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Aglio e olio, il nuovo singolo di Fulminacci feat Willie Peyote tra abitudine e intraprendenza

Giallo zafferano scrive che la preparazione della ricetta della pasta aglio e olio, piatto povero, condimento semplice,  indicato solo per insaporire la pietanza, presenta  una difficoltà molto bassa. L’unica certezza è che, dopo aver portato a termine il suo compito rosolando, dando sapore,  l’aglio, alla fine rimane lì, solo, nell’olio.

Ma la vera domanda è: vogliamo veramente essere l’aglio?

Mi spiego meglio.
L’11 marzo è uscito su tutte le piattaforme Aglio e olio, il primo featuring del cantautore romano Filippo Uttinacci, in arte Fulminacci, in collaborazione con Willie Peyote. La canzone, insieme ad altre 4 tracce, si configura come un’aggiunta all’album Tante care cose, pubblicato il 12 marzo 2021 per l’etichetta Maciste Dischi, portando così il disco ad un livello Super Saiyan dal titolo molto da vinile-compilation anni ’80,  Tante care cose e altri successi.

Ma parliamo del brano.
Fulminacci, nel post di lancio, ha dichiarato: “In Aglio e olio io e Willie cerchiamo un equilibrio tra abitudine e intraprendenza”, e in effetti abitudine e intraprendenza rappresentano le parole chiave del brano. Difatti, il testo  inizia con la metafora della solitudine incarnata dal povero aglio lasciato nell’olio a fine pasto, o dal terzo classificato sul podio, insomma chi non ha voluto impegnarsi abbastanza, rischiare. Subito, però, anche questa solitudine dichiara di voler andare oltre, vivere,  uscire fuori, “in una città che regala sogni anche a chi i sogni non ne ha” , magari gli stessi sogni che la notte si è portata via perchè non abbiamo avuto la forza di trattenerli, sostenerli e crederci. Il tutto è suggellato da un fantomatico amico che lo sa, ha fatto esperienza di questo salto nel vuoto verso l’ignoto.

E poi interviene Peyote, che irrompe con una potente riflessione sul tempo. Un tempo che scorre, sembra quasi sfuggirci dalle mani, a tal punto che non ci fermiamo neanche a scrivere le virgole nei messaggi di whatsapp. Un gesto semplice, che però simboleggia cura, attenzione.


Vogliamo tutti risparmiare tempo
E poi con questo tempo in più cosa si fa?”

E quindi le due voci si uniscono in un coro comune che se ne frega del tempo e dà importanza al viaggio, un viaggio scandito da un ritmo chill, semplice e tranquillo tipicamente in linea con quel cantautorato fresco che affonda le radici in tempi lontani e che Fulminacci segue in pieno. Pochi giri di parole, tanta sostanza. La domanda  dell’aglio non si scioglie, rimane.

Ma forse a volte, è più importante porsi delle domande che dar loro risposta perchè alla fin fine insieme all’aglio e l’olio c’è anche il peperoncino, ma non a tutti piace.

Elena Gigli

Grafica di Marta Miseo