La polemica sul video di WAP è sessista?

Che vi piaccia o meno la nuova wave trap cominciata nel 2015 ha avuto un sacco di effetti benefici sulle dinamiche del movimento rap e hip hop in tutto il mondo.

Uno dei più meritevoli è quello di aver dato uno spazio notevole, storicamente senza pari, alle voci femminili, al rap fatto dalle donne. Si potrebbe discutere – e lo si fa, ma non si farà in quest’articolo – su tutti i limiti di questa conquista femminile, ma intanto è un innegabile passo in avanti per un genere purtroppo piuttosto fallocentrico.

Nelle ultime settimane la regina indiscussa della trap al femminile, Cardi B, ha pubblicato l’attesissima collaborazione con Megan Thee Stallion, astro nascente della scena, già amatissima e paragonata più volte a Cardi. Il singolo, WAP (Wet Ass Pussy) ed il relativo video hanno macinato record di streaming e di visualizzazioni, accompagnati però da una polemica che tarda ancora a spegnersi.

Come si può intuire dal titolo le due rapper nella canzone parlano di sesso e di piacere femminile e il video indulge – c’è bisogno di dirlo? – sulle curve delle due protagoniste e di tutte le altre comparse, tra cui visi celebri come Kylie Jenner e Rosalia. Scandalo.

Giornalisti, politici e candidati, pulci con la tosse su Twitter, hanno tacciato di eccessiva volgarità o di cattivo gusto e la canzone e il video, come se fosse cosa inedita o anche solo rara nel rap parlare volgarmente di sesso, o mostrare nei video corpi femminili supersexy, lasciando poco spazio all’immaginazione.

Sarebbe disonesto non dire che sul web si è vista anche la reazione in difesa delle due icone e persino del loro messaggio. Ma non si spiega comunque il perché della débâcle, in quanto esistono già miriadi di canzoni e video rap altrettanto osé e WAP non abbia creato proprio nessun precedente.

Sarà che Cardi e Megan hanno una visibilità che sommata è quasi impareggiabile, per cui WAP è arrivata a orecchie e occhi non abituati? Sarà che in America – paese a cui il politically correct è sfuggito di mano – si respira aria di campagna elettorale e partecipare a questo dibattito era un’occasione di visibilità?

Ma rimane un’ultima, preoccupante, supposizione: sarà che il mostrare senza alcun tipo di pudicizia il corpo femminile, qui non sia fatto solo da modelle che fanno da contorno, o meglio da trofeo, a un già più digeribile rapper maschio? E che chi può trarre beneficio d’immagine dal video siano proprio le proprietarie di quei corpi? È un dubbio lecito: non sono poche le volte in cui nei video delle canzoni musicali, siano esse rap, pop o reggaeton, si vedono ragazze in abiti minimal, in pose e comportamenti molto provocanti (vedi: twerk). Forse davvero l’unica differenza con tutti gli altri video o con tutti gli altri testi è che non ci sono maschi, né nel video, né nel testo.

Mengh Yu