Pietro Bianchi, in arte Peter White, giovane cantautore romano classe ’96, dopo la pubblicazione del suo primo album dal titolo “Primo Appuntamento” nel 2019, seguito dal singolo “Rosé“, uscito alla fine del 2020, durante il pieno della seconda ondata dell’epidemia da Covid19, ci stupisce ancora oggi con la nascita di un nuovo singolo-progetto dal titolo emblematico “Gibson Rotte“. Il singolo disponibile su tutte le piattaforme musicali dal 14 maggio, nasconde un messaggio particolare da parte dell’autore, che in un momento così fragile e pieno di insicurezze, ha deciso di lanciare un barlume di speranza per la ripartenza dei concerti e di tutte quelle performance musicali ferme ormai da troppo tempo. Come lui stesso afferma nel video girato per Roma tra i quartieri e locali della capitale, il nuovo singolo è un incontro tra giornate storte e momenti felici.
Al contrario del titolo della canzone l’intento simbolico dell’autore è rimettere insieme i pezzi, riavvicinandosi sempre di più al pubblico attraverso la musica. Per questo motivo, Peter White ha deciso di personalizzare alcune delle sue chitarre per lasciarle di fronte a tutti quei locali di Roma che prima della pandemia ospitavano eventi musicali.
L’intento è esattamente quello di favorire la ripartenza a partire da tutte quelle piccole realtà che hanno sempre avuto come obiettivo primario quello di promuovere la musica. Alcuni dei locali in cui ha scelto di lasciare un ricordo hanno altresì un grande valore simbolico per Peter White; dal piccolo ritrovo in cui ha suonato per la prima volta ancora da studente a una festa di istituto fino al locale del suo primo sold out. L’iniziativa promossa dal giovane cantautore romano rappresenta un timido segnale di speranza, unito alla prepotente voglia di ricominciare a cantare e ad emozionare il pubblico dopo un blocco durato ormai più di un anno intero. Come recita il ritornello del brano:
“Mi baciavi ai concerti, mangiavamo la pizza sul letto, scattavamo le foto aspettando il momento perfetto e adesso che siamo solo a un passo è come ogni volta che ti guardo come un’auto che va a centottanta di notte e poi sbatte come Gibson Rotte”.
Francesca Rodolico
Grafica di Francesca D’Apuzzo