Magenta#9 VS The Occasionals: i vincitori di Sanremo Rock si raccontano

Dopo l’intensa settimana di Sanremo Rock, che Raduni Musica ha seguito come media partner sia da remoto che in presenza (trovate tutte le interviste sulla nostra pagina Instagram e su FB!), la giuria ha decretato i vincitori di questa edizione: i bolognesi Magenta#9 per la sezione “Rock” e i senesi The Occasionals per la sezione “Trend”. In questa intervista “doppia” abbiamo parlato con loro facendoci dire quali progetti/sogni hanno in cantiere.

Ciao ragazzi! Benvenuti su Raduni Musica.

Raccontateci un po’ di voi: quando nascete come band? Cosa significa il vostro nome?

Magenta#9: Ciao e grazie per questo spazio! I Magenta#9 sono relativamente giovani e purtroppo intendo come band, non come anagrafica 🙂 La band si è formata più o meno nel 2017 ma fino al 2019 sono stati due anni “a scartamento ridotto”. Tutto è iniziato, come spesso accade, per gioco. Noi della band suoniamo in altri progetti del bolognese e Amos [cantante, ndr] ha avuto il grande pregio di riunirci sotto un unico “tetto”: man mano ci siamo accorti che poteva essere un progetto in cui investire seriamente del tempo e dell’impegno. Il nome è semplicemente un indirizzo di Bologna, via Magenta 9; è il posto in cui questa band ha iniziato a muovere i primi passi… E ovviamente non poteva che essere in Bolognina!

The Occasionals: Ciao Giulia, e grazie per l’invito! Gli Occasionals si sono formati in modo assolutamente occasionale! Era il 2 dicembre 2011… Provavamo insieme da circa 2 mesi, ma non eravamo ancora una band: lo diventammo dopo una chiamata in “discoteca”, per coprire un buco nel programma di un amico. Accettammo solo per amicizia appunto, doveva essere solo una serata “occasionale” (da cui il nome della band), ma dopo nove anni siamo ancora qui.

Come definireste il vostro genere musicale?

M#9: Rock! L’idea di questa band è tanto semplice quanto precisa: siamo tutti amanti del rock italiano che fu, dai Litfiba ai Timoria, passando per Afterhours, CSI, Negrita, Bluvertigo ecc… Ci piacerebbe riproporre alcune di quelle sonorità che oggi sono quasi sparite: non è una band “patinata”, ci piace l’idea della formazione classica a due chitarre, batteria e basso. Per ora le poche parti di synth dei nostri brani le releghiamo a semplici backing tracks… In futuro si vedrà.

TOs: Se James Bond ascoltasse la nostra musica, probabilmente direbbe: “folk-rock, con un pizzico di ska in salsa world music: agitato, non mescolato”.

E invece le vostre canzoni di cosa parlano?

M#9: L’idea di fare questo tipo di rock indirizza anche i testi verso una strada ben precisa: tendenzialmente parliamo di situazioni di vita in cui bene o male ognuno di noi si possa immedesimare. Sebbene non siano testi apparentemente troppo ricercati, la difficoltà nello scrivere questo tipo di canzoni sta nel trovare una chiave di immediatezza che “acchiappi al volo” l’attenzione dell’ascoltatore. Nel nostro primo singolo, “Non si può”, la cosa è abbastanza palese: c’è questo tormentone in risposta alle strofe (“Non si può”, appunto) che nei live diventa subito uno strumento di interazione con il pubblico: già dalla seconda strofa lo ripetono con noi 🙂 Questo succede perché abbiamo ricercato un elemento facile, immediato.

TOs: Le nostre canzoni fondamentalmente raccontano storie, raccontano quello che ci circonda, quello che leggiamo tutti i giorni sui giornali. Vengono trattati argomenti a volte anche scomodi, si parla spesso e volentieri di personaggi che hanno avuto meno fortuna di altri. Come si fa a raccontare storie del genere ma cercare di suscitare comunque allegria? Semplice: “edulcorando” la nostra pillola semantica con un rivestimento musicale allegro, spensierato, a volte quasi scanzonato. Ci piace giocare con le metafore, senza per questo rendere i testi incomprensibili. Crediamo fortemente nella presenza della musica ovunque (nelle scuole, nei locali pubblici, per strada, ecc.) al fine di utilizzarla come mediatore e stimolante emotivo: pensiamo che il racconto della realtà, e soprattutto dei temi delicati che la caratterizzano, debba passare anche e soprattutto attraverso il linguaggio musicale, meglio se inizialmente allegro e spensierato, ma che porti alla fine ad un’attenta riflessione, individuale prima e collettiva poi.

Quali sono i vostri artisti di riferimento?

