I nostri irreprensibili giudizi sulla seconda serata.
NUOVE PROPOSTE (di Marina Fulco)
Wrongonyou – Lezioni di volo Voto: 7
Il primo artista della seconda serata di Sanremo si presenta concentrato, timido, quasi stando attento a sentire il suono della sua chitarra acustica. Ottimi gli acuti, che gli hanno consentito di conquistarsi la serata.
Greta Zuccoli – Ogni cosa sa di te Voto: 6
Dolce e sensuale la giovane Greta Zuccoli, con la canzone “Ogni cosa di te” parla di amore e di attesa. Leggera, poetica. Con una voce impostata, controllata, forse un po’ troppo.
Davide Shorty – Regina Voto: 8
Un’insieme di generi che si uniscono, una grande conoscenza e consapevolezza che gli consente di spaziare in più ambiti. Con la sua “Regina” riesce a conquistarsi il trono della serata.
Dellai – Io sono Luca Voto: 7
I Dellai non hanno superato la serata ma hanno già vinto; perché la canzone si presenta come un tormentone che porta una ventata di allegria ed entusiasmo. Una canzone da cantare a squarciagola sotto il palco.
BIG (di Enrico Schleifer e Alessandro Monfroglio)
Bugo – E invece si Voto: 6
Bugo propone un brano interessante, che ammicca a Battisti, specialmente sull’intro. Il testo non spicca per profondità ma è carico di statements arroganti. La performance vocale forse non è perfetta, ma ci piace così. Bugo si riconferma in tutto e per tutto il Liam Gallagher della bassa novarese. (Alessandro Monfroglio)
La Rappresentante di Lista – Amare Voto 8.5
La prova che se uno è indie non deve per forza disprezzare l’intonazione e le melodie. Un brano “pseudo” pop scritto furbamente da un grande duo indie con tutte le cose al posto giusto. Anche i vestiti fucsia. (Enrico Schleifer)
Willie Peyote – Mai dire mai (La Locura) Voto: 9
Se inizi con un estratto di Boris hai già vinto, se poi canti bene, hai un testo interessante, divertente e caratterizzato dalla solita ironia che ti contraddistingue, non puoi che confermare l’impressione avuta fin da subito: GENIO! (Alessandro Monfroglio)
Orietta Berti – Quando ti sei innamorato Voto: 6
Brano anni ’50 cantato da una signora degli anni ’50. Si apprezza il tentativo di riportare il vecchio Sanremo in onda che purtroppo è fallito. (Enrico Schleifer)
Extraliscio feat. Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti – Bianca luce nera Voto: 7
Sicuramente la performance meno allineata del Festival, la qualità artistica c’è e si sente tutta, l’unica esibizione con un arrangiamento degno di questo nome sulle seconde voci. Buona anche la prova vocale di Toffolo. (Alessandro Monfroglio)
Lo Stato Sociale – Combat Pop Voto: 6.5
La prova che a volte essere indie significa semplicemente non saper cantare, tanto meno cantare assieme (e sì che hanno avuto anni di pratica per esercitarsi). Testo solito ma interessante per Sanremo. (Enrico Schleifer)
Random – Torno a te Voto: 4
Una prova a dir poco agghiacciante, testo confuso e confusionario, performance vocale senza né capo né coda. Va bene la prima esperienza, ma almeno riuscire a mettere due note giuste in fila. (Alessandro Monfroglio)
Gaia – Cuore amaro Voto: 5
Alziamo di mezzo voto per l’evidente imbarazzo e di mezzo voto per essere stata convinta a fare un balletto terribile. Viene da chiedersi come mai una ragazza sconosciuta fino a qualche mese fa possa partecipare a Sanremo come big nonostante non abbia calcato nessun altro grande palco, con conseguente e ovvia sua impreparazione. (Enrico Schleifer)
Fulminacci – Santa Marinella Voto: 7
L’unico presentatosi sul palco con una chitarra che poi l’abbia suonata effettivamente. O che l’abbia almeno fatta sentire, bella coralità tra chitarra acustica e violini, il testo simpatico ma senza troppe pretese. (Alessandro Monfroglio)
Malika Ayane – Ti piaci così Voto: 7
Sfrutta la sua bella voce ma non aggiunge altro. Testo tipico di chi ha una bassa opinione del pubblico del Festival: banale e ripetitivo. Peccato perché Malika Ayane è invece un’artista a tutto tondo. (Enrico Schleifer)
Gio Evan – Arnica Voto: 3
Scandaloso. Come già nella sua attività social, un tripudio di luoghi comuni e frasi fatte pietose. Cantato male, con movenze poco chiare, senza voce e senza tecnica. Ancora resta da capire il perché dell’inserimento tra i big. La definizione di filosofo nella sua presentazione è la ciliegina sulla torta della pagliaccitudine di questo personaggio. (Alessandro Monfroglio)
Ermal Meta – Un milione di cose da dirti Voto: 6
Se dopo 16 battute una canzone è già totalmente prevedibile o è un brano perfetto o è una cosina inutile. Questo non è un brano perfetto. (Enrico Schleifer)
Irama – la genesi del tuo cuore Voto: 7
Il brano parte in sordina, sembra la solita solfa sanremese e poi sbam! Drop elettronico, voce ultra effettata e il pezzo svolta totalmente. Il testo non è più così importante, se non per dare ritmo, la voce di Irama è maturata e si adatta a questo nuovo stile. (Alessandro Monfroglio)