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Macron e Le Pen di nuovo al ballottaggio. Un’altra sfida per l’UE.

Domenica 10 aprile si sono tenute le elezioni presidenziali in Francia. A passare il primo turno, come ci si aspettava, sono stati Emmanuel Macron con il 27.8% dei voti e Marine Le Pen con il 23.1%. Un distacco notevole, maggiore di quello delle elezioni del 2017, ma che spaventa un po’ di più.

Secondo un sondaggio Ipsos per France TV e Radio France, infatti, Macron passerebbe il secondo turno e vincerebbe il ballottaggio con “solo” il 54% dei voti, contro il 46% di Le Pen.

Una vittoria non scontata, e per diversi motivi.

Macron, infatti, fino a pochi mesi fa era il favorito anche nei sondaggi, ma la sua assenza ai dibattiti televisivi con gli altri candidati, la campagna elettorale cominciata tardi e la guerra in Ucraina hanno peggiorato la sua posizione. Sebbene l’Unione Europea sia riuscita a tenere una linea comune di condanna dell’invasione e una sorta di unità in politica estera, forse proprio grazie all’Eliseo e alla presenza di Macron, i cittadini francesi sono sempre più spaventati dall’inflazione (l’aumento dei prezzi generalizzato) e dalle ripercussioni delle sanzioni europee sull’economia francese.

Dall’altra parte, però, Le Pen ha saputo sfruttare questo malcontento popolare e la paura dei francesi. Con la comparsa di Eric Zemmour, leader de “Reconquête” (La Riconquista), partito di estrema destra che ha ottenuto 7,1% dei voti, la figura di Le Pen pare sempre più moderata. Nei manifesti elettorali, infatti, si è presentata come “Femme d’état”, donna di Stato, conservatrice sì, ma non più estremista almeno a parole.

Una nuova Le Pen?

Nel programma elettorale, però, rimangono i riferimenti ad un’Europa “delle nazioni”, ovvero ad un’uscita dall’Europa: secondo Le Pen spetterebbe al diritto francese il primato su quello europeo. Come se non bastassen un suo recente discorso, ha toccato anche il tema dell’agricoltura europea, da sempre protagonista di screzi fra Stati e partiti populisti. La soluzione, secondo Le Pen sembra un’altra mini “Frexit”, ovvero non rispettare le regole europee. Peccato che l’uscita dalla PAC e il non rispetto delle regole europee significherebbe perdere moltissimi finanziamenti e sussidi, di cui la Francia è principale beneficiario.

Paradossalmente, poi, la guerra in Ucraina sta aiutando più Le Pen che Macron. Per la campagna elettorale del 2017, vale la pena di ricordare, il “Rassemblement National”, partito di Le Pen, chiese un prestito di 9 milioni di euro alla First Czech Russian Bank, fondata in Repubblica Ceca e basata a Mosca. La leader non ha mai nascosto la sua ammirazione per Vladimir Putin e le sue politiche diciamo “intransigenti”.

Ma con l’invasione dell’Ucraina le sue posizioni filorusse sembrano scomparse. Oggi si evita completamente di parlare del conflitto e, anzi, chi prova a ricordarle i suoi rapporti con lo zar di Russia viene scortato gentilmente alla porta d’uscita (leggasi: viene trascinato via con la forza, un po’ come avviene in Russia).

E gli altri candidati?

Tra gli altri candidati, il più importante è senza dubbio Jean-Luc Mélenchon, ex senatore e ministro e candidato di “La France insoumise” (partito di sinistra radicale) che ha ottenuto il 22% dei voti, provenienti principalmente da giovani; Valérie Pécresse, che corre per il partito di destra Les Républicains (4,8%) ; e Yannick Jadot, candidato dei Verdi (4,6%). Tutti questi, una volta saputo di non poter competere al ballottaggio hanno più o meno velatamente appoggiato Macron. Mélenchon, infatti, non ha esplicitamente dichiarato di votare “La République En Marche!” il 24 aprile, ma ha invitato i suoi elettori a non dare un singolo voto a Marine Le Pen, anche se parte del suo elettorato probabilmente condivide alcune politiche di Le Pen o mal sopporta quelle di Macron.

Il 20 aprile si svolgerà un dibattito tra i due candidati, Emmanuel Macron e Marine Le Pen. Entrambi proveranno a convincere quella parte di francesi che specialmente per queste elezioni non sembra intenzionata a schierarsi con nessuno dei due candidati.

In sostanza, appuntamento al 24 di aprile!

Articolo di Jacopo Bulgarini