I Colla Zio spaccano anche se non lo sai

Sapete, è un po’ complicato incanalare un artista in un genere ben preciso. Ma, prima di tutto, fa parte della categoria delle cose che detesto di più in assoluto. Quando riduci un brano e il suo autore ad un genere, ti metti di fronte alla morte dell’arte, della libertà, e di conseguenza ti rinchiudi in un carcere mentale asfissiante e claustrofobico.

Quando ascolto musica preferisco non avere determinati pregiudizi; ogni tanto succede anche a me, ma quando mi fanno l’imbarazzante domanda “che genere ascolti?” io rispondo che non lo so. Non so che genere ascolto e mi pare anche riduttivo sminuire i miei gusti musicali riducendoli al che ‘tipo’ di musica mi piace ascoltare. Ci sono, piuttosto, delle sonorità che apprezzo di più e altre che detesto in assoluto, ma si riconduce tutto ad una questione di orecchio. Per esempio, tra quella categoria delle cose che odio di più in assoluto ci sono la trap e l’indie.

La trap non saprei neanche in che modo spiegarvi il perché mi faccia così tanto ribrezzo; non sempre, ma spesso. L’indie, invece, mi fa venire il fuoco di Sant’Antonio; tutte quelle parole sconnesse tra loro che neanche messe insieme diversamente prendono senso, il finto disagiato che scrive di pene d’amore, l’immagine falsificata della donna angelo moderna, un po’ svampita, un po’ sexy, un po’ acqua e sapone, un po’ drogata, un po’ sticazzi. Ma più di tutti, sono i cantautori indie che mi fanno salire il demonio che esiste in me. Eppure… eppure, dannazione, ci sono personalità musicali indie che apprezzo.

Ma cosa succede quando non capisci, effettivamente, che cosa stai ascoltando? Ecco. Questa è la sensazione che ho avuto quando ho ascoltato per la prima i Colla zio.Non chiedetemi il perché si chiamino così, e probabilmente neanche ci deve interessare. So solo che mi hanno fatta ricredere su un paio di cosette:

La prima è che l’indie, tutto sommato, se fatto bene (se non è indie) può essere anche piacevole.

La seconda è che a nessuno gli deve fregare di che tipo di musica fai; se sei un bravo ascoltatore, scavalcherai questa linea di giudizio e, finalmente, inizierai ad ascoltare in modo più aperto, senza categorizzare.

Dei Colla zio sappiamo esattamente questo: che fanno il cazzo che gli pare. Sono un po’ indie, a volte rap, a volte blues, a volte reggaeton. Insomma, sono tutto e niente, ed è questo il bello. L’essere così poliedrici può essere ricondotto al fatto che quello dei Colla zio è un collettivo composto da 5 componenti: Andrea ‘Armo’ Arminio, Andrea ‘Mala’ Malatesta, Francesco ‘Glampo’ Lamperti, Tommaso ‘Berna’ Bernasconi e Tommaso ‘Petta’ Manzoni.

Tutti e cinque provengono da Milano e hanno creato il gruppo nel 2019. Interessante è il loro EP di debutto Zafferano che è stato pubblicato con l’etichetta Woodworm recentemente, nel 2021 e risulta esattamente come detto prima: un pastiche organizzato, ben studiato, originale, ma soprattutto divertente.

La musica è intrattenimento e in quanto a divertimento i Colla zio hanno fatto centro, così come hanno centrato la loro partecipazione alla 73esima edizione del Festival di Sanremo che si terrà questo inizio Febbraio 2023. I 5 artisti si sono aggiudicati un posto nella categoria emergenti grazie al brano Asfalto.

Nulla da dirgli ai Colla zio: hanno vinto tutto. Con Asfalto si sono sbizzarriti con questo pop originale e sconnesso. Un ritornello che ti rimane in testa in maniera ossessiva, un canto liberatorio che ti fa alzare lentamente dalla sedia e ballare fino allo sfinimento, con un gin tonic in una mano e la siga nell’altra. Insomma, hanno tutte le carte in regola per spaccare a questa edizione del Festival e per far sentire che la musica giovanile, in Italia, può ancora essere rivoluzionaria.

A cura di: Ludovica Sanseverino