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1991-2020: Loveless dei My Blody Valentine fa 29 anni

Nati nel 1983, dal lavoro di Kevin Shields e del batterista Colm O’Ciosoig, I My Bloody Valentine, dopo qualche Ep e vari avvicendamenti, si consolidano nell’87, con Debbie Googe al basso e Bilinda Butcher alla voce e alla chitarra.

La genialità e la maestria di Shields e soci in Loveless sta nel mischiare bene il noise al pop sognante, nel rendere ascoltabile qualcosa che sembrerebbe più uno studio sul rumore, nel generare una sensazione al tempo stesso fastidiosa e rassicurante, con un suono unico, riconoscibilissimo, e sicuramente british, definibile solo con un termine che identifica un genere nuovo: lo shoegaze. 

L’uso esagerato di distorsioni, riverberi e altri effetti per chitarre produce un muro di feedback, un suono elettrico densissimo, che si addensa anche con un cantato melodioso e etereo. Le voci sembrano per lo più strumenti secondari, presenti e percepibili ma bassissime, quasi avvolte da tutto il resto.

Lo stesso Shields disse, interrogato sui volumi delle sue canzoni, non so quanto ironicamente, di aver paura che voci troppo alte potessero rovinare una bella canzone.

I testi contribuiscono a rendere nel complesso l’album romantico e sognante, e funzionano bene nel contrasto perenne tra chitarre aggressive e melodie vocali semplici e impalpabili.

Il valore di Loveless è sintetizzato bene in To Here Knows When: se non fosse per la voce della Butcher, il rumore vorticoso stordirebbe alla maniera della Metal Machine Music di Lou Reed. Anche in tutto il resto del disco è presente la voglia di sperimentare. Only shallow fa capire quanto sappia essere improvvisamente aggressivo Shields, e quando dark e allo stesso tempo celestiale sia la voce di Blinda Batcher.

Loomer è più hardcore, ma anche qui la voce femminile rende piacevole l’impatto roboante. When you sleep e I Only Said sono ballate rock nervose e distorte; in Come In Alone sono bellissimi i riff monocorda e la voce di Shields, in Sometimes, trapela qualcosa di acustico, sempre in perfetto equilibrio con il resto. Blown in a wish è più dream pop, qui i suoni sono più ovattati. What you want è garage rock. In Soon, infine, c’è una disco frenetica, quasi come l’High Life africana.

Pubblicato il 4 novembre del 1991, Loveless degli anglo-irlandesi My Bloody Valentine è considerato uno dei dischi più importanti degli anni ’90 ed è la migliore espressione di una band che ha influenzato molto il contesto alternative dell’epoca allo stesso modo degli Slodiwe, Cocteau Twins e A.R. Kane.

Nicola Carratta