Stolen Identity è un film che parla di furto di identità. Online? Non solo.
In quanti modi ci si può appropriare dell’immagine di una persona? Questo lungometraggio ce ne racconta molti (e qualcuno era davvero IMPENSABILE prima della visione…!)
Un noir made in Japan attuale e di impatto, pronto a farci sentire terrorizzati, sorpresi e, infine, più consapevoli.
STOLEN IDENTITY – UN FILM SUL FURTO DI IDENTITÀ IN TUTTI I SENSI
Stolen Identity è un gradevole lungometraggio sul furto di identità, un giallo leggero e propedeutico ad una maggiore consapevolizzazione del problema dell’identità online. Non solo per il furto di essa, ma per ricordarci che online niente è come sembra e tutto può essere vero. Il furto di identità viene affrontato in tutti i sensi perchè internet può celare le verità ma può aiutare anche a scoprire altri segreti.
Le vicende di una coppia felice a cui iniziano ad accadere strani eventi si intrecciano con le indagini di un gruppo di poliziotti sulle tracce di un serial killer. Tra i detective spicca il giovane Manabu, determinato e audace, che sembra essere molto simile all’omicida che sta cercando.
QUALE IDENTITÀ?
Diretto da Hideo Nakata e basato sull’omonimo romanzo di Akira Shiga, Stolen Identity racconta le vicende di Asami e Makoto, due giovani innamorati che vedono le loro vite e il loro rapporto cambiare completamente dal giorno in cui Makoto perde il suo telefonino in un taxi. Da quel momento in poi, Asami non ha idea di essere in pericolo di vita e Makoto non ha idea di chi sia realmente Asami.
Un film che intriga e incuriosisce, in cui il furto di identità online non è solo la causa di vicende spiacevoli, ma anche l’escamotage con cui conosciamo ( e ri-conosciamo) il personaggio principale femminile, Asami, interpretato da Keiko Kitagawa.
È un lungometraggio in pieno stile giapponese, per cui è assolutamente normale ritrovarsi a vivere insieme ai protagonisti colpi di scena continui e “spiegoni” finali per risolvere magistralmente gli intrighi non ancora affrontati completamente, dovuti a molteplici sottotrame sciolte solamente con un dialogo di poche battute.
Colpisce quanto il concetto di “identità” sia reso opposto a quello di “immagine”: non bastano le foto sui social (e nemmeno un milione di password) per nascondere la propria reale essenza.
ALTER EGO E SCELTA
Alla vicenda dei due innamorati in pericolo si contrappongono le indagini della polizia. Il serial killer tanto ricercato non è così diverso dal giovane poliziotto; non a caso quest’ultimo sembra essere il vero colpevole fino al colpo di scena finale. Il giovane detective infatti riesce a capire l’esatta posizione dell’omicida senza l’ausilio di nessuna app, di nessuna mappa e di nessuna indicazione; è guidato solo dal suo intuito e dalla grande empatia che prova proprio nei confronti del folle Yoshiharu.
I due hanno lo stesso dolore e vivono lo stesso dissidio interiore. Quasi condividono gli stessi ricordi. È il presente ad essere opposto.
Alter ego l’uno dell’altro, si inseguono e si aggrediscono. Ecco come si arriva a quello che realmente li differenzia: la scelta. Entrambi hanno avuto un passato difficile, entrambi hanno provato la sensazione di non essere amati, ma hanno reagito in maniera diversa. C’è chi investe nella giustizia per riscattare quello che non ha avuto da bambino e c’è chi è ancora arrabbiato e la “giustizia” se la fa da solo, in maniera folle e irrazionale.
I due attori scelti? Beh, vere e proprie punte di diamante in Giappone: due giovanissimi modelli e famosissimi interpreti che infatti, fino alla fine, si contendono il ruolo del “cattivo”. Ryo Narita e Yudai Chiba, a meno di trent’anni, gestiscono due ruoli scomodi e difficili da interpretare. I due personaggi sono simili, tanto da confondersi l’uno nell’altro, tanto da farci pensare che uno dei due sia un sensitivo, vista la grande capacità di sentire e capire l’altro.
Simili, sì. Ma non complici.
Un film che sa rimanere ben impresso nella mente dello spettatore, che viene portato a riflettere sul valore della scelta e sulla effettiva conoscenza delle persone in cui si ripone la propria fiducia.
Attenzione: dopo la visione c’è il rischio di voler rivedere completamente tutti i vostri profili social… pronti a correre il rischio?
Giovanna Delvino