Non capita troppo spesso di imbattersi in rapper dai toni assai nostalgici e riflessivi e dalle basi sapientemente curate, la cui musica si sposi benissimo all’irrequietezza dei testi. Quando ciò accade, però, con un giovane artista, che per di più si autoproduce, la cosa non può che lasciar ben sperare: il 13 ottobre è uscito Cartoline, il nuovo EP del rapper salentino Gaston. Classe ’95, ha già alle spalle alcuni lavori; i primi mixtape risalgono al 2012-2013, mentre nel 2017 ha pubblicato il disco Per il clap, acclamato dalla critica. L’EP appena uscito conferma nuovamente il suo talento: composto di 5 brani, dura appena 13 minuti, ma è capace di trasportarci, attraverso i suoi beat riflessivi, in un’altra dimensione, quella della nostra interiorità. C’è tanta vita e tante domande sul suo senso, da cui probabilmente deriva quella malinconia soffusa di cui è intriso tutto il lavoro; ma troviamo inoltre i conflitti interiori che sono tipici di questa età e che si configurano come una costante tensione tra la voglia di cambiamento e la sicurezza del “già noto”.
Tra il rifiuto della frenesia della società che si intreccia a una relazione tormentata in La Folla, erompe poi la base catchy della title-track, in cui Gaston parla della sua voglia di andarsene e scappare, lasciandosi alle spalle tutto e tutti, riflettendo amaramente che “siamo nel mare tra il fare ed il dire, spettri di vite felici fallite”. Viale del tramonto, col suo pensoso mix di hip-hop e soul, descrive malinconicamente la fine di una relazione ed è stata realizzata con Luigi Grande.
La breve ma incisiva Usciamo sempre nei soliti posti, dalle atmosfere cupe e ipnotiche, insiste pure sulla stessa frase, che viene però rimescolata nei suoi elementi, esprimendo in maniera estremamente semplice la “stagnazione” che possiamo attraversare in alcuni periodi della vita, sempre in balia dei “soliti mostri”. Chiude l’EP la nostalgica Marea Delay, che passa in rassegna ricordi felici con una forte tensione verso di essi.
Insomma, possiamo ben dire che Cartoline è perfetto per la stagione autunnale, capace di coinvolgerci profondamente con le sue basi avvolgenti e le sue grandi nostalgie.
Giulia Gallo