Che bello essere giovani e innamorati! Sentire il cuore in gola ogni volta che si pensa all’amata/o e sorridere sempre come ebeti. Un po’ meno bello è il fatto che le prostitute della discografia sfruttino questo miscuglio di ormoni e imprinting sociale che rincretinisce tutti (ma soprattutto gli adolescenti) per vendere i loro prodotti banali.
Il 90% della produzione musicale attuale parla di storie d’amore future, passate, presenti o immaginarie. Ma davvero l’unica cosa che tiene occupata l’attenzione dell’individuo medio è il batticuore per un altro individuo? Come è possibile che nel pieno di questa pandemia globale, che si aggiunge alla devastazione generale del nostro pianeta, non riusciamo a pensare a nulla di più importante? Davvero l’intera categoria degli artisti (o presunti tali) non è in grado di presentare quasi mai un argomento differente dal desiderio di conoscere qualcuna/o degno del suo orgasmo?

Diciamo la verità: scrivere canzoni d’amore oggi è un atto di qualunquismo puro. È una folle scelta che denota solamente la mancanza di rispetto per il proprio pubblico. Quando ci innamoreremo avremo le vecchie canzoni per cullarci nei nostri sentimenti. Quello che ci serve, ora, sono canzoni di consapevolezza sociale: che invece di aiutarci ad affrontare la paura di un cuore spezzato ci aiutino a superare la paura di un futuro senza lavoro, una politica senza senso di appartenenza e una società senza diritto alla partecipazione.
La prossima volta che ascolterete un‘artista (rap/indie/pop/rock, fate voi) cantare una canzone d’amore ragionate su questo: o lui non è abbastanza intelligente da capire che il mondo è più complesso dei suoi rapporti erotico/affettivi, oppure non reputa voi intelligenti abbastanza da afferrarlo.
In entrambi i casi, non merita la vostra attenzione.