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Sanremo: le pagelle della terza serata

Anche la serata dei duetti della 71esima edizione è passata sotto l’attento occhio critico della redazione di RadUni Musica. Scopriamo i voti di ciascuna esibizione.

Sanremo 2021: la scaletta della terza serata con cover e duetti - Noi degli  80-90

Noemi – “Prima di andare via” (Neffa) con Neffa Voto: 2

L’intesa sul palco fra gli artisti è scarsa, per non dire nulla. Entrambi sono fuori tempo e il risultato è una performance che sembra essere cantata da un versante all’altro di una montagna attraverso un ventilatore. Sintonia inesistente. L’entusiasmo di Noemi non basta a rendere il duetto credibile. Peccato, entrambi avrebbero potuto dare molto di più, forse hanno provato poco. (Alessia Cammarano)

Francesco Renga – “Una ragione di più” (Ornella Vanoni) con Casadilego Voto: 6

Certamente canzone non facile, “una ragione di più” per sceglierne un’altra, il troppo storpia sempre! Discutibile la scelta di Casadilego, bravissima, voce straordinaria ma che non si sposa benissimo con quella di Renga. E poi, com’era vestita?! (Francesca Franzè)

Fulminacci – “Penso positivo” (Jovanotti) con Valerio Lundini e Roy Paci Voto: 8

Esplosione di energia sul palco con le trombe di Roy Paci e Fulminacci alla batteria, nonostante un Lundini ingessato che incautamente si prende la briga di cambiare alcune parti del testo originale. In ogni caso piovono un bel groove, gocce di sudore e un arrangiamento azzeccato. (Eulalia Cambria)

Extraliscio feat. Davide Toffolo – Medley “Rosamunda” (Gabriella Ferri) con Peter Pichler Voto: 9

La vodka e il lambrusco si incontrano in un medley barocchissimo. Abbiamo dovuto aspettare la sera dei duetti perchè la musica riemergesse dall’oblio e manifestasse tutta la sua potenza sul palco dell’Ariston. La presenza del trautonium, uno strumento assai raro, è la ciliegina finale sulla torta. (Eulalia Cambria)

Fasma – “La fine” (Nesli) con Nesli Voto: 1-

Dopo il disguido tecnico del microfono di Fasma viene mandata in onda la pubblicità. E sarebbe stato meglio chiuderla lì. La performance riparte faticosamente alcuni minuti dopo. L’accoppiata autotune di Fasma e Nesli stride parecchio. Verso la fine del pezzo tentano una risalita impossibile, lo scivolone è assicurato. (Alessia Cammarano)

Bugo – “Un’avventura” (Lucio Battisti) con i Pinguini Tattici Nucleari Voto 6+

Buono il ritmo energetico e anche la sintonia fra Bugo e i Pinguini. Le stonature ci sono ma nel complesso, a parte qualche parola detta fuori contesto, la performance riesce a raggiungere la sufficienza. Gli artisti si sono divertiti e si vede. (Alessia Cammarano)

Francesca Michielin e Fedez – Medley (Calcutta – “Del verde”, Daniele Silvestri – “Le cose che abbiamo in comune”, Jalisse – “Fiumi di parole”, “Non amarmi” – Aleandro Baldi e Francesca Alotta) Voto:5

Come tutte le creazioni dell’influencer milanese, anche questo Medley è solo il risultato di un miscuglio di citazioni trash e occhiolini alla pancia dei commentatori social per pubblicizzare l’unico prodotto in vendita del protagonista: la sua persona. Frustrante per chiunque nella musica ricerchi anche del contenuto. 2 punti in più per l’interpretazione di Francesca Michielin che salva il salvabile. (Enrico Schleifer)

