
I Notwist sono una delle band più influenti della recente scena rock tedesca. Nascono nel 1989 e producono dischi per le più iconiche etichette dell’indie rock: City Slang, Domino Records, Sub Pop. Tra collaborazioni, colonne sonore, side-project, i 3 componenti (Markus e Micha Acher e Cico Beck) sono molto attivi. Tra i loro progetti ricordiamo: 13 & God, Hochzeitskapelle, Spirit Fest, Aloa Input, Tied Tickled Trio.
Vertigo days (More Music / Alien Transistor), il primo album dei Notwist a 7 anni di distanza dal precedente Close To The Glass, uscirà il 29 gennaio, ma è già disponibile, in parte, su alcune piattaforme digitali. Ha una struttura avvincente che combina pop malinconico, elettronica fragorosa, Krautrock ipnotico, ballate sbilenche. In tutto il disco è presente inoltre una forte componente cinematica. Interessante è la presenza di collaborazioni di artisti indie molto lontani dallo stile dei Notwist. Il gruppo ammette di aver voluto fare un disco più internazionale e curioso:
“volevamo mettere in discussione il concetto di band aggiungendo altre voci e idee, altri linguaggi”.
Ship contiene la voce magnetica di Saya, del duo psycho-indie giapponese Tenniscoats, in un inno che sospira su un ritmo propulsivo e Krautrock. La clarinettista Angel Bat Dawid (arruolata nell’americana International Anthem Records) aggiunge il clarinetto alla dream pop Into The Ice Age. Il geniale polistrumentista Ben LaMar Gay (anche lui nella International Anthem) canta in Oh Sweet Fire e scrive un testo d’amore attuale e potente: immagina due amanti che protestano mano nella mano. Al Sur è marchiata dall’inconfondibile stile alt-pop dell’ospite argentina Juana Molina che ne scrive il testo, canta e suona l’elettronica. Dopo un ascolto complessivo, la cosa più interessante di Vertigo Days è il suo essere una lunga, fluttuante suite. Le canzoni sono correlate e pensate per essere ascoltate in sequenza ordinata, si fondono tra di loro, contengono improvvisazioni in stile jam, sfumature e soluzioni da spettacolo live. Markus afferma inoltre di considerare i testi dell’album come un unico lungo poema. La narrazione si sviluppa condizionata dalla geopolitica dei nostri tempi: quello che credevamo impossibile diventa possibile; fatti, pensieri, relazioni personali diventano globali.
I Notwist sono consapevoli dell’incertezza generale ma la vivono come opportunità per appassionarsi alla vitalità della musica del mondo d’oggi.
Nicola Carratta