Il quarto lungometraggio di Sebastian Schipper secondo CineUni

Anche quest’anno CineUni è parte attiva del motore cinefilo che racconta il Giffoni Film Festival alla sua 49esima edizione. Tra le innumerevoli attività emerge sicuramente quella dei film in concorso: diciannove produzioni internazionali provenienti da tutta Europa, ma anche da Giappone, Corea del Sud, Canada e America, che permetteranno ai 6140 giurati di confrontarsi, riflettere, ridere e immedesimarsi con i protagonisti. 

Il 19 luglio 2019, accoccolati sulle poltrone rosse della Sala Truffaut, i Generator +16 hanno assistito alla proiezione di Roads, diretto da Sebastian Schipper, suo quarto lungometraggio girato in un’unica ripresa e con il quale si è aggiudicato 6 German Film Awards (inclusi miglior film e miglior regia). 

Roads, come suggerisce il titolo, è un film che parla di strade. Le strade sono quelle che percorrono i due protagonisti della storia, il diciottenne londinese Gyllen e il coetaneo congolese William, dal Marocco alla Francia; le strade sono quelle attraversate dai ragazzi, Gyllen provando ad andare avanti dopo la morte del fratello e William affrontando la condizione di escluso in ricerca del fratello scomparso a Calais; le strade sono quelle che potrebbero separare i due ragazzi,  assicurando però loro un futuro nel quale, anche se lontani, possano sentirsi illuminati l’uno dall’altro.

Quando il film diventa davvero interessante? Nell’attimo esatto in cui ci viene mostrata la parte che fa più male, quel momento del film in cui iniziamo a sentirci colpevoli di far parte di un sistema che ignora completamente il prossimo e i problemi che chi viene percepito come diverso è costretto ad affrontare, non solo in completa autonomia ma anche subendo violenza, ingiurie e cattiveria.

Nonostante ci siano parti che mostrano il buono della nostra società, che ci fanno capire che uno stallone nero e una giumenta bianca possono avere le stesse qualità, il film si fa sentire forte e chiaro, proprio come una campana che suona nel silenzio di un villaggio durante una fiacca giornata estiva, in cui nessuno si azzarda a tirare fuori il naso da casa. Questo film ci fa capire che il comfort del divano di casa, con tanto di aria condizionata, è bello, ma rende chiaro come a volte si possa fare di più, capendo quello che erroneamente viene da alcuni visto come un problema lontano, che essendo così percepito ci arricchisce solo di povertà intellettuale e disumanità.

Roads non è un film sui rifugiati: essi sono una realtà che i due protagonisti non possono evitare. Il regista sottolinea quanto sia importante restare umani attraverso un’amicizia semplice e leale basata sulla condivisione e sull’ascolto. È letteralmente un viaggio di scoperta. Attraverso gli occhi dei ragazzi condividiamo le loro esperienze. Sperimentare e comprendere il dolore dell’altro ci rende umani e crea empatia, ricorda Schipper. 

Miriam Russo & Samira Haouachi (in arte Samiriam)