Fulminacci è uno degli artisti più freschi ed innovativi della nuova scena indipendente italiana, nonostante abbia solamente quattro anni di carriera alle spalle. Per di più, ha già ricevuto premi e apprezzamenti dalla critica: basti pensare alla vittoria della Targa Tenco come migliore opera prima nel 2019 con La vita veramente, il suo album di debutto.
Dopo l’uscita del suo ultimo album Tante care cose nel 2021, parte il “TANTE CARE COSE E ALTRI SUCCESSI TOUR” nei più famosi locali per musica live in Italia con le date inizialmente organizzate per il mese di marzo 2022, poi rinviate a maggio e giugno dello stesso anno. Il 31 maggio è stato il turno di Roma, casa sua, che l’ha accolto con un sold-out quasi fulmineo. Il cantautore classe 1997 sale sul palco dell’Atlantico Live dopo un piccolo sketch registrato da Valerio Lundini, suo caro amico che poi, in modo completamente inaspettato, gli farà compagnia durante la serata. È vestito in modo formale, con uno smoking bianco, papillon e pantalone elegante nero. Solo a guardarlo, devo ammetterlo, sentivo tanto di quel caldo che in confronto a quello che stavo provando io in quel momento era il nulla cosmico. Perché sì, è stata una serata davvero calda e le porte aperte sono servite davvero a poco.
Inizia così il concerto, con un Filippo – vero nome di Fulminacci – vestito elegante come i suoi colleghi musicisti che intona le prime note di Forte la banda. Si susseguono subito tante canzoni del suo album di debutto, accolte a gran voce sia dai nuovi arrivati sia dalle vecchie guardie: si passa dalla carica di La vita veramente alla dolce e nostalgica Al giusto momento. Ottimi i giochi di luce, non troppo fastidiosi, bensì adatti sia all’atmosfera della canzone che alla grandezza del posto. Filippo parla poco durante la serata – davvero tanto emozionato e riconoscente alla sua città natale per avergli regalato un sold-out e un calore così grande – e proprio a causa dell’emozione riesce a fare una piccola gaffe, introducendo un brano (San Giovanni) previsto però più in là nella scaletta. Inoltre, mette in set-list una canzone uscita solamente come demo durante i primi giorni di pandemia, La fine della guerra, e il fatto che sia rimasta solamente su Youtube si nota dal fatto che non tutti la conoscevano o riuscivano a cantarla. Qui approfitto per unirmi al coro di tutti i fan più sfegatati: caro Fulminacci, cosa diamine stai aspettando nel pubblicare questo gioiello sulle piattaforme di streaming? Fallo al più presto, grazie. Con affetto, un fan in trepidante attesa.
Ed è a circa metà concerto che Filippo riesce a prenderci beatamente in giro: introduce Aglio e Olio chiedendo di fare un caloroso applauso a Willie Peyote. Effettivamente, entra un ragazzo che era vestito davvero con lo stile di Willie, se non fosse per il fatto che appena ha aperto bocca, tutto l’Atlantico è scoppiato a ridere, io compreso. Quel ragazzo in realtà era Valerio Lundini, che ha cantato la parte di Willie nella canzone. Come se nulla fosse successo, terminata la canzone chiede un nuovo applauso “per Willie Peyote” e noi tutti decidiamo di stare al gioco. È anche simpatico il ragazzo, sappiatelo. Ma non solo. Tra una canzone e l’altra, nella seconda parte, nota che alcuni ragazzi dalle prime file si sbracciano per attirare la sua attenzione. Chiede che succede e appena viene a sapere che una ragazza si era sentita male, ferma tutto per far intervenire i soccorsi. Partono gli applausi di incoraggiamento per lei e di ringraziamento per lui. Chapeau per il suo gesto, tant’è che dedica la canzone successiva a Serena, questa ragazza che poi verremo a sapere che si era tranquillamente ripresa, anche perché lui è stato il primo a chiedere di continuo informazioni su di lei.
Nella seconda parte si cambia ritmo e atmosfera. Cambia anche lui l’outfit, indossando una felpa dorata e luccicante. Si balla, si suda e si urla al ritmo di canzoni come Miss Mondo Africa, Canguro e Le ruote, i motori. Bisogna sottolineare il fatto che Filippo sia anche un buon coreografo: accompagna la maggior parte delle canzoni dell’ultimo blocco con dei balletti organizzati con il suo chitarrista e bassista e vengono molto apprezzati dal pubblico. Siamo verso la fine del concerto, mancano poche canzoni e la stanchezza, mista al caldo, inizia a farsi sentire. Proprio qui, Fulminacci ci dice che dobbiamo impazzire completamente, ballare e saltare come se non ci fosse un domani. Il compito da lui assegnatoci viene eseguito alla grande: su Tattica e Tommaso, richiesta a gran voce al termine, il pubblico si scatena come mai prima. Al termine, ringrazia di essere venuti per lui e soprattutto confessa di essere molto contento del fatto che i live siano ripartiti.
È stato il mio primo concerto da due anni e mezzo a questa parte e non posso non dire che per me è stata una ripartenza con i fiocchi. Filippo è uno showman, un artista che ha tutto il potenziale e le caratteristiche per poter davvero fare un grande salto di qualità. È autentico, geniale e tanto, tanto pazzo ma è una pazzia positiva, quella che riesce a renderlo accattivante al pubblico, che riesce a farlo saltare agli occhi in un mare di musica troppo spesso – ultimamente – fatta con lo stampino. Fulminacci merita di essere conosciuto, ascoltato e vissuto live. È pronto per “il mondo dei grandi”.
Adrian Caporrella