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Max Gazzè: “La matematica dei rami” tra equilibri e fragilità

Giorno 8 Aprile è sbocciato come un fiore l’album dall’enigmatico titolo “La matematica dei rami” del cantautore romano Massimiliano Gazzè, per gli amici Max.

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In seguito alle sue esuberanti performance al Festival della canzone italiana con il brano “Il Farmacista” ha deciso di proporre, grazie al supporto della “Magical Mystery Band”, formata dagli amici Silvestri, Rondanini, Lazzarotti Galioto, Fiaschi e Tortora, dieci tracce tutte da scoprire. Prima di entrare nel vivo delle canzoni ritengo cosa buona e giusta analizzare il titolo dell’album in questione. Come dice lo stesso autore, questo è strettamente legato a uno studio di Leonardo Da Vinci che racconta l’equilibrio e l’armonia con cui crescono e si sviluppano i rami degli alberi.

Il disco è proprio il frutto maturo dell’unione euritmica delle tracce che lo compongono. Insieme al singolo presentato a Sanremo, per la prima volta in assoluto, è stata inserita anche una cover; si tratta del brano “Del mondo” datato 1994 dei C.S.I. magistralmente suonato e cantato da Max Gazzè e dalla Magical Mystery Band ancora una volta all’Ariston. Come una catapulta (perdonami Herbert Ballerina se uso la tua migliore battuta) tutti quanti i brani dell’album lanciano l’ascoltatore verso un pianeta fatto di amore puro per la vita, di legami e vibrazioni positive, in un momento storico in cui intessere delle relazioni è diventato molto difficile e a tratti rischioso.

«Considerando l’ottimismo quel passaggio necessario a compensare la realtà | Considerando un eufemismo dare un senso di equilibrio a questa non felicità | Considerando l’attrazione che non riesco a trattenere ad ogni tua fragilità | Semplicemente vivere è un grado sopra il limite»

I versi appena trascritti appartengono alla prima canzone dell’album, dal titolo “Considerando“, da ritenere a mio avviso, l’emblema dell’intera raccolta. Quasi come in una sottospecie di chiasmo semantico, l’ottimismo si ricollega alla non felicità e l’equilibrio alla fragilità. Nessuna di queste sensazioni può esistere e sopravvivere da sola, abbiamo sempre bisogno di due facce diverse della stessa medaglia per andare avanti. L’ottimismo ci aiuta a superare la non felicità e l’equilibrio a fare della nostra fragilità l’unica vera forza. In conclusione, vorrei incoraggiare tutti voi che state leggendo (me ne accorgo se mettete solo il like senza leggere eh, non fate i furbini!) a ritagliare un poco di tempo da dedicare all’ascolto di questo disco perché vi assicuro che non ve ne pentirete.

Francesca Rodolico