‘’Primo Maggio, dimmi la tua prima volta. Effettivamente è la prima volta che mi è successo di inviare un testo di un mio intervento perchè venga sottoposto ad approvazione politica. Approvazione che in prima battuta dai vertici Rai 3 non c’è stata, perché mi hanno chiesto di omettere i riferimenti ai partiti, ai nomi dei politici’’.
Sono queste le parole pronunciate da Fedez durante la sua esibizione al concerto del Primo Maggio a Roma che la Rai ha cercato inutilmente di smentire pubblicamente. Qualche minuto dopo dalla dichiarazione il rapper ha postato sul suo profilo Twitter la telefonata avvenuta con la vicedirettrice di Rai 3 Ilaria Capitani e i suoi collaboratori, in cui gli viene chiesto di rivedere l’intervento e di eliminare il riferimento alle dichiarazioni fatte dai politici a riguardo dei membri LGBTQ+.
La telefonata si apre con una voce maschile, seguita da quella della stessa Ilaria Capitani, che ribadisce quanto non sia ‘’editorialmente opportuno’’ il suo discorso. L’artista ha invece puntualmente riportato tutte le citazioni discriminatorie, con i rispettivi nomi e cognomi dei politici legisti rivendicando la libertà di salire sul palco ed esibirsi senza nessuna censura.
In fin dei conti lui ha reso noto dal palco del Primo Maggio quello che tutti sapevano da tempo e che nessuno, complice l’informazione prezzolata e silente, ha mai avuto il coraggio di smascherare. Le asserzioni riportate nell’intervento di Fedez sono consiglieri leghisti che dicono ‘’Se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno’’. Perché non si può dire? Qual è la parte incriminata se le citazioni sono vere? Lunghi silenzi imbarazzanti segnano la chiamata tra il cantante e la vicedirettrice di Rai 3, che apparentemente non riesce a trovare una via d’uscita.

Resta l’assurdità di richiedere i testi degli interventi di artisti che dovrebbero avere la libertà di esprimere qualsiasi cosa, senza nessuno a stabilire cosa possono o non possono dire sul palco o senza un contesto di censura. L’articolo 21 della Costituzione italiana afferma il principio della libertà di manifestazione del pensiero, un principio spesso dimenticato e gettato via dagli italiani. Il tradizionale concertone del Primo Maggio ha preso una netta posizione politica, chiedendo un intervento a tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, sui sostegni al mondo dello spettacolo e in seguito a favore del ddl Zan contro le discriminazioni e le violenze per orientamento sessuale e di genere, che non può essere assolutamente censurata. Bisogna lottare per le cose importanti.
Siamo al limite della follia e del disgusto. Non si può impedire all’essere umano, in quanto soggetto pensante, la libertà d’espressione, la possibilità di schierarsi a favore dei diritti e della dignità di tutto e tutti. ‘’Sono davvero imbarazzato per voi’’, conclude così Fedez, descrivendo perfettamente la situazione di completo disagio in cui l’Italia sta cadendo.
Francesca Melillo