Artisti eccentrici, androgini, rivoluzionari e iconici. Come non amarli?
Si è conclusa da pochi giorni la 70esima edizione del Festival di Sanremo che ha visto sul palco dell’Ariston, per il secondo anno consecutivo, Achille Lauro e Boss Doms. Sarà per la loro immagine e performance androgina, per l’outfit, per le ciglia finte, i glitter o il rossetto… che il duo è molto apprezzato, soprattutto dai giovani. A entusiasmare sono sia la creatività musicale sia quella scenica, entrambe sempre fuori dall’ordinario e dal banale.

Forse proprio per questo negli anni 20 del terzo millennio abbiamo bisogno di uscire dalle serenate vecchie e languide, Dove l’amore viene ancora visto come qualcosa di smielato e infantile, un’estetica che andava bene nell’800 e che faceva già impressione sulle labbra dei cantautori degli anni ’70. Oggi possiamo liberarci di questi vecchi canoni e cercare una nuova forma di corteggiamento e di innamoramento dove uomo e donna si uniscono in una danza di reciproche differenze estetiche in una comune ricerca sentimentale: l’Amore.
In un panorama musicale dove le canzoni d’amore sono ancora riassumibili in “Ti amavo/Ti amo/Non lasciarmi” abbiamo bisogno di un rapporto più concreto, più realistico ma non per questo più cinico, che sappia trovare il fascino e la bellezza anche in una società come la nostra, dove contraddizioni e angosce sono all’ordine del giorno.

In brani come C’est la vie o Me ne frego viene cantato di come un amore sofferto e sofferente, accompagnato da una passione che arde, possa salvarci e nello stesso momento potenzialmente ucciderci. Provate a immaginare, invece, un singolo – ci accontentiamo anche solo di uno – in cui viene lodato l’amore fiabesco, che tutti desiderano, un po’ surrealistico, ma possibile. Innamorata degli anni ’80, mi immagino Achille ancora più trasgressivo e glam e lunghissimi assoli di chitarra da parte di Boss Doms. E voi, come concepireste una serenata cantata da loro?