Vi siete mai chiesti come si festeggi il Natale in un paese così indissolubilmente legato al mare e ricco di contaminazioni come la Grecia?
In Grecia le festività natalizie vanno dal 24 dicembre, giorno della Vigilia di Natale, al 6 gennaio, quando si festeggia il battesimo di Cristo da adulto, come da tradizione Ortodossa. In questo paese le tradizioni pagane, la superstizione e la mitologia si mischiano con i dettami religiosi, creando un quadro variegato di riti e usanze davvero particolari.
Addobbi, navi e spiritelli
Barca natalizia, Tessalonica | Foto di Andy Montgomery
Uno degli aspetti più evidenti e anche suggestivi della tradizione natalizia greca è in modo sono decorate le case e le piazze. L’albero di Natale che tutti conoscono si è diffuso in Grecia soltanto dopo il 1833, quando il re Ottone I, di origine bavarese, importò la tradizione nordeuropea.
Anticamente, invece dell’albero, i greci erano soliti decorare una nave, ricordando le donne e i bambini che aspettavano il ritorno degli uomini dai viaggi in mare.
Nel ventesimo secolo la tradizione si era gradualmente persa, sostituita proprio dal più comune albero di Natale. Oggi è invece molto comune che nelle case dei greci si trovino sia un albero che una nave, entrambi addobbati. Ugualmente, nelle piazze delle grandi città come Atene o Tessalonica, vengono allestiti dei modelli di navi accanto agli alberi di Natale, creando un effetto davvero suggestivo.
Dei piccoli modellini di navi vengono anche portati dai bambini che bussano alle porte cantando i tradizionali Kalanta (Κάλαντα). La tradizione dei canti è rimasta quasi del tutto invariata: nella Grecia antica erano chiamati Eiresioni: i bambini li cantavano, portando con sé delle effigi di barche, rappresentanti l’arrivo del dio Dioniso.
Tra le decorazioni ce n’è una che serve uno scopo davvero specifico. Nel periodo che va da Natale all’Epifania è molto comune trovare nelle case greche una ciotola di legno con dentro una croce. Questa ciotola, ovviamente, non fa parte del corredo natalizio, ma viene riempita d’acqua e serve a scacciare gli spiriti maligni. Nell’acqua si immerge la croce, attorno alla quale si lega un rametto di basilico; una volta al giorno la si tira poi fuori – solitamente la madre della famiglia – e usata per spargere acqua santa nelle stanze della casa, perbenedirla.
Questo rito scaccerebbe i kallikantzaroi (Καλλικάντζαρος), degli spiriti metà uomini e metà animali, che infestano le case nei 12 giorni da Natale all’Epifania. Si racconta che questi mostri provengano dal centro della terra e che entrino nelle case attraverso i camini, per poi fare dei dispetti agli inquilini spegnendo il fuoco o facendo andare a male il latte. Altri modi per evitare queste incursioni sono: tenere sempre il focolare acceso, bruciare delle vecchie scarpe o chiedere a un sacerdote di benedire la casa. Anticamente si credeva che i bambini nati il 25 dicembre potessero addirittura trasformarsi in kallikantzaroi, come punizione per essere nati lo stesso giorno di Cristo.
Illustrazione di un Kallikantzaros | Foto di Katolophyromai, via Wikimedia Commons
Non è Babbo Natale
Per i greci, il 25 dicembre non è il giorno in cui si scambiano i regali. Nella tradizione greca il ruolo di Babbo Natale è affidato a San Basilio (o San Vasilio), detto Aghios Vassilis (Άγιος Βασίλης). San Basilio è festeggiato il primo giorno dell’anno, perciò i regali si aprono proprio il primo gennaio. Inoltre, per celebrarlo si è soliti cucinare una torta tradizionale detta Vasilopita, la cui ricetta cambia da regione a regione. Nella torta è inserita una moneta e colui, che la trova nella sua fetta, sarà fortunato tutto l’anno. La torta è tagliata dal capofamiglia: la prima per Cristo, la seconda per la Vergine Maria, la terza per la casa e le altre per i familiari in ordine di età.
Kourabiedes | Foto di Marie-Lan Nguyen, via Wikimedia Commons
La Vasilopita non è l’unico dolce della tradizione natalizia greca, che anzi vanta un menù festivo piuttosto variegato, nel quale si ritrovano le contaminazioni turche e mediorientali.
Mentre il piatto principale del giorno di Natale è l’agnello o il maiale arrostito (accompagnato da verdure e formaggio), tra i dolci si trovano il Baklava e il Kataifi (entrambi fatti con pasta fillo ripiena di frutta secca), il Theeples (un dolce fritto), il Melomakarono e i Kourabiedes (dei biscotti tipici). Tradizionalmente, i dolci vengono mangiati prima dei pasti o a colazione.
Superstizioni, melograni e bagni ghiacciati
La tradizione greca è ricca di riti che servono ad allontanare la sfortuna. Un esempio lampante ha a che fare con la frutta, nello specifico i melograni, che sono appesi fuori dalle porte delle case. Questi melograni non fungono solo da decorazione: fin dall’antichità questo frutto è stato considerato simbolo di fortuna, fertilità e prosperità.
È infatti tradizione che, allo scoccare della mezzanotte del primo giorno del nuovo anno, il padrone di casa esca e lanci il melograno contro la porta, spargendo a terra i semi. Si racconta che questi semi simboleggino la felicità e la salute per la famiglia. Dopo aver completato questo rito, un bambino ritenuto fortunato (o in alternativa il padrone di casa o il primogenito) deve essere il primo a varcare l’uscio, usando il piede destro. Questa tradizione è detta pothariko (o podariko), ovvero “primo piede”, ed è diffusa anche in altri luoghi del mondo, tra cui la Georgia, la Serbia, la Svezia e la Scozia.
Epifania a Kavala | Foto di Andy Montgomery
Tra le usanze più strane ce n’è una che ha a che fare con l’Epifania, una ricorrenza che, nella tradizione Greca Ortodossa, si celebra in modo diverso rispetto ai paesi cattolici.
Secondo gli ortodossi, infatti, il 6 gennaio è il giorno del battesimo di Gesù da adulto e, per festeggiarlo, i giovani ragazzi greci si cimentano in una prova di coraggio non da poco. In un fiume, un lago o anche nel mare viene gettata una croce benedetta e i ragazzi si tuffano nell’acqua per tentare di recuperarla. Il primo a trovare la croce e a riportarla indietro si garantirà la fortuna per tutto l’anno a venire.
A cura di Irene Vanni