Irama – “Cyrano” (Francesco Guccini) Voto: 8.5

Mezzo punto in più per la difficoltà di non potersi esibire dal vivo. La scelta di Guccini è ardua, ma premia. L’orchestrazione classica ma differente dall’originale (con solo qualche spruzzata di modernità) dà una nuova lettura a uno dei brani più belli della storia della musica italiana e la voce di Irama è elegante e delicata abbastanza da sottolineare la poesia del testo. (Enrico Schleifer)

Maneskin- “Amandoti” (Cccp Di Giovanni Lindo Ferretti) con Manuel Agnelli Voto: 8

Il giovanissimo gruppo rockeggiante sceglie il proprio giudice di XFactor per portare qualche ventata di anni ’60 sul palco dell’Ariston. Poco credibile ma tenero come tutti gli adolescenti che credono davvero alle stronzate che dicono per quanto assurde. (Enrico Schleifer)

Random – “Ragazzo fortunato” (Jovanotti) con i The Kolors Voto: 4

Per andare a Sanremo e più in generale per fare musica bisognerebbe avere almeno una delle caratteristiche richieste ad un artista: saper cantare bene o avere qualcosa da dire. Se non si sa cantare e non si ha neanche niente da dire allora sarebbe meglio fare altro. Più che fortunato è stato graziato. (Francesca Franzè)

Willie Peyote“Giudizi universali” (Samuele Bersani) con Samuele Bersani Voto: 7

Con Bersani che canta Bersani vincere è facile. La canzone emoziona, ma non certo per l’interpretazione di Peyote che non aggiunge niente del suo. (Eulalia Cambria)

Orietta Berti – “Io che amo solo te” (Sergio Endrigo) con Le Deva Voto: 7

Quando si esegue un brano di un autore come Sergio Endrigo il rischio è di scadere nei clichè e trasformare la profondità e la magia in una scialba interpretazione da saggio scolastico. Orietta, accompagnata da i cori de Le Deva, sfugge a metà da questa impasse, con un’interpretazione che tutto sommato raggiunge e supera la sufficienza. (Eulalia Cambria)

Gio Evan – “Gli anni” (883) con i cantanti di The Voice Senior Voto: 4

Imbarazzante. Più che Sanremo sembrava una serata Karaoke di un qualunque villaggio turistico. Non è approvata né la scelta del brano né tantomeno la scelta dei cantanti di The Voice Senior, partecipanti di un programma che lui stesso ha ammesso di non aver visto. (Francesca Franzè)

Ghemon – Medley “Le ragazze”, “Donne”, “Acqua e sapone”, “La canzone del sole” con i Neri Per Caso Voto: 7

L’inizio della performance ricorda alcuni vecchi sketch dei Fichi d’India. L’intesa fra Ghemon e i Neri Per Caso è buona e stranamente, pur essendo in tanti a cantare sul palco, sono anche abbastanza coordinati fra loro. Il risultato è credibile. (Alessia Cammarano)

La Rappresentante di Lista – “Splendido splendente” (Donatella Rettore) con Donatella Rettore Voto: 8

La scelta di Donatella Rettore conferma la volontà di portare il pop a un’estremizzazione tale da far notare al pubblico la propria vuota essenza in contrasto con le personalità di chi si esibisce. La voce delle due protagoniste, però, alla fine non si amalgama come dovrebbe e il risultato è più teorico che pratico. (Enrico Schleifer)

Arisa – “Quando” (Pino Daniele) con Michele Bravi Voto: 7, 5

Arisa si dimostra un’interprete dotata di buona versatilità. Il brano del grande Pino Daniele trova giustizia nella cover fatta insieme a Michele Bravi. (Eulalia Cambria)

Madame – “Prisencolinensinainciusol” (Adriano Celentano) Voto: 7

La giovane rapper prova a portare a Sanremo quello che viene considerato quasi il primissimo rap italiano cercando di svecchiarlo e di al contempo dare credibilità alla propria figura artistica. Purtroppo il brano non viene capito fino in fondo e non ne vengono sfruttate come dovrebbero le potenzialità risultando in un ibrido deforme. Peccato. (Enrico Schleifer)

