Cerca
Close this search box.

“Rolling Stone – Stories from the edge”. “Sesso stampa e rock ‘n roll”: il documentario

«Rolling Stone, una specie di giornale, di rivista il cui nome proviene da un vecchio detto».

Sono le parole impresse su carta il 9 novembre 1967 sul primo numero della rivista che ha cambiato la storia del rock e della cultura che da sempre gli ha gravitato attorno. Il titolo è già di per sé storia poiché venne usato da Muddy Waters per una delle sue canzoni, scelto dai Rolling Stones come nome del gruppo e da Bob Dylan per il suo primo brano.

Sarà proprio la travagliata storia di questi fogli di carta intrisi di amore per la musica e voglia di fuga dalla realtà a ispirare il premio Oscar Alex Gibney e la vincitrice dell’Emmy Blair Foster a dirigere il documentario dal titolo “Rolling Stone – Stories from the edge”.

Documentario su 50 anni della rivista musicale Rolling Stone – MEI –  Meeting degli Indipendenti


Dopo il debutto su HBO nel 2017 e appena due anni dopo sul canale Sky Arte divisa in sei episodi, sbarca sulla piattaforma Amazon Prime Video il 18 Febbraio 2021 in quattro episodi di circa un’ora ciascuno.

La pellicola, raccontata dalla voce narrante di Jeff Daniels (Debito di Sangue, The Martian- Il sopravvissuto) vuole raccontare in un joyciano “flusso di coscienza” la storia della rivista dalla sua non poi così fortunata nascita fino ai progressivi sviluppi e alla sua consacrazione a “Vangelo della cultura musicale rock (e non solo)”.

La trama si sviluppa attraverso interviste inedite, aneddoti, concerti delle maggiori personalità di spicco della musica (John Lennon, David Bowie, The Clash, Sex Pistols per citarne alcuni). In un intimo confessionale si spargono le voci di Jann e Jane Wenner, la coppia fondatrice della rivista, insieme a quelle del primo revisore Charles Perry, ex guardiano di uno zoo che sceglie di abbandonare la dipendenza dalle droghe leggere per assumere quella della musica.

Come in tutte le più belle storie a fare da filo conduttore è l’amore; un amore prima di tutto per le giovani generazioni affamate di libertà, in un periodo storico come quello degli anni ’60 in cui il rock ‘n roll rappresentava un’evasione, e in secondo luogo un amore disinteressato e condiviso dalla coppia di fondatori per l’insostenibile leggerezza della musica in tutte le sue forme. Vorrei concludere dicendovi che scrivere non è per nulla facile, scrivere di musica lo è ancora di meno e proprio per questo motivo vi voglio lasciare (non per sempre eh, non fraintendetemi!) con la frase pronunciata da Jann Wenner durante i primi minuti del documentario: « Non parleremo solo di musica ma anche di tutto quello che c’è attorno e speriamo che vi piaccia. È difficile dire di più senza che sembrino stronzate».

Francesca Rodolico