M#9: Come già anticipato prima, la matrice comune è quella. Devo dire che siamo tutti fan della musica italiana, sia rock che cantautoriale. Spesso vengono fuori i nomi di Battisti, Rino Gaetano ma anche 883, Verdena, Elio e le Storie Tese. In più, ma questo è un po’ slegato dal contesto, abbiamo tutti un background sul metal e dintorni. Amos per esempio apprezza molto l’hard rock, io [Fausto, chitarrista, ndr] sono più su un filone progressive. Però per quanto riguarda i Magenta#9 cerchiamo di fare riferimento puramente alla musica italiana.

TOs: Non è facile rispondere a questa domanda, perché ogni membro della band ha portato con sé, sin dall’inizio, un bagaglio musicale diverso: dallo ska-punk degli Ska-p, al roots & beat dei Bluebeaters, passando per il folk-rock della Bandabardò e l’ironia cantautorale di Jannacci. Sicuramente ci riempie di orgoglio quando qualcuno riconosce le influenze di questi artisti nella nostra musica, ma altrettanto orgogliosamente possiamo sostenere di non essere rimasti “ancorati” a nessuno di questi stili, ma di averne al contrario sviluppato, con il tempo, uno tutto nostro.

Qual è stata la parte più bella dell’esperienza a Sanremo Rock?

M#9: Sanremo Rock è stata un’esperienza “totale” perciò è difficile darti una riposta precisa. Intanto è sempre bello andare in giro con la band perché c’è questa aria da “scolaresca in gita” quindi puoi ben immaginare il delirio nel fare questa trasferta in Liguria. Sicuramente ci sono due aspetti di rilievo:

1. Conoscere altri musicisti e altre band: con alcuni di loro siamo rimasti in contatto e sono sicuro che prima e poi riusciremo a fare qualche data insieme.

2. Suonare all’Ariston: beh… è davvero un’esperienza emozionante per tutto quello che quel posto rappresenta. Personalmente inoltre ho avuto il piacere di suonare di fronte (e poi stringere la mano) a Massimo Varini che è un chitarrista e un didatta che stimo moltissimo.

TOs: Non ci crederai mai ma la parte più bella c’entra davvero poco con la musica: prima di essere una band siamo un gruppo di amici che si vogliono bene e avere una settimana tutta per noi, per andare in giro, vivere la quotidianità insieme e ritrovarci la sera a suonare e cantare davanti al nostro locale preferito di Sanremo, beh… non ha prezzo. Se abbiamo fatto una performance che ha convinto la giuria è stato soprattutto grazie a questo. 

Uscite entrambi vincitori da Sanremo Rock, seppure in due categorie diverse: cosa significa questo traguardo per voi?

M#9: Per una band appena nata, partire “con il botto” non fa mai male. Aver vinto questa rassegna vuol dire dover lavorare ancora di più e ancora meglio al progetto. È un riconoscimento che fondamentalmente attesta che la band può avere del potenziale e ora è nostra responsabilità alzare sempre di più l’asticella e costruire il nostro percorso, passo dopo passo.

TOs: Beh, cosa dire… Stiamo ancora cercando di realizzare quello che abbiamo fatto. È accaduto tutto così in fretta che quando ce lo fanno notare, istintivamente viene da rispondere “Ma chi, noi?”. Ad ogni modo è un sogno che si è realizzato, una ricompensa per tutti i sacrifici fatti fino ad ora, e che stiamo continuando a fare anche oggi per far conoscere il più possibile la nostra musica ed il nostro progetto.

Quali sono i vostri progetti per il futuro (eventuale album, tour, qualsiasi cosa abbiate in mente)?

M#9: Dal futuro ci aspettiamo di dover lavorare ancora di più rispetto a quanto fatto fino ad oggi. Questa vittoria di Sanremo Rock ci offrirà sicuramente qualche occasione che non dobbiamo lasciar sfumare. Quindi lavoro sodo, brani nuovi, band ancora più affiatata per offrire al pubblico uno spettacolo ancora più completo. L’obiettivo sarebbe quello di arrivare ad un disco intero da qui alla prossima estate. Intanto siamo al lavoro per programmare delle date e dei nuovi videoclip che accompagneranno le nostre nuove uscite. Non posso che invitarvi a seguirci sui social per seguire gli sviluppi 😀

TOs: Domanda da un milione di dollari: piacerebbe saperlo anche a noi, considerando che proveniamo dal mondo amatoriale e anche il particolare momento di “crisi artistica” che stiamo vivendo. Di sicuro ad oggi c’è la nostra partecipazione, come band d’apertura, all’edizione 2021 del Firenze Rocks, e per ora questa notizia basta ed avanza a portarci in uno stato di “ebbrezza” perenne. Per il resto, preferiamo restare con i piedi ben saldi a terra; in teoria abbiamo un album pronto per essere pubblicato in maniera indipendente, ma per il momento abbiamo deciso di aspettare almeno finché non ci sarà qualche proposta concreta da valutare; di sicuro consideriamo questa vittoria un punto di partenza: da oggi in poi bisognerà lavorare ancora più sodo, perché le aspettative aumenteranno inevitabilmente.

Intervista a cura di Giulia Gallo