione non fa lo stesso effetto. Non sorprende ma conferma, mantiene lo stesso livello della stagione precedente e approfondisce temi che erano solo stati accennati, facendoci affezionare ancora di più ai personaggi.

La terza stagione, invece, non convince pienamente. Nonostante i dialoghi ben scritti e la crescita dei personaggi, alcuni temi sono stati affrontati troppo velocemente, dando alla chiusura della storia una nota di incompiuto. 

In ogni caso, il lavoro di Gervais è encomiabile, non posso che consigliare a tutti la visione di questa serie.

After Life è molto di più della storia di un uomo, di un lutto e della sua elaborazione. E’ un racconto di un dolore in cui tutti possiamo riconoscerci, è un racconto divertente, ricco di assurdità, caricature e quotidianità come solo la vita sa essere.

E’ la storia di una vita che è straordinaria proprio perché è vita.

Martina Ottaviano