Tutelare il giornalismo per salvaguardare la democrazia
Quattro mesi di selezione, oltre duecento giornalisti partecipanti provenienti da tutta l’UE e undici finalisti: sono questi i numeri della seconda edizione del Premio di Giornalismo del Parlamento Europeo “Daphne Caruana Galizia”, reporter maltese assassinata per il suo impegno contro la corruzione.
Ad aggiudicarsi il Premio è stato il documentario “The Central African Republic under Russian influence” realizzato dai giornalisti Clément Di Roma, corrispondente video e fotoreporter per France24 in Ruanda, e Carol Valade, giornalista multimediale con esperienza decennale sulle questioni africane.
L’influenza russa nella Repubblica Centrafricana
Il documentario racchiude due anni di lavoro in qualità di corrispondenti nella Repubblica Centrafricana, dove i due reporter hanno svolto lunghe indagini nonostante la costante sorveglianza dei mercenari russi dei battaglioni Wagner e una forte ostilità nei confronti dei media francesi. Il loro lavoro offre una testimonianza inedita delle vittime dei mercenari e fornisce una chiave di lettura su come sia avvenuta questa presa di potere, sia sul piano militare che su quello della disinformazione.
Le dichiarazioni della Presidente Metsola e dei vincitori
Ad aprire la cerimonia di premiazione nel ricordo di Rafael Moreno, giornalista ucciso appena due giorni fa in Colombia, la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, che ha sottolineato come Daphne rivendicasse semplicemente il diritto di svolgere il proprio lavoro, un diritto che però le è stato negato da chi voleva mettere a tacere quella voce evidentemente scomoda e dannosa per i propri interessi illeciti.
«Il Premio Daphne Caruana Galizia manda un messaggio forte» ha affermato Metsola: «il Parlamento europeo sta dalla parte della verità, della giustizia e del giornalismo indipendente (…) Una democrazia forte ha bisogno di una stampa forte. E non c’è democrazia senza libertà di stampa. In Europa, diritti e libertà rappresentano degli obiettivi per i quali ci battiamo, non degli ostacoli».
Intervenuto ai microfoni della sala dedicata proprio a Daphne Caruana Galizia, Carol Valade ha raccontato brevemente l’inchiesta condotta, sostenendo come pur nel dramma di un giornalista che perde la vita ci saranno sempre tanti altri colleghi pronti a portare avanti la stessa missione con ancora più forza e determinazione.
I due vincitori del Premio, infatti, hanno portato avanti il lavoro di tre giornalisti russi, Orhan Djemal, Kirill Radchenko e Alexander Rasstorguyev, assassinati nel 2018 nella Repubblica Centrafricana mentre indagavano proprio sui battaglioni di mercenari russi.
All’inaugurazione del Premio c’era anche Europhonica!
Lo scorso 3 maggio, Giornata mondiale per la libertà di stampa, una nostra delegazione ha seguito dal Parlamento Europeo di Strasburgo l’inaugurazione ufficiale di questa seconda edizione del Premio: tra i temi affrontati in quell’occasione, le misure dell’Unione europea a tutela dei giornalisti – specie quelli indipendenti -, il sostegno giuridico a chi è vittima di cause intimidatorie (le cosiddette “slapp”) ed un focus sul conflitto in Ucraina, definito “guerra d’informazione”.
La forza del giornalismo è la forza della democrazia
A distanza di mesi, questi stessi temi sono tornati fortemente in auge grazie al seminario che ha preceduto la cerimonia di assegnazione del Premio, intitolato “Salvaguardare la libertà dei media: il ruolo dell’UE”.
La prima a prendere la parola è stata la Vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, che ha ricordato in apertura il giornalista italiano Giancarlo Siani ucciso a 26 anni dalla camorra per aver ricostruito le trame del narcotraffico napoletano: «nei suoi articoli» ha detto Picerno «c’è la spinta a lavorare ogni giorno per il bene comune: è questa la forza del giornalismo, che coincide con la forza della democrazia».
La Vicepresidente ha sottolineato poi come sia compito dell’Europa risolvere le problematiche endemiche che affliggono chi lavora nel campo dell’informazione, poiché un giornalismo libero e forte è parte integrante del sistema democratico.
Concludendo, Picierno è tornata a parlare delle interferenze russe nei sistemi informativi europei nell’ambito del conflitto in Ucraina e del tentativo costante da parte di Mosca di criminalizzare il nemico, che sia Kiev o Bruxelles.
Il ricordo di Anna Politkovskaja e di Antonio Russo, morti per aver denunciato le storture del regime di Putin, si accompagna a quello più recente per la scomparsa di Daphne Caruana Galizia, «un patrimonio inestimabile ed un monito per una lotta senza quartiere alle forze criminali che si saldano col potere politico». «Bisogna essere ogni giorno degni del sacrificio di Daphne» – conclude Pina Picierno – «Dì la tua anche se la tua voce trema. Abbi forza nonostante le debolezze. In questa nuova Europa che nasce ogni giorno, Daphne è tra le sue madri fondatrici».
Ospiti, aneddoti e testimonianze
Tanti gli interventi che hanno arricchito l’incontro: dal monito di Matthew Caruana Galizia, figlio di Daphne, affinché gli Stati Membri dell’UE tutelino sempre con vigore il mestiere del giornalista, ai contributi dei Premi Nobel Dimitri Muratov e Maria Ressa fino alle testimonianze di Kirill Martynov e Kariakina Angelina sulle condizioni dei reporter ucraini.
Presente anche il Direttore di Repubblica, Maurizio Molinari, che nel suo discorso ha evidenziato le grandi opportunità offerte dalle nuove tecnologie per bypassare la censura imposta dalle autarchie, ricordando infine che quel che i giornalisti difendono «sono i valori fondamentali degli individui».
A cura di Simone Matteis