Il disco d’esordio del quartetto veneto, sospeso tra passato, presente e campi di grano

Come tutti i generi musicali, anche il jazz è passato, negli anni, attraverso numerose trasformazioni che lo hanno portato ai giorni nostri ad essere quasi irriconoscibile rispetto ai tempi di un Coltrane o di un Davis; è proprio per questo che quando si ascolta un lavoro come Crops and Sports, nuovo album del quartetto italiano Yabai, non possono non tornare alla mente i grandi jazzisti del passato.
Su tutte, la traccia che darà più gioie ai fan di un jazz un po’ stagionato, è sicuramente la prima del disco: Concept creep. Un brano che ricorda le atmosfere di A Love Supreme di John Coltrane, una grande ouverture, che come nel leggendario disco del 1965, ci introduce all’opera, mettendoci comodi, avvolgendoci con suoni caldi, atmosfere soffuse, da jazz bar anni ‘60.
Ma nonostante questi rimandi, non siamo di fronte ad un brano anacronistico o ad un tentativo di revival, ma bensì ad un lavoro attuale, nella sua classicità: un neoclassicismo supportato comunque da note fresche, connubio perfetto di passato e presente.

Crops and Sports è stato registrato nell’All Right Riserva Studio di Verona, rigorosamente in presa diretta, come nella migliore (e sacrosanta) tradizione jazzisitica, e pubblicato dall’etichetta All Right Riserva Recordz, una realtà nata lo scorso anno che conta già diverse pubblicazioni e che speriamo possa contarne sempre più.