L’obiettivo comune è chiaro: ridurre l’uso dei combustibili fossili e limitare l’aumento della temperatura media globale a 1.5°C rispetto ai livelli preindustriali, per evitare una catastrofe climatica. Ma sul come raggiungerlo non c’è consenso, nemmeno all’interno dell’Unione Europea. Esempio emblematico di questo dibattito è l’inclusione dell’energia nucleare all’interno della tassonomia europea della finanza sostenibile, la bussola dell’Unione per gli investimenti verdi che elenca quali fonti energetiche sono da considerarsi sostenibili.
Gli schieramenti nel dibattito sull’energia nucleare
Ogni generazione ha il suo dibattito sull’energia nucleare. Il nostro vede due schieramenti opposti: una dozzina di Stati guidata dalla Francia si è schierata a favore dell’inserimento del nucleare tra le fonti verdi. E anche la Commissione europea sta preparando una proposta in questo senso, che potrebbe sottoporre ai co-legislatori europei già entro la fine dell’anno.
We will also assess how the gas, electricity and ETS markets function.
We need more renewables. They are cheaper, carbon-free and homegrown.
We also need a stable source, nuclear, and during the transition, gas.
This is why we will come forward with our taxonomy proposal. — Ursula von der Leyen (@vonderleyen) October 22, 2021
Ma la fronda opposta, seppur esigua, è particolarmente agguerrita.
Capeggiati dalla Germania, Austria, Danimarca, Lussemburgo e Portogallo hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui sottolineano la loro opposizione all’allargamento della tassonomia UE al nucleare.
« Riconosciamo il diritto sovrano degli Stati membri di decidere a favore o contro il nucleare come parte dei loro sistemi energetici nazionali. Tuttavia, siamo preoccupati che l’inclusione dell’energia nucleare nella tassonomia danneggerebbe in modo permanente la sua integrità, la credibilità e quindi la sua utilità », recita il secondo paragrafo della dichiarazione.
I numeri sono nettamente dalla parte di chi è a favore del nucleare. Ma il fatto che siano le due principali potenze europee a scontrarsi su questo terreno è il preludio di un dibattito lungo e complesso.
Le posizioni: pro e contro
Il fronte pro-nucleare conta sul fatto che la Commissione europea guardi nella medesima direzione. Inoltre il 2022 segnerà l’inizio del semestre francese alla guida del Consiglio dell’UE.
A sostegno della loro posizione, gli Stati a favore ribadiscono che si tratta di un’alternativa sicura e affidabile, e uno strumento valido per affrontare l’attuale crisi energetica. Un documento redatto dal Joint Research Center della Commissione conferma che “Le analisi non hanno rilevato alcuna prova scientificamente fondata che l’energia nucleare faccia più danni alla salute umana o all’ambiente di altre tecnologie di produzione di elettricità già incluse nella tassonomia”.
Dall’altra parte, lo schieramento opposto soffre dell’attuale debolezza della Germania, in cui il sentimento anti-nucleare è molto sentito dalla popolazione. Però in questo momento lo Stato è ancora senza un governo e potrebbe farsi trovare impreparato davanti a una proposta intavolata dalla Commissione.
L’opposizione si basa su due principali argomenti: il primo è che includere il nucleare nel vocabolario delle fonti sostenibili creerebbe sfiducia negli investitori e minerebbe la credibilità della tassonomia stessa. Il secondo si fonda su ragioni legali e sostiene che una simile decisione è contraria al diritto europeo.
La società civile non vuole l’energia nucleare
La società civile sembra parteggiare per il gruppo degli oppositori, già pronti alla battaglia anche in tribunale.
Contro l’applicazione delle regole per la finanza verde al nucleare si sono espressi sedici eurodeputati, provenienti soprattutto da Germania, Austria e Danimarca, ma anche da Irlanda, Scozia, Olanda, Svezia e Spagna (quest’ultima ormai entrata a far parte del blocco anti-nucleare).
« La tassonomia verde deve essere riservata ai prodotti veramente verdi. Se le regole includono il gas e il nucleare, gli investitori che cercano di investire in modo sostenibile potrebbero investire in fonti di energia che sono tutt’altro che sostenibili. »
Joint declaration on the nuclear and gas free taxonomy
Il 15 novembre 129 organizzazioni non governative si sono unite con una lettera al coro degli oppositori. Anche otto banche tedesche, membri della Net Zero Banking Alliance Germany, hanno scritto che non c’è posto per il nucleare nella tassonomia europea.
The future is green#nuclear power and #fossilgas are not.
— CAN EUROPE (@CANEurope) November 15, 2021
Dear @OlafScholz, make it clear to the ?? Commission: ?? does not support greenwashing of past technologies in the #taxonomy.
129 NGOs from all over Europe count on you!
?https://t.co/YVcpAQPFmE pic.twitter.com/Xq3tSJl1Ax
L’Austria pronta ad andare in tribunale
Mentre la società civile fa pressione dal basso, l’Austria prepara il contrattacco in tribunale. La ministra austriaca dell’ambiente Leonore Gewessler ha dichiarato che l’Austria è pronta a rivolgersi alla Corte di Giustizia dell’UE:, secondo lei, non c’è una base legale che giustifichi l’inclusione del nucleare nella tassonomia. Già a settembre l’Austria aveva commissionato un parere legale in merito, il quale confermava che una mossa in questa direzione era contraria al diritto europeo e quindi passibile di ricorso.
La Commissione europea si trova tra due fuochi, ma la vera battaglia sarà in sede di Consiglio, dove saranno gli Stati membri a discutere sul tema. Sarà interessante vedere da che parte starà l’Italia, che finora si è mantenuta neutrale.
E tu, da che parte stai?
Alessandra Carraro