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Lettera d’amore a Marlon: l’energia di Nova Luz

La prima volta che incontrai Marlon ero ad una festa in casa di una ex compagna di liceo, esattamente nel 2016. Tra il vociferare adolescenziale e il vino a fiumi, io e lui ci incontrammo solo verso le 3 di mattina, ubriachi, sul terrazzino di casa. Ricordo che facemmo l’alba. Nel mentre parlammo di esistenzialismi e ci facemmo a vicenda le solite domande che un adolescente si fa nei confronti della vita: perché siamo qua, qual è il nostro scopo, cosa vorremmo fare da grandi. Incominciammo a conoscerci meglio nei mesi dopo. Andavamo alle serate organizzate dai centri sociali ad ascoltare ‘musica brutta’; quella musica tamarra che ascoltavamo quando eravamo alle medie, e ci sentiamo i re e le regine del mondo mentre andavamo sul Tagadà e pensavamo pure fosse figo. Ricordo che ci divertivamo parecchio, soprattutto quando incominciavano ad arrivare le prime luci del giorno, verso le 5 di mattina, quando, completamente inebriati dall’alcolismo giovanile, parlavamo dei nostri problemi. Oscillavamo tra il futile e il grave senza giudicarci. Poi una sera incominciammo a parlare di musica. Scoprii che qualcuno, esattamente come me, aveva la stessa ossessione per quest’arte, difficile, a volte, da comprendere. Da lì non ci fermammo più. Era un tumulto di passioni condivise che vivevamo sempre con fiera spontaneità. Eravamo innamorati della stessa materia, ma non eravamo gelosi di spartirla tra di noi.

In questi anni abbiamo provato a conoscerci sempre meglio e ci siamo resi conto che avevamo un background molto simile; abbiamo entrambi vissuto un po’ dappertutto, tra traslochi e nuovi luoghi da scoprire. Infatti, Marlon nasce come Marlon Mostacero Mendoza a Trujillo, Perù, il 21 luglio 1995. All’età di 3 anni si trasferisce in Italia per vivere qualche anno a Roma, per poi spostarsi prima in provincia di Milano, e infine in provincia di Bergamo. Già da giovanissimo si è approcciato alla produzione musicale iniziando a prendere ispirazione dalla scena francese di fine anni ’90, dalla French Touch e dalla Nu Disco, producendo con lo pseudonimo di Le Nonsense. Ricordo ancora che, come Dj Le Nonsense, lo seguivamo ovunque; ci piaceva sentirci ancora così giovani anche se il tempo passava inesorabilmente. Ricordo che incominciarono ad uscire i suoi primi album e li ascoltavo ben volentieri, incuriosita dai suoni che utilizzava. Poi, più di un anno e mezzo fa, mentre stavamo parlando a telefono, Marlon mi disse: << Oh Ludo, io ho una cosa da farti sentire >>. Be, io da vera fangirl non ci vedevo più dalla gioia. Mi mandò una cartella drive e ascoltai Nova Luz.

La prima volta ascoltai l’album una decina di volte. Non potevo farne a meno; era da tempo che non ascoltavo dischi come quello. Il fatto, poi, di poter ascoltare in anteprima l’album prima della sua effettiva uscita mi aveva fatta sentire molto speciale, un po’ come una confidente. Oramai, dopo quasi due anni, l’album è stato rilasciato il 28 gennaio di quest’anno sotto l’etichetta di Edoné Dischi. Ascoltarlo è un po’ come una liberazione totale. Metriche sconnesse, suoni completamente impazziti: un’anarchia musicale guidata, allo stesso tempo, da una calcolata orchestrazione. All’inizio potrebbe ricordare la ska music, ma poi si immerge improvvisamente in suoni elettronici, pop e disco, per poi arrivare ad assoli di chitarre. Diventa tutto così armoniosamente caotico e, allo stesso tempo, elegante. Nova Luz è l’atto finale della crescita emotiva dell’autore che ci mostra la sua poliedricità e versatilità musicale; Marlon non è un artista che si radica in un genere ma cerca di crearne uno suo prendendo spunto da più punti di vista. L’intero album è dotato di una sua luce, una nuova luce, che travolge ed emoziona, coinvolgendoci con tutta la sua energia.

Oramai io e Marlon siamo cresciuti, siamo diventati praticamente adulti, ognuno con i propri problemi e i propri ostacoli da superare. Quando eravamo adolescenti ci chiedevamo spesso cosa avremmo fatto in un futuro e, ovviamente, non sapevamo darci una risposta sicura. Probabilmente non ci saremmo mai immaginati di poterci trovare a kilometri di distanza, io nella mia cameretta a scrivere dei suoi dischi, e lui nella sua a produrne di nuovi. La vita ogni tanto è strana e, come dice Marlon, non c’è vita dove non c’è la morte, e vivere significa anche morire. Nova Luz è questo; una morte simbolica che sboccia poi in un’energia vitale mai vista prima.

Per seguire Marlon su Instagram:

https://www.instagram.com/marloncomemarlon/

Di Ludovica Sanseverino

Grafica di Marta Miseo