Giornata dell’Europa: la Dichiarazione Schuman compie 75 anni

Il 9 maggio rappresenta una data importante per la storia dell’integrazione europea: infatti, in questo giorno del lontano 1950, il ministro degli esteri francese Robert Schuman firmò a suo nome una dichiarazione, con la quale si cercava di evitare il riarmo della Germania e, di conseguenza, una tragedia come la seconda guerra mondiale.

Ecco perché il 9 maggio è considerata anche la data della festa dell’Europa: un momento che serve a celebrare i valori e gli ideali di solidarietà ed unità che caratterizzano tutto il vecchio continente.

Robert Schuman: chi era?

Nato in Lussemburgo da padre francese e madre lussemburghese, iniziò la sua carriera politica in Francia dopo il 1918, anno in cui le regioni dell’Alsazia e della Lorena furono sottratte alla Germania, secondo le disposizioni del patto di Londra.

Il suo primo incarico politico rilevante fu quello di consigliere comunale nella città di Metz nel 1919. Ricoprì tale ruolo fino al 1940, anno in cui la Francia fece il suo ingresso nella seconda guerra mondiale. Durante il conflitto, il maresciallo dell’esercito Philippe Pétain lo nominò come sottosegretario per l’accoglienza dei rifugiati.

Alla conclusione della guerra, Schuman fu eletto per la prima volta nel parlamento francese, e da questo momento la sua vocazione in favore di un’Europa unita e federale divenne ancora più forte ed evidente.  Ispirato dalle idee e dai progetti di Jean Monnet, che confluiranno successivamente nella Dichiarazione del 1950, per il suo fervente impegno europeista Robert Schuman verrà considerato uno dei “ padri fondatori” dell’Europa unita.

La Dichiarazione: un’idea di pace e di condivisione economica duratura.

Questo documento ha gettato le basi per il processo d’integrazione europea che si è poi sviluppato nei decenni successivi, fino ad arrivare ai giorni nostri.

In un’Europa ancora segnata dalle perdite e dalla tragedia della Seconda Guerra Mondiale, e con lo spettro della Guerra Fredda, la Dichiarazione Schuman si pone l’obiettivo di riportare la pace e la solidarietà nel vecchio continente. Come? Attraverso la condivisione della produzione di carbone ed acciaio delle due più grandi potenze europee, la Francia e la Germania: due nazioni che, nei decenni precedenti, avevano combattuto una sanguinosa guerra l’una contro l’altra. “La fusione delle produzioni di carbone e di acciaio… cambierà il destino di queste regioni che per lungo tempo si sono dedicate alla fabbricazione di strumenti bellici di cui più costantemente sono state le vittime” cita il testo della dichiarazione.

Un altro obiettivo principale che questa dichiarazione si pone è quello di preservare la pace nel vecchio continente: “La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano”. In questo caso il pericolo era un possibile riarmo della Germania.

Dal 1950 ad oggi: gli sviluppi delle idee di Schuman

Le idee contenute nella dichiarazione Schuman hanno segnato notevolmente lo sviluppo del processo d’integrazione europea dagli anni ’50 fino ai giorni nostri.

Un primo passo è stato fatto nel 1951, quando i governi di Italia, Paesi Bassi, Germania Ovest, Belgio, Francia e Lussemburgo diedero vita alla CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio ),  primo vero passo che dimostrò la volontà dei governi europei di condividere la produzione di questi due materiali per contribuire alla crescita dell’Europa.

Inoltre, questo “Gruppo dei Sei” nel 1957 firmò i Trattati di Roma, che istituirono la CEE (Comunità Economica Europea), considerabile la base per lo sviluppo dell’idea di Unione Europea che abbiamo oggi.

Tra gli anni Sessanta ed Ottanta del Novecento, il processo d’integrazione europea cammina ancora con le idee di Robert Schuman: il gruppo dei sei si allarga e comprende nuovi stati membri, si svolgono le prime elezioni europee a suffragio universale diretto (1979), si sottoscrivono importanti documenti ed accordi per dare vita all’idea di Unione Europea (Atto Unico Europeo del 1986 e Trattato di Maastricht del 1993), e si inizia a pensare all’adozione di una moneta unica, l’Euro.

Dai primi anni 2000 e fino ai giorni nostri, l’integrazione europea continua a guardare a Robert Schuman: si aggiungono altri stati membri, per arrivare ad un totale di 27, e si sottoscrivono altri trattati importanti per continuare il processo d’integrazione europea (Trattato di Nizza del 2000 e Trattato di Lisbona del 2009).

La dichiarazione Schuman al giorno d’oggi: tra passato, presente e futuro dell’UE

Sebbene il processo d’integrazione europea abbia visto notevoli progressi grazie al contributo delle idee di Robert Schuman, oggi il dibattito sul futuro dell’Unione Europea sembra aver preso un’ulteriore accelerazione, specialmente dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e l’arrivo delle minacce da parte sia degli Stati Uniti che da parte della Russia. In queste settimane il focus del dibattito si è focalizzato intorno alla questione del piano di riarmo recentemente proposto dalla Commissione Europea. 

In un contesto storico che ha alcuni punti in comune con il periodo della Dichiarazione Schuman, il popolo europeo si presenta diviso sulla questione del riarmo: c’è chi è favorevole e chi è contrario, come dimostrato dalle recenti manifestazioni che si sono svolte in varie città europee nel mese di marzo 2025.

A cura di Lorenzo Onisto