Di Amida Agalliu
19/07 PRIMO (SECONDO) GIORNO
OBIETTIVI DELLA GIORNATA:
• Non perdere il Flixbus
• Arrivare a Milano Rho Fiere perdendosi massimo una volta lungo il tragitto
Riuscire a dormire sei ore durante il viaggio
Portare a termine ciò che sto scrivendo
Creare contenuti che diano un senso al fatto che sto mollando il lavoro tre giorni sotto Umbria Jazz per andare e tornare da Milano nel cuore della notte
01:45 Stazione Fontivegge, Perugia:
Questa giornata inizia a mezzanotte, quando stacco dal lavoro al ristorante tra gli sguardi di disapprovazione dei miei colleghi, costretti ad affrontare gli ultimi giorni di Umbria Jazz con una cameriera in meno, per tornare a casa a preparare lo zaino per partire.
Esco dalla mia stanza con uno zaino sulle spalle, uno zaino su un braccio e il sacco a pelo nell’altro braccio e percorro così le vie del centro, mentre si sentono in sottofondo i “Gratsie Parruggiaaa!!” urlati dal cantante di chissà quale dei mille concerti che si esibiscono allo stesso tempo a distanza di due metri sotto Umbria Jazz.
Salgo sul minimetrò (per chi tra i lettori non è di Perugia e non sa cos’è il minimetrò guardate le foto in basso), ascolto una conversazione tra liceali su come dissimulare gli effetti di una canna dicendo che si è stati in piscina e finalmente raggiungo il Flixbus che mi porterà a Milano.
Quando prendo posto a sedere trovo ad accogliermi le bocche semiaperte (spalancate) dei dormienti e comincio a scrivere questo aggiornamento, realizzando che è completamente inutile perché non ho detto nulla, ma è un ottimo modo di sfogarsi e di allenare la propria abilità di sprecare parole. Meglio provare a dormire.
02:40 Autogrill, Non si sa dove:
Ero lì lì per addormentarmi erendere il mio obiettivo di dormire almeno sei ore durante il viaggio ancora realizzabile (dovrei arrivare alle 8:45) quando preannunciano questa fermata a mio avviso completamente inutile. Ne aprofitto per bere la tisana fredda che ho portato al posto dell’acqua nella mia costante ricerca di recuperare i sali minerali che sudo quotidianamente su ciò che indosso al lavoro.
06:35 Autostazione di Reggio Emilia:
Altro aggiornamento inutile scritto solamente per informare che sono riuscita a dormire durante queste ore, so che a qualcuno del pubblico questo dettaglio interessa (ciao mamma!). Ora che il mio vicino di posto è sceso sto valutando se è più comodo dormire occupando entrambi i posti o uno solo (essere più comodi sdraiati su due posti non è scontato come sembra). I miei compagni di viaggio si stanno svegliando (e forse MI hanno svegliato, meglio che io non sappia la verità) e temo che stiano prendendo troppa vivacità. Voglio dormire.
08:20 credo Milano:
Spero di arrivare presto e di poter scrivere un prossimo aggiornamento serio e utile invece di parlare del fatto che io non possa dormire per noia.
20:10 Milano Rho Fiera:
Rileggendo quanto scritto finora mi rendo conto di due cose: che il momento in cui sono salita sul minimetrò e questo momento in cui sto scrivendo fanno parte dello stesso giorno e che sono riuscita a scrivere continuamente quando non c’era nulla da scrivere e a non scrivere nulla quando ho raggiunto il luogo che costituisce la ragione di questo scritto, ossia Campus Party.
22:10 Milano Rho Fiera:
Stavo per parlare di cosa ho fatto a Campus Party, ma ho interrotto l’aggiornamento di prima poiché morivo di fame e avevo deciso di alzarmi perquello che doveva essere un pasto veloce.
Riprendendo il filo del discorso, una volta arrivata a destinazione ho cominciato a esplorare l’area del Campus Party,divisa in tre parti: la stanza dove si dorme con le proprie tende,un’area experience che mette a disposizione videogiochi e varie genialate digitali quali la realtà simulata, grazie alla quale oggi sono saltata da una trave di leg
no sospesa nel cielo di una metropoli e un salone dove fare conferenze, costellato da una serie di tavoli per chiunque abbia bisogno di creare contenuti. Raggiunto il tavolo di RadUni e fatta una breve riunione operativa ho cominciato a fare le prime dirette radio e ad assistere ad alcune conferenze, come quella di Marco Vallarino (qui l’intervista http://www.radiophonica.com/podcast/13253), referente di un progetto in una scuola di Imperia che permette agli alunni di studiare in un modo molto originale: progettando videogiochi e poi giocandoli.
Vorrei raccontare di più ma sto scrivendo l’ultima parte di questo diario di viaggio con un DJ set alle mie spalle che mi rimbomba nelle orecchie: non ho idea di chi possa aver voluto installare un DJ set in una sala conferenze/stampa, so solo che lascerò al più presto questa stanza e che sono costretta a chiudere questo aggiornamento qui.
Buonanotte.