Anche se da molti è considerato l’alfiere della musica commerciale in Italia – quindi della musica plasticosa, costruita a tavolino, chi conosce bene J-Ax sa che la spontaneità, la genuinità, è una delle cifre stilistiche che hanno caratterizzato da sempre la sua musica, più di determinate sonorità o tematiche.
Ax ha infatti cambiato stile nel tempo, cambiato diversi compagni di viaggio, più volte ha rotto col suo passato e altrettanto spesso è tornato sui suoi passi, ma la sua coerenza a sé stesso è piuttosto palese: è ed è sempre stato il caciarone, provinciale e dissacrante tamarro, con una voglia assurda di comunicare tutto ciò che gli passa per la testa e un linguaggio immediato che nel tempo ha saputo diventare pop, in modo appunto molto spontaneo.
Mettendo J-Ax sotto questa luce si potrebbe quasi riuscire a normalizzare l’ultima, straordinaria trovata dell’artista, annunciata sul suo profilo Instagram lo scorso 11 Settembre:
Signore e signori, un disco punk rock cantato in italiano e non distribuito se non ad amici di amici di amici: Uncool & Proud, pubblicato su un account privato di SoundCloud con lo pseudonimo di Jaxonville, che richiama il nome della città natale della moglie di Ax, Jacksonville. Trovata di marketing, diranno gli haters. Ma i fan, soprattutto quelli di lunga data, stanno saltando sulla sedia per la decisione dell’artista, sperando di arrivare a mettere le mani sull’esoterico disco in questione.
Siete curiosi di sapere com’è? Noi della redazione di RadUni Musica abbiamo avuto la possibilità – il privilegio? – di ascoltarlo e non volendo snaturare la vision del progetto approfondendo in questo articolo la tracklist o i singoli brani, che dovrebbero appunto restare privati, vi riporteremo di seguito solo qualche impressione generale di alcuni di noi.
«A livello di sonorità musicali è piuttosto simile ai suoi dischi solisti immediatamente successivi alla rottura con gli Articolo, soprattutto Rap’n’Roll: dà l’impressione che si sarebbe potuto osare ancora di più, sporcare ancora di più il suono. I testi delle canzoni invece sono sboccati, irriverenti e volgari come mai prima nella sua carriera. Risultano incredibilmente liberatori, pur nella loro semplicità.»
– Mengh Yu
“Finalmente J-Ax torna a fare quello che sa fare bene: rappare su strumentali rockeggianti, sputando critiche beffarde contro i vizi della nostra società. Un album sicuramente godibile, che segna un ritorno a uno stile che sembrava dimenticato. Peccato però per tutto l’hype, sapientemente creato in questi giorni che si è rivelato esagerato. Buon disco, ma siamo lontani dal punk rock promesso nell’annuncio del lavoro.”
– Alessandro Monfroglio
“Davvero niente male. Ricordo che aveva già provato a fare qualcosa del genere con Rap’n’Roll, ma questa volta credo che ci sia riuscito.
Sicuramente l’italiano punk non è aulico come quello dei ramones, e ovviamente non ci si può aspettare una roba da cccp e csi, perchè J-ax non è questo; ha un suo modo d’essere e di fare musica che non credo sia paragonabile ad altro ed è giusto che sia così. Tuttavia in alcuni punti l’ho trovato una sorta di grido disperato di un quasi 50enne che sta vivendo una crisi di mezza età e sta vomitando il suo odio nei confronti di una società marcia, d’altronde è ciò che fa il punk.”
– Caterina Nicolini
“Un ritorno al passato quello di J-Ax, sonorità che non mi dispiacciono rendendo l’album sicuramente sporco e provocatorio . Testi rabbiosi e bisogna ammettere anche divertenti “senza peli sulla lingua”.
Come già detto prima gli arrangiamenti non mi dispiacciono anche se in realtà si cade molte volte in una sorta di ripetitività, insomma non basta scrivere canzoni di questo genere per definirsi punk”
– Giovanni Cassone