Annalisa – “La musica è finita” (Ornella Vanoni) Voto: 8

Elegante, nonostante le paillettes, proprio come il brano scelto. Con la sua voce calda, potente ma soprattutto intonata, cosa non scontata quest’anno, è riuscita ad interpretare il brano senza farlo diventare la brutta copia dell’originale. (Francesca Franzè)

Lo Stato SocialeNon è per sempre” (Afterhours) con Sergio Rubini e i lavoratori dello spettacolo Voto: 7

La performance è stata costruita appositamente con un climax ben riuscito che culmina nella menzione di alcuni dei luoghi del mondo dello spettacolo e dei lavoratori rimasti senza lavoro. Buono il livello di intesa. A parte qualche piccolo fuori tempo il risultato riesce a superare le aspettative. (Alessia Cammarano)

Gaia – “Mi sono innamorato di te” (Luigi Tenco) con Lous And The Yakuza Voto: 7,5

Tenco in chiave lounge – cocktail bar. Potrebbe sembrare una bestemmia, ma dopo “La chiamano estate” di Bruno Martino e altri brani malinconici della canzone italiana coverizzati in versione da locale sopra la spiaggia, l’interpretazione di Gaia e di Lous and the Yakuza non era senza pregio. (Eulalia Cambria)

Colapesce e Dimartino – “Povera patria” (Franco Battiato) Voto: 7, 5

Sarà che un pezzo lento di Battiato all’una e quindici di notte non è per certi versi ottimale per tenere lontani gli sbadigli, tuttavia è da ammettere che la cover si è mantenuta su livelli standard e non ha fatto strappare i capelli. L’esecuzione in ogni caso è stata rispettosa e evidenziava un sincero omaggio nei confronti del maestro. (Eulalia Cambria)

Coma_Cose – “Il mio canto libero” (Lucio Battisti) con Alberto Radius e Mamakasse Voto: 6

Il duo propone l’interpretazione di un brano di Lucio Battisti ma forse a causa dell’emozione, forse per la difficoltà del brano, la perfetta chimica tra i due cantanti non scatta e il duetto risulta forzato e a tratti fuori tempo e fuori tono rovinando una possibilità di una discreta rivisitazione musicale. (Enrico Schleifer)

Max Gazzè e Trifluoperazina Monstery Band – “Del mondo” (Csi Di Giovanni Lindo Ferretti) con Daniele Silvestri e The Magical Mistery Band Voto: 9

Max Gazzè si conferma un Artista con la A maiuscola. Ottima scelta, bella interpretazione e poi Daniele Silvestri. Nulla da dire, sempre una garanzia! Unica nota negativa? L’esibizione all’01:30! (Francesca Franzè)

Malika – “Insieme a te non ci sto più” (Caterina Caselli) più Voto: 6

Uno dei brani più belli e intensi della musica italiana presentato in una cover tecnicamente perfetta, ma emozionante come una bolletta del gas. (Eulalia Cambria)

Ermal Meta – “Caruso” (Lucio Dalla) con Napoli Mandolin Orchestra Voto: 7

Tra i capolavori di Lucio Dalla e della musica Italiana. Difficilissimo da eseguire, ma Ermal Meta l’ha portato a casa e direi anche bene visto il primo posto nelle classifiche della serata. (Francesca Franzè)

Aiello – “Gianna” (Rino Gaetano) con Vegas Jones Voto: 0

Titolo del tema: Come oltraggiare uno dei classici della musica italiana? Svolgimento: la performance di Aiello e Vegas Jones. Credere che qualche urlo sconclusionato possa catalizzare l’attenzione è un’utopia equivalente alla pace nel mondo. L’intesa è nulla poiché entrambi gli artisti cercano di primeggiare l’uno sull’altro senza ascoltarsi. (Alessia Cammarano)