Sono passati quasi vent’anni dalla mezzanotte del 1 maggio 2004, una data storica per molti cittadini europei: Slovenia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Ungheria, Estonia, Lettonia, Lituania, Cipro e Malta entrarono ufficialmente a far parte dell’Unione Europea, portando a 25 il numero totale degli Stati membri. Ad oggi, è stato l’allargamento più grande che l’Ue abbia mai vissuto nel corso dei suoi settant’anni di storia. Un momento particolarmente significativo, dal momento che la maggior parte dei Paesi coinvolti appartenevano alla ex Jugoslavia: un passaggio decisivo che, tre anni dopo, avrebbe aperto le porte dell’Europa unita anche a Bulgaria e Romania, la cui adesione risale al 2007.
Strasburgo, 20 anni dopo
Durante l’ultima plenaria a Strasburgo, il Parlamento ha dedicato una solenne cerimonia al ventennale dell’allargamento alla presenza di alcune delle personalità che hanno caratterizzato maggiormente il processo d’integrazione europea negli ultimi anni: su Roberta Metsola, Ursula Von Der Leyen, Romano Prodi, Pat Cox e altri rappresentanti politici ed istituzionali dei Paesi del gruppo 2004.
Roberta Metsola ricorda Malta all’ingresso in Europa
Ad aprire i battenti è stata la “padrona di casa” Roberta Metsola: la presidente del Parlamento europeo, maltese doc, ha ricordato il clima di speranza e di opportunità che si respirava sull’isola e negli altri Stati all’atto di adesione all’Unione Europea. Metsola ha poi rimarcato l’importanza della presenza di un gruppo di giovani cittadini europei che quest’anno avranno un ruolo decisivo nelle elezioni europee e nel futuro del Vecchio Continente.
Ursula Von der Leyen, tra passato e futuro
La presidente della Commissione europea ha definito l’allargamento del 2004 come l’“inizio di una nuova era”, affermando che “la notte del 1 maggio 2004 era una notte di speranza per tutta l’Europa”. Ursula Von der Leyen ha poi affermato come questo evento abbia gettato le basi per un’Europa sempre più unita, ancora oggi in fase di completamento grazie al processo di adesione di altri Paesi, a cominciare da Ucraina e Moldavia. La presidente della Commissione ha chiuso poi il suo intervento sottolineando come la Russia rappresenti una minaccia per l’intera Europa, rimarcando quindi il bisogno di “assicurare all’Ucraina tutti i mezzi e tutto il sostegno necessari per potersi difendere”.
L’intervento di Romano Prodi
Ex presidente del Consiglio italiano e della Commissione Europea nel quinquennio 1999 – 2004, Romano Prodi è stato uno dei principali sostenitori ed attori politici che hanno portato a questo importante risultato per il processo di integrazione Europea. Significative sono state, in questo senso, le sue parole pronunciate durante la cerimonia: “Oggi celebriamo i 20 anni di un evento che ha cambiato la storia dell’Europa”. Prodi ha definito poi questo processo come una sorta di “contratto democratico”, sottolineando come lo spirito di appartenenza all’Unione Europea sia oggi ancora importante esattamente come vent’anni fa.
Pat Cox e la nostalgia irlandese per la “vecchia Unione”
L’irlandese Pat Cox ha ricordato quando, nella seduta plenaria del Parlamento europeo del 13 maggio 2004, furono accolti e nominati i rappresentati politici dei nuovi entrati durante una solenne cerimonia a Strasburgo, con lo slogan ”People free to join, people free to live”, ovvero “persone libere di unirsi e di vivere”. Cox si è poi sentito in dovere di “scusarsi” per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea attraverso la Brexit, affermando come questa scelta sia stata dannosa per entrambe le parti.
L’Unione Europea guarda a Est: un confronto tra generazioni
Dopo gli interventi, alcune delegazioni giovanili provenienti da alcuni dei Paesi membri del blocco dell’allargamento del 2004 hanno potuto rivolgere delle domande ai loro rappresentanti di governo, creando così le condizioni per un confronto tra chi è stato protagonista dell’Europa di vent’anni fa e di chi dovrà scriverne il futuro.
Cosa dobbiamo aspettarci dai prossimi allargamenti?
Nonostante i ricordi del 2004 inizino ormai ad essere un po’ datati, il processo di integrazione europea continua. Se nel 2016 il popolo inglese ha votato a favore dell’uscita dall’Unione europea con il referendum sulla Brexit, ad oggi ci sono molte altre nazioni che hanno chiesto di entrare nella grande famiglia europea, dalla già citata Ucraina fino alla Georgia e all’Albania. Riusciranno anche loro ad entrare nell’Europarlamento di Strasburgo con una cerimonia solenne simile a quella del lontano 2004?
A cura di Lorenzo Onisto