Per la maggior parte dei giovani nati tra gli anni ’80 e ’90 le vacanze di Natale più famose sono quelle dei cinepanettoni. Ogni anno al cinema venivano raccontate storie alquanto bizzarre nei luoghi più esotici della terra: dagli Stati Uniti al Sudafrica, passando per il Nilo, l’India e Rio de Janeiro. Tuttavia, ci sono popoli che amano passare le proprie vacanze di Natale in altri luoghi, apparentemente poco attraenti ma dal grande impatto culturale ed emotivo. Chi mai, ad esempio, passerebbe le proprie vacanze di Natale nel fango? La risposta è semplice: i belgi.
Il Belgio e le sue tradizioni
Quando si pensa al Belgio sono tre le cose più comuni che vengono in mente: la birra, il cioccolato e il ciclismo. La birra belga è diventata ufficialmente patrimonio dell’Unesco, perché rappresenta la diversità del popolo belga, da sempre diviso tra cultura fiamminga e quella vallone, tra la cultura del nord del paese di origine germanica (parlante lingua olandese) e quella del sud del paese di origine celta (parlante lingua francese).
Il cioccolato belga è famoso perché rappresenta l’unione tra le fave di cacao importate dalle ex colonie e la cultura cioccolatiera del paese. Anche in questo caso il prodotto finale è l’unione della diversità culturale degli ingredienti.
Infine il ciclismo, lo sport nazionale belga. Il Belgio presenta un territorio fortemente pianeggiante, caratterizzato da numerosi borghi di ridotte dimensioni, collegati da strade molto strette. Ma non vanno dimenticati né le numerose côtes, strade collinari e tortuose, caratteristiche perlopiù nella regione della Vallonia, né i famosissimi “muri” delle Fiandre: tratti di salita molto brevi e ripidi, solitamente lastricati in pavé (la tradizionale pavimentazione in pietra). Anche in questo caso, la diversità tra le regioni permette al Belgio di vivere una profonda ricchezza culturale e di approccio all’utilizzo della bici.
Dalla strada al fango: il ciclocross
Ogni bambino e bambina belga ha il suo primo approccio con il mondo dello sport proprio con il ciclismo e le biciclette. Ma non lo fanno soltanto grazie al ciclismo su strada, sulle orme di campioni quali Eddie Merckx, Tom Boonen o Philippe Gilbert. In Belgio il ciclismo è tradizione tutto l’anno, anche di inverno! Infatti, il popolo belga non ha paura di andare in bici quando piove fortemente. O anche quando le strade e i campi si riempiono di fango e talvolta anche di neve.
Esiste una disciplina del ciclismo conosciuta con il nome di ciclocross. Il ciclocross si corre su circuiti erbosi, fangosi, sterrati e sabbiosi, in mezzo a prati e boschi. I percorsi del ciclocross si affrontano con bici da corsa dotate di ruote più robuste, adatte a percorsi che hanno una pendenza molto variabile. I ciclisti che praticano ciclocross devono affrontare circuiti con salite e discese molto ripide, curve angolate e sentieri talmente stretti da poter essere attraversati solo un ciclista per volta.
La disciplina nasce d’inverno, per permettere ai ciclisti su strada di allenarsi su percorsi fisicamente molto provanti. Percorsi sviluppati su circuiti e prati, per evitare l’attività su strada, in mezzo al traffico cittadino.
Vacanze di Natale nel fango: il Belgio e l’amore per il ciclocross
Con la stagione del ciclismo su strada sospesa durante i mesi invernali, ecco che in Belgio il ciclocross è diventato lo sport invernale per eccellenza. Ogni anno si disputano da ottobre a gennaio numerose competizioni, destinate ad atleti ed atlete di diversa nazionalità. Le tre principali competizioni sono: l’UCI Cyclo-Cross World Cup, il trofeo Super-Prestige e il X²O Badkamers Trofee. Ogni competizione è composta da diverse prove e la forza del sistema del ciclocross belga è quella di creare un calendario ben organizzato, in modo tale che le varie prove vengano svolte in sedi molto vicine tra loro. In questo modo il pubblico può facilmente spostarsi nel weekend da una sede all’altra e ammirare tutte e tre le competizioni e i diversi atleti in gara.
Il momento clou dell’anno è quello natalizio: dal 23 dicembre all’8 gennaio di quest’anno, ad esempio, sono state organizzate 11 prove tra le tre principali competizioni di ciclocross, tutte su territorio belga.
Un esempio della passione della popolazione belga per il ciclocross è la partecipazione alla gara del trofeo Super-Prestige a Diegem, situato nel comune di Machelen, un borgo di 15mila abitanti che è stato letteralmente invaso da oltre 20mila spettatori. Un evento tenutosi di sera, tra le luci artificiali dei riflettori e tra stand di birre e prodotti locali artigianali situati a bordo del circuito fangoso. Un evento che ha portato un indotto economico di quasi 500.000 euro. Un’occasione d’oro per i piccoli produttori locali per mostrare le loro eccellenze e per valorizzare al meglio i piccoli borghi del paese.
Perché dunque passare un Natale nel fango in Belgio?
Per tre semplici motivi:
- essere accolti da un popolo festante che condivide le sue tradizioni a margine di un enorme evento sportivo;
- visitare diversi e numerosi borghi del Belgio, giorno dopo giorno, con la possibilità di incontrare nuove persone o di essere accompagnati nel proprio viaggio da altri avventori conosciuti in una delle tappe delle competizioni di ciclocross;
- perché il ciclocross unisce diversi terreni, dall’erba allo sterrato passando per il fango e la sabbia, tutti insieme in un unico circuito. Esemplificando quindi quello che è il concetto principale dell’Unione Europea: uniti nella diversità.
A cura di Davide Farinetti