Cerca
Close this search box.

Le reazioni “Chimiche” di Ibisco

Dopo più di cinque giorni di quarantena uscire di casa sembra strano. Tutto sa di nuovo, come se non l’avessi mai visto. Aleggia nel vento una piccola sensazione di spaesamento che fa fatica ad andarsene; eppure, i piedi devono comunque muoversi uno dietro l’altro per riuscire a camminare, senza perdere il ritmo, ritornando alla solita normalità che tutti conosciamo. È un po’ come trovarsi in un labirinto immaginario dove si ha la sensazione di non riuscire a trovare la via d’uscita, anche se è là di fronte ai nostri occhi. Solo che non riusciamo a raggiungerla. Ci si è persi, e quelle gambe che tanto volevano uscire fuori di casa per muoversi un po’, tutto ad un tratto non vogliono farlo. Vogliono perdersi, andare altrove per poi, un giorno, ritrovarsi. Questa è la sensazione che ho provato ascoltando “Chimiche” di Ibisco.

Ibisco, Classe 1995, nato a Bologna e cresciuto nella provincia, ci racconta un’Emilia dark e underground, e con Chimichesi arriva a quello spaesamento labirintico che prima vi ho raccontato. Questa sensazione è data soprattutto dalla produzione di Marco Bertoni che riesce a mixare insieme cantautorato, new wave ed elettronica, sfociando in un ritmo malinconico che ci culla verso un viaggio inaspettato. Quello che ci racconta l’autore è un’introspezione profonda che sfocia nella chimica che è intrinseca in ognuno di noi. Per Ibisco, l’intera esistenza è una sorta di fatalismo biologico derivato dalle nostre reazioni chimiche che dovremmo ammirare e non odiare, dato che fanno parte di ognuno di noi.

Chimiche è anche il singolo che anticipa l’album di debutto dell’autore “Nowhere Emilia“, in uscita il 14 di gennaio del 2022. L’album sarà una dedica agli urli della nuova generazione, con brani che si destreggeranno in visioni distorte colorate di bianco e nero ed esplorazioni dell’anima, incorniciate dalla potenza narrativa dei testi che traghetteranno in un mondo completamente nuovo.

Testo e grafica di Ludovica Sanseverino