Al via la presidenza del Consiglio Europeo a bandiera slovena, tra critiche e preoccupazioni
Il semestre sloveno alla griglia di partenza.
Il semestre sloveno alla griglia di partenza. L’arrivo del mese di luglio ha segnato l’avvio del semestre sloveno alla presidenza del Consiglio Europeo, guidato dal Primo Ministro Janez Janša. Noi di Europhonica abbiamo seguito la presentazione dell’agenda slovena alla plenaria del Parlamento Europeo, direttamente qui a Strasburgo, la prima dopo la pandemia di Covid-19. Janša ha presentato le priorità dell’agenda della propria presidenza. In particolare, si è soffermato sulla necessità della ripresa economica post-pandemia, grazie al Next Generation EU, e sulla Conferenza sul Futuro dell’Europa. Ma non solo, perché il Primo Ministro sloveno ha evidenziato anche l’importanza della politica di sicurezza interna e della stabilità del vicinato, riprendendo la necessità di un allargamento dell’Unione Europea verso i Balcani, e della centralità di preservare lo stato di diritto e dello “stile di vita europeo”.
Nonostante i gruppi parlamentari abbiano ampiamente condiviso le priorità individuate da Janša, il dibattito nell’Emiciclo è stato molto acceso. Il Parlamento ha infatti accusato il Primo Ministro sloveno di limitare la libertà di stampa e di violare lo stato di diritto nel suo Paese. Ciò soprattutto alla luce dell’avvicinamento alle posizioni del governo di Budapest guidato da Victor Orban, ormai in pieno scontro con l’Unione Europea.
Ma vediamo meglio le posizioni assunte dagli eurodeputati in questi giorni: il semestre sloveno alla griglia di partenza.
Il gruppo dei Socialisti e Democratici e quello di Renew, hanno aspramente criticato il Primo Ministro Janša per essersi allontanato dai valori europei e dalla democrazia liberale. Alcuni esponenti del gruppo dei Socialisti e Democratici, citando il rule of law report 2020 della Commissione Europea, hanno messo in luce la preoccupante situazione della stampa slovena.
La svolta impressa da Janša al governo sloveno ha tuttavia alimentato anche un’altra accesa polemica. In questo caso, infatti, il dibattito riguarda il ritardo del governo di Lubiana nella nomina dei suoi due rappresentanti per l’EPPO, il Procuratore Europeo, che si occupa principalmente di perseguire e investigare su episodi di corruzione e frode compiuti contro il budget europeo. Il ritardo nella nomina ha sollevato timori sulla volontà della Slovenia di ritirarsi dall’EPPO per non sottoporsi al controllo dei fondi europei ricevuti. Il gruppo dei Conservatori e Riformisti ha sin da subito difeso a spada tratta Janša, appoggiando la spiegazione addotta dal Primo Ministro sloveno. Secondo il governo di Lubiana si tratterebbe di un ritardo puramente burocratico che però ha rallentato tutta la procedura.
Ma non solo questo, perché il gruppo dei Conservatori e Riformisti ha assicurato ampio sostegno e appoggio alla presidenza slovena su tutti i fronti, forse più del Partito Popolare Europeo, gruppo di cui fa parte il partito del Primo Ministro di Lubiana. Il Partito Popolare Europeo, infatti, ha sostenuto la necessità di preservare lo stato di diritto, uno dei pilastri fondamentali su cui si basa l’Unione Europea.
È evidente, quindi, che l’inizio del semestre di presidenza slovena al Consiglio Europeo è stato acceso e non certo privo di dibattito.
Da Strasburgo, possiamo confermare che tutti i presenti aspettavano con fibrillazione il dibattito che è seguito alla presentazione del programma del Primo Ministro europeo. I prossimi sei mesi rappresentano di certo un interessante banco di prova per il semestre sloveno alla griglia di partenza. Il Paese dovrà dimostrare con i fatti qual è l’Europa del futuro di cui vuole fare parte. Noi di Europhonica seguiremo con interesse i futuri sviluppi di questa vicenda, per tenervi sempre aggiornati.
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