The End of the F***ing world is back

Annunciata l’uscita di una seconda stagione il 5 novembre su Netflix, ecco alcune motivazioni valide per aggiungere The End of the F***ing world alla lista di serie tv da guardare.

Ma partiamo dalla trama: James (Alex Lawther, che gli amanti di serie tv ricorderanno per il ruolo nell’episodio di Black MirrorShut Up and Dance“) e Alyssa (Jessica Barden, riconoscibile dagli amici cinefili per il ruolo in The Lobster di Yorgos Lanthimos) sono due teenager sociopatici e irriverenti che non considerano questo mondo un luogo in cui valga la pena vivere, e che per questo, un giorno, decidono di scappare di casa. La narrazione, diretta e immediata, alterna il punto di vista dei personaggi, facendo in modo che lo spettatore si affezioni col tempo ai due protagonisti, disseminando con parsimonia i dettagli più oscuri delle loro personalità.

Ho 17 anni e credo di essere psicopatico”

Ho 17 anni e credo di essere psicopatico” così si introduce James, un ragazzo apatico e asociale che, a nove anni, mette la mano in una friggitrice per “riuscire a sentire qualcosa”. Il suo passatempo abituale sembra essere quello di uccidere animali di piccola taglia eppure, la voce fuori campo ci rivela, sin da subito, che sta progettando qualcosa di più grande. 

Alyssa è completamente fuori dagli schemi e non ha assolutamente peli sulla lingua: la franchezza e la determinazione che ostenta nelle sue scelte di vita, appaiono però fittizie. I due impareranno a conoscersi meglio e a sviluppare, chissà come, una forma d’amore, fuggendo via da un luogo in cui non c’è nessuno che non sia inquadrato, come afferma la stessa Alyssa.

Bonnie & Clyde con un pizzico di Tarantino

L’apatia che gli attori riflettono nella loro interpretazione è sorprendentemente naturale, priva di iperboli o altre forme di esagerazioni. The End of the F***ing world è, allo stesso tempo, un dramma adolescenziale e una black comedy, un congiunto di scene esilaranti e situazioni paradossali in cui i due personaggi si ritrovano protagonisti e complici anche nell’illegalità e nella condivisione di esperienze poco riconducibili a una normale coppia, un po’ come Bonnie & Clyde insomma.

Numerosi sono i riferimenti a Tarantino: il genere splatter, l’accostamento inusuale di scene violente con melodie dal tocco retrò e malinconica (uno dei motivi ricorrenti nella colonna sonora è ad esempio Laughing on the Outside di Bernadette Carrol) e la scena nella caffetteria, dove il riferimento a Zucchino e Coniglietta (aka la coppia di criminali psicopatici in Pulp Fiction) sembra evidente. 

Episodi brevi per i binge-watcher

Un altro punto a favore di The End of the F***ing world è che nessun episodio dura più di 22 minuti, il che significa che la serie puo’ essere letteralmente divorata in un pomeriggio. Così facendo, viene adottata la formula less is more: la brevità risulta essenziale per gli amanti del binge-watching e per chi non è abituato a mantenere un ritmo di visione costante, guardando serie tv di sette o otto stagioni composte da episodi di circa un’ora ciascuno. 

L’hype per i prossimi episodi è molto alto: Alyssa, nella copertina di promozione della seconda stagione, pubblicata sulla pagina Instagram ufficiale della serie, porta un abito da sposa e con sotto questa descrizione Sono Alyssa. Ho 19 anni. E penso di aver già passato il peggior giorno della mia vita. 

Cosa avranno combinato i due questa volta?  Per il momento, vi lasciamo con le parole dei produttori della serie: we’ll be f***ing back.

Miriam Russo